Secondo D’Alema nel Pd ci sono altri giovani che hanno stoffa
«Non vorrei che questo fosse il nuovo tormentone dell’estate».
Così Massimo D’Alema dal palco della festa dei Giovani Democratici a Torre del Lago (Lucca), ha risposto a chi gli chiedeva se Nichi Vendola potesse essere definito “un riformista”.
«Ho difficoltà a definirlo: lo conosco da 35 anni – ha ricordato D’Alema – quando lui era un esponente della Fgci e io ero il segretario nazionale. Se è nuovo lui siamo nuovi insieme, ed è una cosa che mi fa anche un pò piacere».
D’Alema ha però riconosciuto a Vendola l’intelligenza e la tolleranza: «è una persona estremamente intelligente», anche se poi ricorda che è «bravissimo a cancellare le sue tracce, e la rimozione dei fatti in politica talvolta può essere anche un disastro». Un riferimento a quando il governatore della Puglia militava a sinistra del Pd, “faceva parte di un partito che quando noi eravamo al governo è stata una spina nel fianco”. “Ma ha saputo cancellare un pò di storia e prendere anche le distanze – ha aggiunto D’Alema – da un certo estremismo, e così è riuscito anche a vincere».
Al di là delle battute secondo D’Alema, Vendola può comunque dare «un contributo importante» al partito anche se «ho l’impressione che sia partito estremamente in anticipo: prima bisogna sapere cosa fare, poi con chi e infine pensare alla leadership».
A chi gli ricordava la battaglia persa dal Pd alle primarie, D’Alema ha risposto sottolineando che il partito «doveva fare quella battaglia per tenere aperta una porta al centro», e forse Vendola «il giorno dopo avrebbe anche potuto dire grazie».
Secondo l’esponente del Pd, più volte applaudito in alcuni passaggi, il problema in questo momento non è la scelta di un premier, perchè «il Pd ha fatto le primarie e Bersani le ha vinte, e se domani ci fossero nuovamente le primarie io voterei per Bersani. Non capisco perchè Nichi che si candida per la leadership della sinistra è il nuovo, uno eletto con le primarie è il vecchio».
Per D’Alema, infatti, nel Pd ci sono giovani in grado di portare avanti la politica di questo paese e qui cita il presidente della Toscana Enrico Rossi, quello dell’Emilia Romagna Vasco Errani, Nicola Zingaretti e anche Andrea Orlando, persone «che hanno stoffa» che non hanno paura a mettersi in gioco.