lunedì 25 novembre 2024


14/05/2024 11:53:32 - Manduria - Attualità

Il racconto di una mattinata particolare

Domenica scorsa ha organizzato la visita guidata del giardino del relais Palazzo Donna Elisabetta.

Punto d’incontro e di partenza il sagrato della chiesa di San Leonardo; un deciso sole primaverile inonda di luce la facciata della chiesa, ricordando ai partecipanti di quanta bellezza sia ricca la città.

Si parte. Una guida di eccezione, il progettista e curatore dei giardini Clemente Magliola, accompagna i partecipanti.

Dopo l’ingresso nei giardini e, man mano che il gruppo si addentra, sfuma il mondo “di fuori” e si entra, gradualmente, dolcemente, in un altro mondo, quasi un’altra dimensione.

Il silenzio, la pace, l’armonia pian piano diventano l’atmosfera dominante; la guida, quasi un novello” storyteller”, comincia a descrivere, indicare o, forse meglio, a raccontare.

E racconta come dall’incontro di due visioni è nata l’idea di far rivivere questi giardini; la visione della proprietaria Elisabetta Arnò, orientata alla conservazione dei caratteri originali del giardino e generosamente decisa a permetterne la fruibilità, e quella del curatore stesso, capace di intervenire senza stravolgere ma orientando, sottolineando e completando un progetto naturale già in essere.

E racconta come in origine il giardino - siamo nel 1881! - nacque alle propaggini di un lembo di Foresta Oritana, accogliendone e preservando alberi secolari e maestosi, che ancora oggi richiamano un corretto rapporto di rispetto, quasi di sudditanza, al visitatore.

E racconta delle tante varietà presenti, di come siano state integrate, accompagnate e incorniciate con sapienti inserimenti, mai invasivi ma sempre inarmonica coesistenza; quasi che fossero lì da sempre anche essi.

E racconta, con sottolineature e contrappunti della proprietaria, come anche la struttura originaria del giardino sia stata, in gran parte, preservata e restaurata. Dai camminamenti, dove muretti di pietre antiche danno il senso del tempo, agli spazi aperti, al vecchio pozzo, alla preziosa edicola sullo sfondo.

Ed il racconto si dipana accompagnato da un senso di intimità diffusa, con rari rumori ovattati, con l’ombra generosa delle piante sempre disponibile, creando un’atmosfera che coinvolge l’anima ed emoziona.

Il commiato finale ha lasciato spazio per ringraziare la proprietaria, ospite attenta e generosa, ed il curatore che, oltre a puntuali dissertazioni sulle piante, ha proposto una ricetta antica, ma infallibile, per una vita a “misura d’uomo: vivere con la natura.

Andando via ci si rende conto di avere avuto il privilegio di ammirare, e forse un po’capire, il grande tesoro custodito all’interno di questa magnifica realtà ricettiva, dove si respira un’aria d’altri tempi, discreta e squisita.











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