Un comunicato dell’Usb: «Gli autisti/soccorritori: categoria invisibile. Appello alle istituzioni»
Aggredisce una operatrice dell’ambulanza del 118, intervenuta in una abitazione di Sava per soccorrere una donna di 83 anni che era andata in arresto cardiaco. L’anziana è poi deceduta nonostante i tentativi di rianimazione dei soccorritori.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno raccolto le testimonianze dei presenti e inviato l’informativa al pm di turno. Il gip del tribunale di Taranto Benedetto Ruberto ha poi dato applicazione al decreto legge che prevede l’arresto in flagranza anche in differita per chi si rende responsabile di aggressione a un operatore sanitario.
Il 51enne, a quanto si è appreso, avrebbe strattonato con violenza la soccorritrice provocandole un trauma distrattivo dell’articolazione di un polso, giudicato guaribile in 15 giorni.
«Allertati dalla centrale operativa del 118 per una paziente di 83 anni, non cosciente, in codice rosso, gli operatori sanitari si sono diretti tempestivamente da Manduria a Sava» è riportato in un comunicato dell’Unione Sindacale di Base. «Per arrivare ci sono voluti circa 7/8 minuti ma, già all’arrivo, il figlio della donna mostrava evidenti segni di esagitazione; infatti, ancor prima che i soccorritori potessero scendere dal mezzo, già aveva iniziato a tirare pugni al vetro dell’ambulanza, lato guida.
L’intervento di altri parenti ha calmato l'uomo e ha quindi consentito agli operatori di scendere dal mezzo e mettere in atto le manovre per il massaggio cardiaco sulla paziente. Per l’anziana, in arresto cardiaco all’arrivo dei sanitari, non c’è stato purtroppo nulla da fare. Il figlio ha dunque reagito nuovamente in maniera aggressiva spintonando l’operatrice che è stata costretta a fare ricorso alle cure del Pronto Soccorso. Per l’uomo è scattato subito l’arresto oltreché la denuncia.
L’Unione Sindacale di Base solidarizza con la lavoratrice aggredita e invita le istituzioni a considerare che, sui mezzi di soccorso, quella degli autisti/soccorritori è spesso l’unica figura presente. Quasi sempre assente il medico, in molti casi anche l’infermiere. Fatto che determina la diretta esposizione di una categoria di “invisibili” al rischio di aggressioni. Invisibili perché troppo spesso non considerati, valorizzati e protetti come si dovrebbe.
Un appello dunque affinché non vengano dimenticati gli operatori sanitari che forniscono il primo soccorso in situazioni di emergenza e per i quali non è prevista alcuna protezione».
Coordinamento Sanitaservice 118 Taranto