Intervento del presidente della Provincia di Taranto
«Terminata la prima fase del confronto sulla Nuova Vertenza Taranto con i rappresentanti istituzionali e il partenariato socioeconomico di Terra Ionica è ora possibile tracciare un primo bilancio del percorso avviato qualche mese dalla Consulta per lo Sviluppo.
La prima impressione che si ricava di questo nuovo percorso intrapreso su iniziativa di Comune e Provincia di Taranto, sindacati, Camera di commercio, Assindustria e Autorità portuale, è senz’altro incoraggiante. Finalmente stiamo riscoprendo quel senso di appartenenza alla nostra comunità che per tanto, troppo tempo, credevamo di aver smarrito. L’idea di lavorare insieme ad un nuovo progetto di sviluppo, infatti, obbliga tutti noi ad assumerci nuove responsabilità. Non solo, siamo anche convinti che otterremo i risultati sperati nella misura in cui faremo fronte comune nella necessaria interlocuzione con la Regione Puglia e il governo nazionale. La compattezza della classe dirigente di Terra Ionica, quindi, come presupposto indispensabile per costruire una nuova stagione di rilancio economico ed occupazionale.
Nel corso delle due riunioni programmate, tenutesi il 16 ed 23 luglio, non sono ovviamente mancati alcuni spunti critici, soprattutto in merito alla composizione della Consulta. Ne abbiamo preso atto, abbiamo spiegato le ragioni della nostra scelta, ma alla fine – ed è questo il dato che fa la differenza – tutti hanno condiviso l’utilità di questa nuova impostazione metodologica.
Nel merito, abbiamo riproposto il ragionamento che ci fa dire che Taranto e la sua provincia non possono più contare sullo Stato o, quanto meno, non più come in passato. Dall’Unità d’Italia al 1995, l’anno della privatizzazione del centro siderurgico, nella buona e nella cattiva sorte ci ha sempre pensato “Mamma Stato” a risolverci piccoli e grandi problemi. Ora la storia è cambiata, sta per cambiare: il nostro obiettivo è creare sviluppo aggiuntivo senza gettare a mare ciò che abbiamo. Difendere il lavoro e creare nuova occupazione, vincere la battaglia della ecocompatibilità e migliorare il sistema infrastrutturale e aeroportuale, promuovere le nostre produzioni tipiche e valorizzare la nostra cultura: è questa la sfida del futuro, ecco la “vision” a cui noi abbiamo dato un nome ed un cognome, Terra Jonica Unica. È un progetto, come molti sanno, che parte da lontano ma che ora sta riscontrando sempre maggiore interesse e curiosità.
Le risorse finanziarie per trasformare il nostro sogno in realtà ci sono: con i fondi Fas, attraverso un raccordo istituzionale con Regione Puglia e Governo, vogliamo completare la Bradanico-Salentina per collegare il Salento e la Terra Ionica alle direttrici tirrenica e adriatica; con la Tangenziale Nord e la Tangenziale sud (ex Regionale 8 Talsano-Avetrana) creare una strada a scorrimento veloce per andare in breve tempo da una parte all’altra della nostra provincia. E ancora: il parco delle Dune, il polo museale, il polo tecnologico, il sistema turistico territoriale. Tante idee, alcune certezze: molte di queste opere, progetti definitivi alla mano, sono cantierizzabili. Per non parlare della nostra grande opportunità: il porto. Ci auguriamo che il Cipe, nella prossima riunione prevista per metà agosto, sblocchi il finanziamento per la piastra logistica. In caso contrario, le assemblee dei Rappresentanti istituzionali e del Partenariato socioeconomico, hanno proposto che si organizzi una manifestazione di protesta.
Ecco dunque che va delineandosi la prospettiva che vogliamo costruire tutti assieme con l’apporto determinante della società civile e delle associazioni, le quali, soprattutto sul versante della lotta all’inquinamento stanno fornendo un contributo essenziale. Nella prima settimana di settembre torneremo a riunirci per raccogliere ulteriori proposte e suggerimenti da parte di tutti quei soggetti, sia pubblici che privati, che hanno a cuore le sorti della Terra Ionica.
Indietro non si torna, il futuro è già qui!»