mercoledì 27 novembre 2024


05/08/2010 10:19:15 - Salento - Attualità

Legambiente Puglia: “Il ricorso di Porto Cesareo è uno schiaffo all'ambiente e al turismo sostenibile. Anche il mare prospiciente il Parco di Portoselvaggio-Palude del Capitano è un coacervo di biodiversità che va tutelata e valorizzata”

 
 
Lo scorso maggio, l'esito della Conferenza Stato-Regioni aveva dato il via libera all'allargamento dell'Area Marina Protetta di Porto Cesareo, che avrebbe portato i suoi confini a sud fino a Torre dell'Alto, includendo il tratto di costa antistante il Parco di Portoselvaggio. Se la provincia di Lecce e il Comune di Nardò, nel cui territorio ricade l'area oggetto dell'allargamento, hanno accolto favorevolmente la proposta, il Comune di Porto Cesareo ha deciso di fare ricorso al Tar del Lazio per ottenere l'annullamento del parere reso dalla Conferenza Unificata sullo schema di decreto del Ministero dell'Ambiente di ampliamento dell'AMP al tratto di mare.
“Il ricorso del Comune di Porto Cesareo è una decisione che si scaglia contro l'ambiente e contro uno dei tratti costieri più rilevanti dell'intero territorio nazionale. - dichiara Maurizio Manna, Responsabile Aree Protette di Legambiente Puglia – L'ampliamento, invece, risulta essere culturalmente e tecnicamente un atto necessario e lodevole. Innanzitutto, è culturalmente e moralmente opportuna la tutela del tratto di mare prospiciente il parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano dall'antropizzazione. Inoltre, dal punto di vista tecnico tale scelta è giustificata, poiché sussistono tutte le caratteristiche ambientali per rientrare nell'Area Marina Protetta, date le peculiarità naturalistiche sui fondali e le grotte che custodiscono preziosi tesori di biodiversità.”
“Porto Cesareo deve scegliere tra la strada della speculazione e dell'abusivismo, che ha drammaticamente segnato il suo territorio, e quella della qualità ambientale, – incalzano Sebastiano Venneri, Vicepresidente Nazionale di Legambiente e Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia - È inconcepibile interdire la volontà di un comune limitrofo di proteggere la propria costa per beceri motivi di campanile che poco hanno a che vedere con la buona amministrazione del territorio. Il turismo in Puglia passa per le aree protette e le riserve marine e, per aumentare il livello di qualità, occorre puntare sul turismo eco-sostenibile e sull'istituzione di nuovi parchi piuttosto che sul cemento, sull'antropizzazione e sugli abusi delle strutture alberghiere.”
“Per questo – concludono - invitiamo l'Amministrazione Comunale di Porto Cesareo a rivedere la sua posizione e a valutare positivamente l'ampliamento dell'Area Marina Protetta, che è sinonimo di qualità, valore e attrattività turistica”.
In ogni caso Legambiente si dichiara intenzionata a costituirsi legalmente nel procedimento contro la decisione dell'amministrazione comunale cesarina.










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