Il gip del Tribunale di Lecce ha disposto gli arresti domiciliari presso una casa di cura
Il gip del Tribunale di Lecce Nicola Lariccia ha disposto gli arresti domiciliari in una casa di cura per il giovane 25enne, Gianpiero Mele, che lo scorso 30 giugno strangolò prima con una corda, e poi sgozzò, il figlioletto Stefano di appena due anni. L’omicidio fu compiuto nella casa estiva dell’uomo a Ugento. Attualmente l'uomo è ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Campi Salentina. La decisione è stata presa dopo l’esito della perizia psichiatrica che ha evidenziato la sussistenza di uno stato di profonda depressione con un’accentuata tendenza all’autolesionismo, incompatibile con il regime carcerario. Il giovane, infatti, dopo aver ucciso il figlio cercò invano di suicidarsi.
L'omicidio del piccolo Stefano è stato particolarmente efferato, tanto da lasciare tutti sotto shock. Mele infatti prima tentò di strangolare il piccolo, poi ancora vivo gli tagliò la gola con un taglierino comprato appositamente. Pochi minuti dopo aver ucciso il piccolo, telefonò alla compagna Angelica, madre del bambino e che era al lavoro, per annunciare quanto fatto. Maldestro il tentativo postumo di suicidio.
Durante il primo interrogatorio di Gianpiero Mele dinanzi al magistrato, il giovane uomo, ha mantenuto un fermo silenzio.