mercoledì 22 gennaio 2025


21/01/2025 17:00:01 - Salento - Attualità

Lo studio rivela informazioni fondamentali sui cambiamenti metabolici che si verificano nei pazienti con linfoma non-Hodgkin a cellule B recidivante o refrattario

Uno studio condotto da un team di esperti in ematologia presso l'IRCCS di Bologna e il laboratorio di profilazione metabolica dell'Università del Salento ha identificato i principali marcatori metabolici associati alla recidiva nei pazienti con linfoma non-Hodgkin a cellule B sottoposti a terapia con cellule CD19.CAR-T

La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista "Haematologica", è stata condotta dalla dott.ssa Serena de Matteis, sotto la supervisione della dott.ssa Francesca Bonifazi e del prof. Massimiliano Bonafè (IRCCS Bologna), e per Unisalento dal prof. Francesco Paolo Fanizzi, dalla prof.ssa Federica De Castro del laboratorio di Chimica Generale e dalla prof.ssa Anna Maria Giudetti del laboratorio di Biochimica dell'Università del Salento, con il supporto di fondi PNRR.

Lo studio rivela informazioni fondamentali sui cambiamenti metabolici che si verificano nei pazienti con linfoma non-Hodgkin a cellule B recidivante o refrattario (r/r/B-NHL) trattati con la terapia CD19.CAR-T. I ricercatori hanno esplorato come la metabolomica possa offrire biomarcatori plasmatici predittivi per anticipare gli esiti clinici in questi pazienti, fornendo la possibilità di identificare in anticipo i soggetti a rischio di recidiva e ottimizzare le strategie terapeutiche per favorire remissioni durature.

La terapia con cellule CAR-T, inclusi i prodotti CD19.CAR-T come tisa-cel e axi-cel, ha rivoluzionato il trattamento del B-NHL recidivante o refrattario, una patologia spesso difficile da gestire con le terapie convenzionali. Tuttavia, nonostante le remissioni significative ottenute con questa innovativa strategia terapeutica, alcuni pazienti manifestano ricadute anche dopo il trattamento. Lo studio si è concentrato sull'analisi dei cambiamenti metabolici nei pazienti sottoposti alla terapia CAR-T, correlando tali variazioni con gli esiti clinici. Monitorando i cambiamenti metabolici nel primo mese dopo l'infusione, i medici possono ottenere preziose informazioni sulla risposta individuale al trattamento, aprendo la strada a un approccio terapeutico più personalizzato.

Un aspetto innovativo della ricerca è l'identificazione di specifici marcatori metabolici associati sia alla recidiva che all'infiammazione sistemica, offrendo nuove prospettive per interventi precoci e mirati. Questi risultati evidenziano il potenziale dei biomarcatori metabolomici per integrare i metodi di monitoraggio esistenti, consentendo agli oncologi di adattare meglio le terapie ai profili metabolici individuali e migliorando significativamente gli esiti per i pazienti con r/r/B-NHL.

Considerando che la terapia con cellule CAR-T comporta costi elevati, sia per la produzione delle cellule geneticamente modificate sia per i trattamenti di supporto post-infusione, la possibilità di identificare precocemente i pazienti a rischio di recidiva attraverso biomarcatori metabolici consente di adottare strategie terapeutiche mirate e ottimizzare l'uso delle risorse sanitarie.

Questa ricerca rappresenta un importante passo avanti nell'oncologia clinica, offrendo la promessa di decisioni terapeutiche più accurate e basate sui dati per migliorare i tassi di sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti affetti da B-NHL recidivante/refrattario. L'integrazione futura della profilazione metabolomica nella pratica clinica potrebbe rivoluzionare l'approccio ai linfomi a cellule B e ad altre neoplasie, permettendo cure sempre più personalizzate e mirate.











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