Ecco i consigli dello Sportello dei Diritti per difendersi dal furto d’auto con jammer
Con le vacanze di Pasqua è ripreso il tempo dei viaggi sulle autostrade da e verso l'Italia. Ma lì, i furfanti delle aree di servizio, stanno usando una nuova truffa per dare la caccia agli oggetti di valore che si trovano nelle auto. In questi impianti, infatti, sii sta sempre più diffondendo come strumento per i furti d’auto, lo Jammer, un inibitore di frequenze che nasce per scopi militari, rappresentando così uno degli apparecchi elettronici più utilizzati dalle associazioni criminali perché consente di mettere in atto tecniche e piani sempre più complessi e a distanza. Usano lo jammer per disattivare la chiusura centralizzata radio delle auto, approfittando della disattenzione degli automobilisti che non controllano se l'auto è stata effettivamente chiusa quando escono.
Questo strumento è in grado di disturbare le frequenze GSM, radio e GPS, lanciando degli impulsi costanti che riescono a inibire la maggior parte dei sistemi di comunicazione. Nato per essere utilizzato in campo militare, serviva per evitare l’innesco a distanza di ordigni esplosivi, oggi è di facile reperibilità, ha un costo basso ed è pratico, funziona con un solo comando.
Quando si esce dalla macchina e si aziona il telecomando per la chiusura delle portiere, durante questa sequenza, un malintenzionato, agendo sullo Jammer, può impedire che la vettura venga “protetta”. In tal modo non solo sarà libero di agire, ma eviterà anche di essere localizzato, perché questo dispositivo agisce anche sulla centralina elettronica del GPS.
Lo schema d’azione è semplice: il ladro, tramite un semplice comando presente sullo Jammer, satura l’ambiente di onde radio di disturbo, impedendo così all’automobilista che agisce sul classico telecomando di chiudere la vettura; accadrà quindi che le portiere resteranno aperte e la centralina non avrà attivato ancora il sistema di antifurto. Per il raggio d’azione dipende dalla potenza dell’inibitore di frequenza: più è potente, maggiore sarà la distanza da cui il malintenzionato potrà agire. Quindi borse, laptop e portafogli vengono rubati dall’interno delle auto.
Mentre per saccheggiare le carte di credito rubate viene portato con sé anche un terminale mobile per carte di credito. E’ notizia di poche ore fa che due uomini, originari del Perù, avevano rubato beni per un valore complessivo di circa 7.000 euro in aree di sosta delle province di Verona, Trento e Bolzano, tra cui computer portatili, borse e zaini, oltre ad altri oggetti che sono stati poi restituiti ai legittimi proprietari. Sono stati inoltre sequestrati un disturbatore di frequenza (jammer) e un dispositivo POS portatile (terminale mobile per carte di credito).
Secondo la Polizia i due uomini dovrebbero rispondere di favoreggiamento a furto grave e reiterato. Nei confronti di uno dei due è stato emesso anche un provvedimento di espulsione dalla Questura di Bolzano per soggiorno irregolare nel Paese. Sono in corso le indagini sugli autori dei due uomini residenti nel milanese in relazione ad altri furti commessi con la stessa modalità lungo la A22.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per difendersi dal furto d’auto con jammer bastano pochi e semplici regole per evitare di cadere in questa trappola, parcheggiando l’auto in un luogo sorvegliato da telecamere o controllato da un servizio di vigilanza; quando si chiudono le portiere di un’auto tramite telecomando, il semplice accendersi delle quattro frecce non significa che la vettura è chiusa, meglio controllare e provare ad aprirla manualmente. I classici antifurti meccanici sono un ottimo deterrente perché fanno perdere tempo e non sono soggetti a inibitori elettronici.