Studenti messaggeri di pace, unica vittoria!
Ci concedi, lettore, una premessa? Sii? Grazie, ascoltaci.
Non tarderemo a riferirti l’incontro del 12 dicembre, nel convento San Francesco di Sava, ma prima vogliamo confidarti qualcosa di più intimo. Quando è stato chiesto a noi - ragazzi e ragazze della scuola secondaria di 2° grado Del Prete-Falcone - di partecipare a questa iniziativa, non sapevamo come potevamo davvero contribuire ad una serata sul tema della Pace, tema fortemente voluto dalla fondazione ‘Nucleo di Attenzione per la Famiglia’ (Istituzione scientifica e Umanitaria Nuova Generazione).
Ci pesava sul cuore un senso di inutilità (le nostre parole – pensavamo - potranno forse fermare le bombe?!) e anche una ritrosia offesa per essere comunque sospettati di disimpegno, di spicciolo egoismo, di pigrizia mentale, di essere insomma la generazione, dei materialoni anaffettivi, degni, spesso, di cronaca nera e, talvolta, di carceri minorili. I rari casi – spesso gravissimi – ma tanto spettacolarizzati! – trascinano tutti giù in una generalizzazione che ci indebolisce e ci isola dagli adulti tanto critici. Non è giusto, non ti pare?
Parlandone con le docenti, però e cercando la forza nei testi di Uomini di altissimo ma concreto idealismo, capaci di ridare dignità e coraggio a chi ne è stato privato, con mitezza, abbiamo scelto di aderire, di crederci, di soprassedere ai dubbi che talvolta alcuni adulti ci contagiano… Abbiamo alzato il nostro sguardo e ci siamo coinvolti, sentendoci parte di uno sforzo comune.
Per la prima volta, abbiamo appreso dell’esistenza, a Sava, della Fondazione ‘Nucleo di attenzione per la Famiglia’ sorta nel 2006, dopo l’indignazione suscitata da gravi lesioni inflitte alla famiglia. Proprio nel 2024, la Fondazione ha compiuto il suo 18° anno, esattamente il 10 dicembre, giorno della sua registrazione - misteriosamente - o provvidenzialmente?! - coinciso con la festa dedicata alla Beata Vergine di Loreto che è la più autorevole e benigna ‘mascotte’ che si poteva desiderare: alcuni dei Fondatori li abbiamo visti per la prima volta in questa occasione poiché, con tanta umiltà e discrezione, sono intervenuti leggendo testi sulla pace, sulle ferite inferte alla Terra Santa e facendo memoria di quanto svolto dalla Fondazione cui hanno dato vita e identità.
Perché il Bene è un piccolo seme che come un arcobaleno, incanta con i suoi slanci, che cresce tumultuosamente, avendo in sé un’energia bizzarra, quasi quanto noi giovani, che di montagne russe ce ne intendiamo…Il bene, abbiamo percepito, è più grande di noi… ci precede un po’, come il cielo ad ogni nostro passo.
Ci è spiaciuto non aver ben compreso – a causa di un’acustica insufficiente – delle tante iniziative della Fondazione nel mondo scolastico, militare, accademico, religioso... Sebbene non ne conoscevamo l’esistenza, questa persona giuridica è vissuta ed ha operato al nostro fianco e, dal nostro piccolo Comune, ha saputo collegarsi con enti, con corpi militari, con università pugliesi e non; ha invitato e coinvolto personalità scientifiche di calibro per affrontare problemi scottanti e urgenti come, da ultimo, la comprensione della crisi climatica che tanto peso avrà nei nostri prossimi anni. Abbiamo capito come sia premura della Fondazione stimolare i giovani a partire, nella vita, con il piede giusto, aiutando il corpo a crescere sano – in questi anni non sono mancati eventi per promuovere gli sport - e sostenendo l’interiorità con l’istruzione, la musica, la ricerca del rapporto con il Divino. Insomma, abbiamo inteso come il fine della Fondazione sia quella di promuovere una crescita equilibrata e sana di tutte le componenti della persona, perché è dall’armonia che scaturisce l’equilibrio delle forze vitali da cui, naturalmente e senza forzature, si attuano i valori della convivenza, della legalità, della pace, della solidarietà .E’ diritto di tutti voler crescere secondo un desiderio di felicità che portiamo nel cuore, per noi, i nostri familiari, la comunità locale, nazionale e mondiale. Siamo affidati gli uni agli altri e nostra gioia è fragranza di un lievito comune.
La serata di giovedì 12 dicembre, che ha avuto luogo nella navata centrale del Convento San Francesco di Sava, ha voluto seminare nell’intimo dei piccoli – erano presenti due classi di alunni della Primaria – e di noi ragazzi più adulti, la certezza che la pace è possibile poiché è un bene affidato a noi, creature per la vita, che possiamo difendere e accrescere insieme e, sempre insieme, cercare di rigenerare, con creatività e coesione. La pace è sinonimo di vita. Noi vogliamo essere la generazione della svolta, di una coscienza morale che ci impedirà di collaborare ad azioni di guerra, che ripudiamo, come la nostra preziosa Costituzione ci insegna!
Quando siamo arrivati in questa splendida e ampia chiesa, con un luminoso altare centrale e due navate laterali, dedicate una alla Vergine di Lourdes e l’altra alla contemplazione e al dialogo con Gesù vivo, non sapevamo più dove guardare per la ricchissima presenza di affreschi sul soffitto, di altari laterali, per le sculture di Padre Francesco Gaballo, che con fede ardente e arte ha modellato il bronzo, arresosi, come cera, a tanto amore.
A distrarci vi erano i bimbi di due classi terze dell’istituto comprensivo ‘Papa Giovanni 23°’. Rumoreggiavano appena, tenuti in ordine da genitori e maestre sino alla presentazione del coordinatore della serata, il prof. R. Bascià, che dopo aver ringraziato don Pietro Pesare e la corale per l’accoglienza e l’iniziale canto mariano, ha accolto la Fondazione, come rappresentata, l’istituto Papa Giovanni 23°, nella persona del vicepreside Mario Mezzolla, l’istituto ‘Del Prete Falcone’ per tutto il tempo sostenuto e incoraggiato dalla nostra dirigente Pierangela Scialpi. Erano presenti anche autorità dell’Amministrazione comunale: la vice-sindaca Roberta Friolo, il consigliere Lorenzo Magrì, l’assessore Di Punzio.
Dopo l’introduzione della serata e un dialogo sulla natura e la finalità della Fondazione, i piccoli alunni, hanno dato voce alle loro composizioni sul tema della pace; versi di semplicità poetica declamati con i loro occhi scintillanti e i loro teneri corpicini, in gruppi di voci acute che, infine, si sono agglutinate in un delizioso canto corale: ‘Ninna nanna per la pace’.
I genitori dei bimbi, a loro volta, luccicavano di commosso incanto e catturavano quanta più emozione possibile, con numerosi scatti e video.
Poi, una volta che i bimbi, sicuramente un po’ infreddoliti, si sono allontanati, siamo stati noi, maturandi dell’istituto Del Prete-Falcone a leggere i testi scelti con le professoresse di Lettere Mancino, Biasi e Pichierri: dal microfono dell’ambone, abbiamo, con sincera adesione e non senza emozione, declamato parole di bellezza e poesia, frasi di invincibili ragionamenti, appelli accorati di veri operatori di pace (San Giovanni Paolo II, il Mahatma Gandhi, politici, poeti, ambientalisti, educatori, ambasciatori e altri ancora che hanno tenacemente voluto la pace, pur appartenendo a nazionalità, religione, livello culturale e sociale diversissimi.
Se a scuola studiamo prevalentemente la storia che narra di guerre vi è una storia parallela da costruire e su cui fare leva: è la storia degli Operatori di pace, che dimenticando ‘le piccole virtù’ - ed esprimendo il nucleo più autentico e libero della loro umanità - hanno fatto fiorire la pace in sé e intorno a sé, beneficando molti.
Sarebbe lunghissimo darvi conto di tutti i testi e le riflessioni condivise: possiamo solo porgervi qualche assaggio: come la frase di Danilo Dolci: “Chi litiga, chi fa una guerra è di solito un nevrotico a persona sana cerca di capire quale sia il problema. Quando si fanno guerre vuol dire che non si conosce la situazione da affrontare: per questo motivo la pace viene a essere il riflesso dei problemi risolti.”
Oppure la riflessione sulla necessità di perdono e giustizia di S. Giovanni Paolo II:<<La vera pace, pertanto, è frutto della giustizia, virtù morale e garanzia legale che vigila sul pieno rispetto di diritti e doveri e sull'equa distribuzione di benefici e oneri. Ma poiché la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta, esposta com'è ai limiti e agli egoismi personali e di gruppo, essa va esercitata e in certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati. Ciò vale tanto nelle tensioni che coinvolgono i singoli quanto in quelle di portata più generale ed anche internazionale. Il perdono non si contrappone in alcun modo alla giustizia, perché non consiste nel soprassedere alle legittime esigenze di riparazione dell'ordine leso. Il perdono mira piuttosto a quella pienezza di giustizia che conduce alla tranquillità dell'ordine, la quale è ben più che una fragile e temporanea cessazione delle ostilità, ma è risanamento in profondità delle ferite che sanguinano negli animi. Per un tale risanamento la giustizia e il perdono sono ambedue essenziali. (San Giovanni Paolo II, Giornata per la pace 2002)>>.
Dei tanti versi letti, scegliamo questa poesia, condivisa in chiusura di serata, di Jorge C. Andrade - poeta, storico e diplomatico dell’Ecuador.
Verrà un giorno più puro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo.
Una luce nuova
avvolgerà tutte le cose.
Gli uomini canteranno per le strade
ormai liberi dalla morte violenta.
Il frumento crescerà sui resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo apparterrà alle fonti d’acqua
e alle spighe che imporranno il loro impero
di abbondanza e freschezza, senza frontiere.
Grazie! Vi invitiamo a unirvi alla mite preghiera di Papa Francesco per una generale tregua per il S.Natale: tacciano finalmente le armi … i cuori di tutti siano visitati dal balsamo divino della pace!
di Buscicchio Diego, Lorenzo Greco, Andrea Lanzo, Cosimo Lonoce e Francesco Mancino della VA Elettronica del plesso Del Prete
Desideriamo menzionare e ringraziare di cuore, per la lettura di alcuni brani, Rebecca Aprile allieva della IIIA Artigianato del Made in Italy, Jasmine Cavallo, Giada Carlucci e Aurora Marino studentesse della VA Servizi per la Sanità e l’assistenza sociale.