«La volumetria originaria della discarica era pari a 630.000 metri cubi con altezza media dei fronti di 7 metri e un’estensione pari a 109.000 metri quadrati. Oggi con il nuovo sopralzo le campate raggiungerebbero un’altezza di 14 metri per un totale di 1.168.000 metri cubi di rifiuto solido urbano»
Riceviamo, e pubblichiamo, una nota stampa del consigliere regionale Antonio Paolo Scalera (LPD). Ecco il testo.
«La Giunta regionale ha dato il via libera all’aggiornamento del Piano regionale di gestione rifiuti urbani (PRGRU) per quanto concerne il segmento della filiera degli smaltimenti in discarica. In questo aggiornamento è stato inserito il sopralzo della discarica “Manduriambiente” situata nel Comune di Manduria. Il PAUR (provvedimento autorizzativo unico regionale) non è stato ancora pubblicato, ma Manduriambiente – ha dichiarato il consigliere regionale Antonio Paolo Scalera - potrà effettuare il sopralzo, simile a quello già realizzato una decina di anni fa, che aveva ottenuto il via libera dalla Conferenza dei Servizi del gennaio di un anno di fa, nonostante i pareri contrari espressi da Asl Taranto e dal Consiglio comunale di Manduria.
Una decisione che va nella direzione opposta alle tante criticità evidenziate per quel sito e riguardano il rischio di percolazione in falda, l’eccessiva concentrazione di impianti a forte impatto ambientale nella zona, le emissioni odorigene intollerabili per la cittadinanza. Anche Arpa Puglia, nel corso del procedimento, ha espresso parere negativo sulla parte VIA e AIA, anche se tale parere è solo di carattere consultivo, ma, comunque, restano le criticità riferite a quel sito da parte dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente, criticità che la Regione Puglia non ha mai preso in considerazione.
La volumetria originaria della discarica era pari a 630.000 metri cubi con altezza media dei fronti di 7 metri e un’estensione pari a 109.000 metri quadrati. Oggi con il nuovo sopralzo le campate raggiungerebbero un’altezza di 14 metri per un totale di 1.168.000 metri cubi di rifiuto solido urbano. C’è da ricordare – ha proseguito Scalera - che dopo l’esposto di alcuni cittadini il ministero dell’Ambiente aveva chiesto un parere a ISPRA per escludere rischi ambientali e sanitari. Tale parere è stato redatto ed inviato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e alla Regione e anche se, in quel parere, si esclude la sussistenza di un danno o di una minaccia imminente al corpo idrico sotterraneo, si evidenzia che, oltre a quanto già prescritto da ARPA Puglia, ovvero quello di proseguire, a carico del Gestore, il monitoraggio delle acque sotterranee, sarebbe opportuno avviare un’indagine complessiva sullo stato delle acque sotterranee, con particolare riferimento agli eventuali aumenti di concentrazione dei contaminanti. ISPRA segnalava, altresì, di procedere ad una verifica periodica dell’integrità delle barriere di fondo dell’impianto e suggeriva di prevedere, nell’ambito del Piano di monitoraggio ambientale, un approfondimento, su vasta area, delle conoscenza sullo stato chimico del corpo idrico sotterraneo sottostante al comprensorio anche mediante la realizzazione di nuovi pozzi e nuove campagne di indagine.
ISPRA, insomma, consigliava di mettere in atto una serie di operazioni prima di procedere con il rilascio dell’autorizzazione definitiva da parte della Regione Puglia.
Per tutte queste ragioni – ha concluso Scalera – ho depositata nella Commissione Ambiente una richiesta urgente di audizione chiedendo l’ascolto dell’assessore regionale all’Ambiente, del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Taranto, del sindaco del Comune di Manduria, del direttore generale di ARPA Puglia, della direzione scientifica di ARPA Puglia e del direttore del Dipartimento ARPA Taranto per sapere, se essendo quella discarica ormai esaurita, che risulta essere già di 10 metri circa fuori terra, che ha beneficiato di un primo sopralzo, che da 15 anni la città di Manduria subisce un impatto ambientale negativo, oltre che dalla presenza della discarica Manduriambiente, di un impianto di trattamento di rifiuti organici e della discarica “Li Cicci” per rifiuti solidi urbani indifferenziati, ad oggi esaurita e in attesa di bonifica, la Regione Puglia non ritenga di rivedere la decisione assunta, per dare finalmente ristoro ad un territorio e ad una comunità che ha già pagato ampiamente in termini ambientali e con gravi ripercussioni sulla salute e sullo sviluppo di un territorio che ha grandi potenzialità di sviluppo».