mercoledì 09 aprile 2025


27/02/2025 17:08:23 - Manduria - Attualità

«La totale assenza di una forza politica cittadina che possa imporsi presso le istituzioni politiche regionali è evidente a tutti. Al di là di qualche esternazione di facciata, le braghe sono state calate già da tempo»

Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato del gruppo Demos. Ecco il testo.

«Dal più piccolo sentiero di montagna, dalla più stretta stradina di campagna, fino ad arrivare all’autostrada e, infine, alle rotte aeree, si sa che le vie di comunicazione sono importanti perché permettono il transito dell’uomo.

Si sa, anche, che beneficiare della presenza delle strade è un dono si della natura, per la conformazione particolare del terreno, ma è anche frutto della caparbietà dell’uomo di portarsi oltre limiti già decisi o da se stesso (le colonne d’Ercole per esempio, o da quella natura che “prima da e poi toglie”.

Reminiscenze leopardiane a parte, dire strada è dire progresso, è dire sviluppo, è dire futuro! A Manduria tutto questo non c’è. Come tutti gli astanti sanno, la nostra cittadina, per dono degli dei e per caparbietà degli uomini è stata a lungo al centro di un antichi crocevia di traffici.

“Uomini, bestie ed eroi”, titolo di una bellissima storia di Ken Parker - chi se lo ricorda? - hanno solcato quelle vie di cui sopra per giungere, stanziare e poi lasciare, la nostra cittadina. Tutto ciò ha sempre portato benefici, ha portato denaro, ha portato cultura. Questo un tempo, ora non più. Le uniche strade quasi degne di essere chiamate tali sono quelle che portano al già nauseabondo depuratore consortile e alla da tempo puzzolente discarica ora ampliata. A queste si aggiunge quella per il cimitero.

Il territorio di Manduria oggi non è attraversato da alcuna arteria importante che possa collegarci in breve tempo alle rotte commerciali importanti, superstrada prima e autostrada poi. È destinato a perire se si continuerà in questo modo. È inutile negarlo. La totale assenza di una forza politica cittadina che possa imporsi presso le istituzioni politiche regionali è evidente a tutti. Al di là di qualche esternazione di facciata, le braghe sono state calate già da tempo. A nulla servono i faraonici progetti portati da altri che consumeranno soltanto altro suolo e deturperanno ancora di più la fascia di territorio a ridosso del litorale.

In città non va certo meglio. Le buche regnano sovrane e a parte qualche eccezione in centro, le cose non vanno affatto bene dappertutto. La modernizzazione dei sottoservizi sta producendo un cimitero di “rappezze di asfalto” contro cui poco si potrà fare. Quando il sottostante materiale di riempimento e di chiusura si rassetterà, li nasceranno altre… “conche di città”, come cantavano gli Ota Ota. Esempio eclatante è la situazione di via Federico Schiavoni. I lavori per un parcheggio per pochi posti auto, fortemente voluto dall’Amministrazione nonostante un muro di proteste a suo tempo si sia levato, hanno paralizzato un’intera arteria stradale della massima importanza per lo snodo del traffico verso l’ospedale cittadino, capolinea di una serie di servizi sanitari che vede lungo quella strada, una farmacia e uno studio pediatrico.

La presenza in quel cantiere, in pieno centro storico, di mezzi pesanti così impattanti sta mettendo a dura prova l’enorme sotto servizio presente da decenni lungo la strada e cioè il canale della fogna bianca, canale fortemente interessato da altri lavori all’incrocio di via Schiavoni con viale Mancini.

Risultato? Le forti vibrazioni e gli scavi con mezzi pesanti stanno provocando il crollo della volta del canale della fogna bianca e quindi la totale impraticabilità dell’asse viario in questione.

Sul viale poi c’è lo scempio del cantiere per le tanto volute piste ciclabili e per soli 20 alberi. Anche qui la teoria del 20 trova applicazione. Il canale di via Schiavoni, se la memoria non ci inganna - Giuse Coco perdonaci se sbagliamo - è il cosiddetto “canale romano” del ventennio fascista. I posti auto del parcheggio della ex piazza coperta sono 20. Gli alberi pure…. Che ci sia un recondito ed esoterico ammiccamento alla situazione politica internazionale che vede la recrudescenza della destra?

Cari politici…MANISCIÀTIBI ca li cristiani non ci la sta fannu cchiui».

 

Gruppo Demos











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