venerdì 20 dicembre 2024


20/12/2024 08:08:19 - Manduria - Attualità

“Allora, Giorgina, vuoi comprare questa scopa?” le chiese improvvisamente il povero mercante, che sembrava aver intuito incredibilmente i pensieri della giovane.“Come fai a sapere che mi chiamo Giorgina, che ho bisogno di una scopa, e perché mai dovrei acquistare questa inutile ramazza?” domandò sbalordita la donna

Un giorno, una giovane e povera donna di nome Giorgina si recò al mercato del villaggio per acquistare una scopa. Tuttavia, girando di qua e di là, non riusciva a trovarne una, poiché erano già state tutte vendute. Ormai priva di speranza, sulla via del ritorno nella sua umile casa notò un misero venditore ambulante che stringeva tra le mani una scopa, peraltro usata e logora.

 “Allora, Giorgina, vuoi comprare questa scopa?” le chiese improvvisamente il povero mercante, che sembrava aver intuito incredibilmente i pensieri della giovane.

“Come fai a sapere che mi chiamo Giorgina, che ho bisogno di una scopa, e perché mai dovrei acquistare questa inutile ramazza?” domandò sbalordita la donna.

“Io conosco tutti in questo villaggio e riesco a leggere nella mente di ognuno. È l’unica scopa che possiedo, ti prego: non ho altra mercanzia da vendere. Te la cederò a un prezzo vantaggioso. È un po’ consumata, ma ti assicuro che spazza ancora molto bene”, rispose il misterioso mercante, cercando di persuadere Giorgina.

Incuriosita, la giovane decise di accogliere la proposta, ma pose una condizione al mercante:

“Facciamo un patto”, disse con tono diffidente. “Se è vero ciò che sostieni, io terrò la scopa; ma se si dimostrerà inutilizzabile, te la restituirò e tu dovrai rimborsarmi il doppio di quanto l’ho pagata”.

“Accetto, Giorgina”, replicò soddisfatto il venditore.

Convinta, la donna acquistò la scopa per pochi spiccioli. Tornata a casa, Giorgina scoprì di non aver fatto un cattivo affare: la scopa era maneggevole e spazzava efficacemente, permettendole di pulire il pavimento della sua dimora in poco tempo. Dopo aver verificato l’utilità della scopa, Giorgina decise di tenerla e non restituirla al mercante. Con il passare del tempo, l’oggetto si rivelò un prezioso alleato nelle faccende domestiche, semplificando e velocizzando le sue attività di pulizia.

Un giorno, mentre spazzava il cortile, Giorgina notò qualcosa di insolito: sotto uno spesso strato di polvere, la scopa iniziò a vibrare leggermente ed emanò una luce tenue. Con grande stupore, vide comparire sul manico delle incisioni e dei simboli che prima non c’erano. Incuriosita e un po’ intimorita, Giorgina continuò a osservare. Improvvisamente, la scopa emise un suono melodioso e si illuminò completamente, trasformandosi in una splendida fata dalle ali scintillanti.

Sorridendo con dolcezza, la fata disse: “Grazie per avermi liberata dalla mia forma di scopa. Sono una fata e fui trasformata molti anni fa da una strega malvagia che si opponeva alla mia bontà costringendomi ad essere inoperosa. La tua gentilezza e la tua onestà mi hanno permesso di tornare alla mia forma originale. Come segno di gratitudine, esaudirò un tuo desiderio”.

Giorgina, incredula ma felice, chiese alla fata di portare prosperità e felicità nella sua vita, in quella della sua famiglia e di tutto il villaggio. La fata acconsentì con un sorriso radioso e prima di scomparire lasciò un avvertimento: “Usa questo dono con saggezza. Ricorda, però, che il tuo desiderio non deve mai essere rivelato, o la magia svanirà”.

Giorgina mantenne il segreto, ma ogni tanto, guardando la vecchia scopa, si domandava se un giorno avrebbe riscoperto un’altra magia nascosta.

Qualche tempo dopo, Giorgina tornò al mercato per ringraziare il mercante. Tuttavia, non lo trovò: era scomparso. Solo anni dopo scoprì che anche lui era una creatura magica, incaricata di mettere alla prova la gentilezza e la bontà delle persone.

Da quel giorno, la vita di Giorgina cambiò radicalmente. La sua casa fu sempre colma di abbondanza, la famiglia visse felice e serena e Giorgina divenne una figura rispettata e ammirata da tutti nel villaggio. La scopa, ormai priva di magia ma sempre utile, rimase con lei come un ricordo dell’incredibile incontro con la fata.











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