Varie le ipotesi circa la sua derivazione, non solo legata alle pessime condizioni climatiche
Prima che per la 281esima edizione venisse sostantivato, ‘Pessima’ era un aggettivo che accompagnava il sostantivo ‘Fiera’: la ‘Fiera Pessima’ di Manduria. Un aggettivo ‘arcano’, che ha impegnato generazioni di studiosi nel tentativo di comprendere quale qualità il suo significato volesse veicolare accostato al termine ‘Fiera’, a sua volta oggetto di ulteriori ricerche, volte a determinare l’esatta connotazione storico-linguistica dell’evento.
Inizialmente denominata ‘Fera ti marzo’ (Fiera di marzo), ‘Fera ti San Cricoriu’ (Fiera di San Gregorio) o ‘Fera ti li ciucci’ (Fiera degli asini), l’aggettivo ‘pessima’ compare nei primi anni dell’Ottocento, in riferimento, sembrerebbe, alle pessime condizioni climatiche in cui la Fiera, ancora oggi, continua a svolgersi. Interessanti tuttavia altre ipotesi interpretative.
Nel volume “Devozione e Religiosità del Popolo Mandurino” di Antonio e Vincenzo Provveduto, gli Autori riprendono un opuscolo di don Antonio Ribezzi, intitolato “A Manduria… la Fiera Pessima o la Fera Pessima!?” nel quale si afferma essere corretto “Fera Pessima” e non “Fiera”. Il Ribezzi cita come fonte il sacerdote Tommaso Quero, di cui riporta un racconto che il religioso aveva riferito ai seminaristi, durante alcune lezioni tenute nel 1939. È vero che la Fiera avveniva solitamente in giornate meteorologicamente instabili e piovose, ma la spiegazione di quel ‘superlativo assoluto’ risiedeva nella lettura da parte dei sacerdoti riuniti nella chiesa Matrice, di un brano biblico, letto in lingua latina e scandito in canto gregoriano: quello relativo alla vendita di Giuseppe da parte dei fratelli, i quali mandano al padre Giacobbe le vesti insanguinate del figlio scomparso. E’ il lamento di Giacobbe: “Fera pessima devoravit filium meum Joseph” (= Una belva feroce ha divorato mio figlio Giuseppe). «La gente che, tornando dalla fiera, intirizzita dal freddo, bagnata dalla pioggia, disgustata dal forte vento, entrava in chiesa per visitare San Gregorio, sentendo il lamento di Giacobbe cantato dai canonici, intese le parole “fera pessima” significanti in concreto “belva feroce”, come equivalenti a “fiera-mercato disturbata dalle intemperie atmosferiche”» (p. 39).
Lo studioso Elio Dimitri, in “Manduria – Note di storia, tradizioni, cronaca cittadina e curiosità”, definisce ‘azzardata’, ma ‘non del tutto infondata’ un’altra ipotesi, da lui avanzata e pubblicata sul «Cittadino jonico» del marzo 2006, riguardo l’appellativo ‘pessima’. Nel 1792 era venuto in Manduria, proveniente da Cava dei Tirreni, Pietro Salsano, un tipo rissoso e violento che, durante la fiera del 1795, si macchiò dell’omicidio di un mercante per futili motivi e del ferimento di un altro (venne ucciso dai gendarmi l’anno successivo). «Il fatto delittuoso creò nel paese grande scompiglio: la gente si rifugiò in casa, i mercanti tolsero le tende e andarono via» (p. 82). Motivazione sufficiente per appellare ‘Pessima’ la ‘Fiera di marzo’?
Infine, Giuseppe R. Coco in “Manduria tra Capo d’Otranto e Taranto. Etimo, mito e storia del territorio” correla il termine ‘pessima’ al morbo della peste che imperversò in tutta Europa nel XIV secolo: probabilmente la Fiera divenne ‘Pessima’ perché, durante il suo svolgimento, vi fu il primo contagio e la propagazione della malattia. A supporto di tale argomentazione il Coco riflette sul fatto che «Il latino PESTE(M) ossia peste è affine a PESTUS il cui superlativo è PESTIMUS che per assimilazione diventa PESSIMUS pessimo e quindi, Fiera pessima perché appestata» (p. 150).
Le suggestive ipotesi riportate sull’argomento dai vari Autori, però, non intaccano il convincimento, ben saldo e radicato nell’immaginario del popolo mandurino, che l’aggettivo ‘pessima’ sia riferito alle condizioni climatiche, solitamente proibitive, in cui si svolge la fiera.
Bibliografia
Coco Giuseppe Rosario, “Manduria tra Capo d’Otranto e Taranto. Etimo, mito e storia del territorio”, Centro Culturale Giulia Selvaggi, 2009; Dimitri Elio, “Manduria. Note di storia, tradizioni, cronaca cittadina e curiosità”, Barbieri Selvaggi 2013; Provveduto Antonio e Vincenzo, “Devozione e Religiosità del Popolo Mandurino”, Provveduto Editore 2012
Le foto storiche che accompagnano questo scritto si trovano rispettivamente in https://www.oltreilfatto.it/torna-la-fiera-pessima-di-manduria/ ; la seconda in https://www.manduriavacanze.com/fierapessima.html; F. Filo Schiavoni – M. Annoscia, “… tra i segni di tanta vita e di tanta storia. Manduria in immagini e documenti fra ‘800 e ’900, TM editrice, 1994”.