Era accusato di aver attestato falsamente di aver effettuato il proprio turno di servizio alle autolinee Sud Est
E’ stato assolto con la formula piena: perché il fatto non sussiste. E’ terminata nel migliore dei modi l’avventura giudiziaria dell’ex assessore ai Lavori Pubblici della giunta Calò ed attuale consigliere comunale eletto con la lista di Forza Italia, Gregorio Capogrosso. L’assoluzione piena è stata pronunciata, ieri mattina, dal giudice monocratico dott.ssa Romano, della sezione distaccata di Manduria del Tribunale di Taranto.
L’ex assessore era imputato dei reati 479 e 493 del Codice Penale perché «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, quale conducente di autobus alle dipendenza e del gruppo Autolinee Ferrovie Sud Est, attestava falsamente di avere effettuato il turno di servizio di linea». La vicenda giudiziaria era scaturita da un esposto anonimo che accusava Capogrosso di avere svolto attività politica e partecipato a riunioni di commissione e di giunta mentre si trovava in servizio nelle autolinee Sud Est.
Il giudice monocratico dott.ssa Romano, al termine dell’istruttoria dibattimentale, ha assolto Gregorio Capogrosso ai sensi dell’art. 530 c.p.p. perché il fatto non sussiste, aderendo alle tesi difensive degli avv. Lillino Marseglia e Lorenzo Bullo. Nella stessa udienza è stato assolto Lumaca Enrico, imputato di favoreggiamento nei confronti di Capogrosso.
I difensori hanno insistito sulla estraneità assoluta alle contestazioni di cui al capo di imputazione dimostrando che nessun falso veniva posto in essere dall’allora assessore Capogrosso, il quale effettivamente svolgeva il proprio turno di lavoro per poi successivamente dare il proprio contributo alla vita politica del Comune per il quale era stato eletto prima consigliere e poi nominato assessore.
Gli stessi dirigenti della Sud Est, sentiti nel corso del dibattimento, hanno elogiato l’attività lavorativa del Capogrosso che, malgrado potesse usufruire dell’aspettativa prevista dalla legge, decideva invece di rimanere in servizio rinunciando altresì alla metà degli emolumenti previsti per la carica di assessore.