«Nonostante non ci sia stato sempre un rapporto pulito e lineare con la società, abbiamo tirato dritto fino alla vittoria della Coppa. Non sentivo più la fiducia e il vaso si è rotto definitivamente»
Mister Andrea Salvadore, l’allenatore che ha guidato il Manduria alla prima storica conquista della Coppa Italia, rompe il silenzio, rilasciando un’intervista ad Antenna Sud, dalla quale riprendiamo alcuni passaggi.
«L’obiettivo iniziale era costruire una squadra per il salto di categoria e abbiamo plasmato un organico di ottimo livello» le parole del tecnico. «Non essendoci il direttore sportivo, abbiamo trovato un’intesa di massima con la società su acquisti e cessioni. All’inizio mi è stata data la possibilità di portare diversi giocatori per potenziare l’organico. Ho cercato di trovare i giusti equilibri, ma recepivo poca fiducia sui calciatori che indicavo. Non avendo avuto modo di portare il mio staff, ho accettato le persone proposte dalla società. Chiaramente, ambiente nuovo e staff nuovo producono dinamiche nuove. Nonostante i problemi logistici della prima parte di stagione per l’indisponibilità del Dimitri, abbiamo chiuso a dicembre da primi. Con grande sacrificio ci dividevamo tra Maruggio, Sava e Carosino».
Poi il passaggio sulle ragioni che hanno determinato il “divorzio”.
«Il rispetto dei ruoli viene prima di ogni cosa, è un aspetto che mi piace sempre sottolineare, vale per qualsiasi azienda per costruire delle basi solide e raggiungere gli obiettivi. Quando mancano questi presupposti, diventa tutto più complicato. In corsa le cose sono cambiate e tante scelte sono state condizionate da troppe situazioni interne. Infatti, a fine novembre, le scelte adottate dalla società hanno avuto un riflesso diretto sul mercato. Sarei folle a mandare via due cannonieri che ho avuto con me negli anni precedenti. Scelte che poi si sono rivelate nel tempo azzardate, nonostante avessi manifestato le mie perplessità. A dicembre l’organico è cambiato tanto e anche gli equilibri interni. D’Aiello è un giocatore che ho cercato e voluto, dietro serviva solidità ed esperienza”.
Nonostante non ci sia stato sempre un rapporto pulito e lineare con la società, abbiamo tirato dritto fino alla vittoria della Coppa. Non sentivo più la fiducia e il vaso si è rotto definitivamente: 36 ore prima della gara interna con il Paternò, il presidente ha ritenuto opportuno allontanarmi».
L’intervista integrale è su Antenna Sud.