venerdì 22 novembre 2024


26/03/2024 08:27:40 - Manduria - Attualità

Si è tenuto presso il liceo De Sanctis-Galilei il convegno volto alla prevenzione e al contrasto del bullismo e del cyberbullismo. Esibiti anche i dati del laboratorio statistico del liceo sul fenomeno a livello italiano e scolastico

 

Celebrata la conclusione del progetto “Ago e filo”, fucina di idee e strumenti per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, animata dagli studenti del liceo De Sanctis-Galilei, dalla docente referente A. Caputo e dalla dirigente Maria Maddalena Di Maglie, che durante l’incontro ha presentato i nuclei fondanti del “Protocollo di Intervento per la prevenzione e contrasto del bullismo e cyberbullismo”, elaborato durante il percorso di formazione, che ha coinvolto sia gli studenti che i docenti.

Diversi gli attori, figure di rilievo del panorama educativo e giuridico, intervenuti al convegno che è stato moderato egregiamente da Maria Antonietta D'Elia, componente del Dipartimento Nazionale AIGA per il Sociale.  Ad apertura dell’evento l’orchestra del liceo De Sanctis Galilei ha eseguito l’inno d’Italia e il Prefetto Paola Dessì ha inaugurato il convegno con il proprio intervento, partendo proprio da questo spunto, sottolineando come il nostro inno sia un momento di inequivocabile percezione dell’appartenenza di comunità. Ha inoltre ringraziato il liceo De Sanctis-Galilei, e in particolare l’invito gradito giunto dalla preside Maria Maddalena Di Maglie. «Questo stesso sentimento -  ha dichiarato il Prefetto -  ha condotto alla progettazione e alla realizzazione del Progetto Ago e filo, un progetto di grande valore formativo e dall’enorme potenziale civico,  poiché capace di trasferirsi, per il tramite degli studenti e dei docenti che vi hanno partecipato, ad altri cittadini, in vista della costituzione di una comunità coesa e reciprocamente responsabile».

Il sindaco di Manduria Gregorio Pecoraro ha ricordato i gravi episodi che hanno coinvolto la città di Manduria, rinnovando la memoria del concittadino Antonio Stano, vittima di bullismo. «Chiedo a tutti i ragazzi – ha concluso il Sindaco -  di contrastare questo fenomeno, senza coltivare allarmismo o scandalo, ma proteggendo responsabilmente la nostra comunità».

Anche Marinella Martina, dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Manduria, ha spiegato l’importanza di progetti come quello organizzato dal liceo. “E’ stato importante per me entrare in contatto con i ragazzi, vero e proprio elisir di giovinezza, per comprendere cosa pensano, cosa sognano e cosa in particolare li turba. Abbiamo compreso insieme qual è il limite che non bisogna oltrepassare per non diventare bulli, per non fare male agli altri. È fondamentale prevenire questi fenomeni e proprio questa è la parte che preferisco”.

Tra i relatori anche Alessandro Torto, Capitano dei Carabinieri e Comandante della Compagnia di Manduria, che ha dichiarato “lo Stato siamo noi” ed è per questo che non dobbiamo rimanere indifferenti. “Uscite dall’aula con questa consapevolezza. Non dobbiamo mai delegare agli altri la cura della comunità – ha sottolineato il comandante Torto – E’ l’indifferenza che degrada la Comunità, non giratevi dall’altra parte, non siate indifferenti”. 

Andrea Mariggiò, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Manduria, a testimonianza dell'impegno culturale della città contro il cyberbullismo, ha dichiarato “che occorre vincere la tentazione di essere un bullo. Nessuno vi dice di demonizzare la tecnologia, ma dobbiamo essere responsabili nell’uso di questi mezzi. Consapevolezza ed etica sono le parole chiave che dobbiamo utilizzare, attraverso modelli valoriali che devono essere coltivati proprio in seno alla scuola e alla famiglia”. 

Anche Fabiana Rossetti, assessore alle Politiche Giovanili e Servizi Sociali del Comune di Manduria, ha messo in luce l'impegno che l’Amministrazione comunale sta portando avanti in molte scuole. “Bullismo e cyberbullismo si combattono insieme. Agiamo responsabilmente nell’uso dei social media e con rispetto nei confronti di tutti” è stato l'invito lanciato da parte dell’assessore.

Importante l’intervento dell’avvocato Maria Antonietta D’Elia che ha portato alcuni esempi tratti dalla sua esperienza professionale: “E’ facile sbagliare, è facile arrivare in un tribunale dei minori perché si è iscritti nel registro degli indagati, magari per aver scritto qualcosa che si reputa niente più che uno scherzo, ma che in realtà ha ferito profondamente delle persone. Invito tutti i ragazzi a stare attenti”.

Ilaria De Vanna, psicologa ed esperta in Giustizia Riparativa, vicepresidente della cooperativa CRISI, formatrice che ha guidato lo svolgimento del progetto, ha ringraziato l’amministrazione e il liceo De Sanctis – Galilei per aver introdotto già due anni fa il tema della giustizia riparativa, poco noto e ancor meno facile da accogliere. E in particolare ha ringraziato gli studenti. “Siate scandalosi – ha spiegato la dott. De Vanna - scandalos, in greco indica l’inciampo, ciò che porta alla ricerca di un nuovo equilibrio, di un cambiamento, grazie per voler sperimentare questo nuovo passo verso la giustizia riparativa. Il progetto “Ago e Filo” ha cercato di dare risposta ad un fenomeno complesso, come quello del bullismo e del cyberbullismo, o meglio gli strumenti per costruire delle risposte, insieme ai ragazzi e agli adulti, per sforzarsi di proteggere tutti i membri della comunità”.

Durante l’evento sono intervenuti anche gli studenti dei due laboratori “Comunicatori etici” (referente prof.ssa Antonella Caputo) e “Analisi statistiche” (referente prof. Roberto Spagnolo).

Al termine degli interventi si è dato spazio alla presentazione del libro “Ero un bullo”, da parte dello stesso autore, Andrea Franzoso, autore di #disobbediente! e Viva la Costituzione, in dialogo con gli studenti e con i docenti che li hanno guidati, V. Maci e C. Cardolini. Il convegno si arricchisce così della storia di Daniel, cresciuto a Quarto Oggiaro, periferia di Milano, in un contesto familiare difficile. Già dalle medie un bullo temuto da tutti, carico di rabbia e aggressività, impara ad incutere paura e a delinquere per ottenere rispetto, finché finisce in carcere. A segnare la svolta, l’incontro con alcuni “adulti credibili”, il cappellano del carcere, l’ex professoressa in pensione della scuola carceraria, la psicologa. Lentamente impara a guardare le cose da una nuova prospettiva, dalla lettura in carcere è passato allo studio, prima il diploma, poi la laurea ed oggi è un educatore. Una storia vera di rinascita, amicizia e amore per la vita.

 











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