Con due protesi di ultima generazione agli avambracci realizzate apposta per lui nel Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, il prossimo 2 luglio, insieme a suo figlio Kevin, attraverserà lo stretto di Messina a nuoto partendo da Torrefaro (Messina) e arrivando alla spiaggia di Cannitello (Villa San Giovanni-Reggio Calabria)
Andrea Lanari, uno dei primi Testimonial ANMIL, di sfide ne ha superate molte, a cominciare da quella che lo ha visto dover usare due protesi alle braccia amputategli dopo lo schiacciamento sotto una pressa senza protezioni. Da allora la sua vita è stata ogni giorno una sfida cui è seguito un successo grazie alla determinazione di padre. Diventato uno dei primi testimonial formatori dell’ANMIL, con due protesi di ultima generazione agli avambracci realizzate apposta per lui nel Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, il prossimo 2 luglio, insieme a suo figlio Kevin, attraverserà lo stretto di Messina a nuoto partendo da Torrefaro (Messina) e arrivando alla spiaggia di Cannitello (Villa San Giovanni-Reggio Calabria).
Con loro anche l’istruttore Marco Trillini, esperto di nuoto per persone con disabilità e Responsabile della comunicazione del Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona. Entrambi di Castelfidardo, nuoteranno per circa 3 chilometri e mezzo per raccogliere fondi per aiutare le vittime del lavoro con ANMIL e per il Centro Papa Giovanni XXIII.
L'iniziativa è anche sostenuta da un'azienda virtuosa, la Giesse Logistica, che ha conosciuto Andrea un paio di anni fa in occasione in uno dei suoi incontri di testimonianza.
“Il 2 luglio, grazie all'ASD Siciliaopenwater, insieme a mio figlio Kevin e altri due miei amici (Marco Trillini e Lorenzo Carnevalini) tenteremo la traversata dello stretto di Messina a nuoto - dichiara Andrea - e sarà un obiettivo importante non solo come sfida personale, ma anche come opportunità per promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro che la cronaca quotidiana mostra come un inutile orpello per tutti”.
Con questa iniziativa che rappresenta un primato ed un traguardo che Andrea si prefigge di raggiungere impegnandosi fortemente da mesi, sostenuto dall’associazione e da quanti lo hanno conosciuto in questi ultimi anni, intende lanciare un messaggio di non arrendersi mai e anche quando la vita ci mette davanti a situazioni difficili, è proprio in quei momenti che bisogna tirare fuori tutta la forza di volontà e la grinta necessarie per cercare di superare gli ostacoli.
La sua storia, segnata per sempre a causa di una pressa a cui era stato addetto presso una ditta terza, senza aver ricevuto alcuna formazione che si possa qualificare come tale e senza essere consapevole che la macchina fosse priva di ogni sistema di protezione, lo ha visto affrontare difficoltà e problemi dovuti all’infortunio anche sul piano familiare che avrebbero messo a terra chiunque. E invece, nonostante la grave disabilità, nonostante abbia incontrato prevenzione e diffidenza da parte di chi avrebbe potuto dargli un lavoro supportato e finanziato dall’Inail, nonostante sia stato costretto a grandi sacrifici e difficoltà per poter avere un valido rapporto con i propri figli e mantenerne l’affidamento congiunto, oggi Andrea è un esempio per le centinaia di lavoratori e studenti che incontra da alcuni anni, cui racconta la sua storia affinché non si ritrovino mai ad affrontare un dramma come il suo.
“Fare la traversata con mio figlio, che è stato il gancio di traino di tutto il percorso di preparazione all'iniziativa - spiega emozionato Andrea Lanari - è qualcosa di unico ed indescrivibile sotto il piano emotivo, mentre mia figlia Keira, che mi assisterà a bordo di una piccola imbarcazione che ci affiancherà per tutto il percorso, mi darà la forza necessaria per affrontare questa sfida e non rendere vani i lunghi allenamenti, prima in piscina e poi in mare, che stiamo portando avanti da circa un anno”.
“Come Associazione di persone che hanno subìto direttamente o indirettamente le conseguenze di un incidente sul lavoro e di una malattia professionale, conosciamo profondamente la sofferenza che si prova nel ritrovarsi improvvisamente con una disabilità o privati di una persona cara, essendo invalidi del lavoro, orfani e vedove di vittime del lavoro – dichiara il Presidente nazionale ANMIL Zoello Forni – e sappiamo che l’insicurezza sul lavoro è una grave piaga sociale che non accenna a diminuire, come confermano gli ultimi Open Data dell’INAIL”.
“Ho voluto scrivere e segnalare questa impresa anche al Papa e al Presidente della Repubblica - dichiara Andrea - affinché trovino in questa occasione un’opportunità per fare sentire il loro monito non solo in occasione di tragedie inaccettabili e che ci vedono sempre più assuefatti”.
“Per tutti questi motivi l’ANMIL continuerà a battersi per la sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso le Testimonianze delle vittime, soprattutto verso i giovani che dobbiamo educare alla prevenzione affinché queste tragedie non accadano più – continua il Presidente Forni – e siamo grati ad Andrea, ai suoi figli e al team che li ha supportati e li accompagnerà in questa grande avventura, per il grande lavoro e la determinazione che hanno dimostrato in questi mesi. A loro il nostro grande in bocca al lupo”.