«“A Sinistra!” punta a diventare il centro di attrazione di diverse soggettività di conflitto e il luogo di costruzione di una proposta politica di vera alternativa»
Presentato a Manduria il progetto politico del movimento “A Sinistra”.
«“A Sinistra!” rappresenta la confluenza di soggettività che provengono da culture politiche antifasciste diverse ma affini, dal progressismo alla democrazia municipale, dall’ecologia al femminismo, alla tradizione socialista e comunista, unite insieme dentro il tentativo, non facile ma necessario, di restituire alla città la presenza di una vera sinistra che ponga al centro dell’agenda politica la trasformazione radicale della nostra comunità in senso egualitario, libertario, progressivo, inclusivo, ecologista» è riportato in un comunicato del movimento politico “A Sinistra” di Manduria e Avetrana.
«Il progetto di “A Sinistra!” è ambizioso e prescinde dalle legittime identità organizzative dei soggetti fondatori che immaginano un percorso unitario, accettando la sfida di essere qualcosa in più di se stessi, consapevoli che, al netto delle condizioni storiche oggettive, nessuno degli attuali soggetti organizzati della sinistra radicale italiana sia da solo sufficiente a ricostituire un tessuto sociale e una soggettivazione politica che, soprattutto nella nostra comunità cittadina, appaiono da troppo tempo svuotati. Fuori dai partiti organizzati, comunque, le adesioni individuali sono state da subito la forza del movimento.
C’è bisogno, in questo luogo e in questo momento, di contrapporsi alla complessa articolazione della moltitudine di microcosmi che, a sinistra del PD e del M5S, sono stati resi politicamente ininfluenti da un sistema elettorale e politico che inasprisce i conflitti impedendo la loro reale traduzione in una proposta politica unitaria. “A Sinistra!” punta a diventare il centro di attrazione di diverse soggettività di conflitto e il luogo di costruzione di una proposta politica di vera alternativa.
Ciò che ha reso improcrastinabile questo tentativo è la considerazione di quanti e quali effetti abbia prodotto nei lustri l’assenza dall’orizzonte politico manduriano di una forza sinceramente e inequivocabilmente “di sinistra”. La domanda che ci siamo posti è: oggi, nel 2025, Manduria verso quale direzione si muove? Ma poi: si muove? O siamo ancora fermi, solo con qualche toppa qua e là e con gli stessi problemi di sempre?
Servizi pubblici ancora inefficienti, un centro storico che rischia di spegnersi, il turismo lasciato a iniziative private senza una vera strategia pubblica, i giovani costretti ad andarsene perché Manduria non offre loro prospettive. Dove sono le politiche per il lavoro, per il sociale, per l’ambiente? Dove sono le politiche per il diritto alla casa, per la tutela dei più deboli, per il sostegno ai piccoli commercianti e artigiani locali? E se pure il nostro dire non punta a far combaciare queste criticità con la sola amministrazione degli ultimi quattro anni ma è messo in diretta correlazione con l’assenza, negli anni, di un’alternativa decisamente progressista per questa città, quello che chiediamo, anzi, pretendiamo è discontinuità.
Non c’è da correggere, c’è da ricominciare. Noi vogliamo costruire una città dove nessuno sia lasciato indietro, dove la politica non sia fatta di risposte difensive ma di proposte coraggiose.
Manduria ha bisogno di un modello diverso:
• Una vera partecipazione, con incontri pubblici, comitati di quartiere, assemblee cittadine, strumenti di democrazia diretta per coinvolgere davvero la gente nelle scelte che la riguardano.
• Serve un piano per il lavoro giovanile, incentivi veri per chi investe sul territorio senza speculazioni, politiche per un turismo che sia rispettoso del territorio e delle persone che ci vivono tutto l’anno.
• Una città che punta solo sulla “riqualificazione urbana” senza pensare alla qualità della vita delle persone è una città che costruisce facciate, non comunità. Servono strutture che abbiano una visione, più politiche per l’inclusione, un sostegno concreto ai lavoratori precari, misure per il diritto alla casa e il potenziamento dei servizi pubblici.
• Le bandiere multicolore servono a poco se poi non c’è un vero piano di tutela del paesaggio, della costa, senza un piano ampio di gestione sostenibile delle risorse idriche, senza una strategia più grande. Serve un rilancio poderoso di politiche per il verde pubblico.
• Sogniamo una città con zero barriere architettoniche e mentali, che sia davvero inclusiva rispetto ai bisogni di ciascuno e capace di offrire spazi reali di incontro e di crescita. Sogniamo una città che dopo aver versato fiumi di lacrime, si adoperi da subito per mettere in sicurezza le nostre strade (dall’incrocio maledetto sulla Manduria-Maruggio all’altezza di contrada Torre Bianca, alla Uggiano-Sava).
La discontinuità che vogliamo per questa città deve riguardare i temi, le soluzioni ma anche i modi. Una cosa che di certo imputiamo all’attuale amministrazione è il non-dialogo con i cittadini. È sotto gli occhi di tutti come le decisioni siano calate dall’alto, senza un vero percorso partecipato, senza una visione realmente inclusiva che tenga conto delle esigenze di chi vive Manduria ogni giorno, non solo di chi la amministra. Dentro questo quadro, riteniamo che la vicenda che ha interessato viale Mancini sia una colpa inemendabile».
Una parte del comunicato è dedicata alla notizia del momento: l’ipotesi di sopralzo della discarica e i due comitati che vi si oppongono.
«Nel nostro territorio sono presenti due discariche di rifiuti “tal quali” (“Li Cicci” e “Manduriambiente”) ed un impianto di compostaggio privato. Attualmente solo l’impianto di compostaggio è funzionante.
La discarica “Li Cicci” chiusa da anni, pare sia iniziata l’opera di bonifica dell’area. Opera da verificare e da capire se la bonifica comporterà anche il disinquinamento delle falde.
La discarica “Manduriambiente”, attualmente è ferma in attesa di autorizzazione di ampliamento della stessa.
“Manduriambiente” è nata, nel 2003, secondo il “decreto Ronchi” come piattaforma di separazione dei rifiuti e produzione CDR per alimentare l’inceneritore presente a Massafra. L’area autorizzata di discarica nell’impianto era sino al “piano calpestio”, per poi, una volta raggiunto quel livello, essere chiusa.
Tutto ciò non è accaduto.
All’interno di quella discarica, la separazione dei rifiuti non c’è mai stata, appena nata si è trasformata in “discarica tal quale” e quindi, nel 2011, in piena crisi della gestione dei rifiuti, la società gestore dell’impianto, “Manduriambiente”, chiese autorizzazione per il sopralzo, che ottenne con il voto anche favorevole del consiglio comunale di Manduria.
Oggi, ci troviamo di fronte ad una seconda richiesta di ampliamento da parte del gestore “Manduriambiente”.
La Regione Puglia, la giunta regionale, visto l’ennesima incapacità di saper gestire il ciclo di chiusura dei rifiuti, sembra orientata a dare il consenso a questo ampliamento.
La legge è chiara: tutti i comuni che non hanno raggiunto almeno il 65% di raccolta differenziata devono essere commissariati. Purtroppo la regione Puglia non ha avuto il coraggio di commissariare un comune come quello di Taranto e preferisce dare autorizzazione all’ampliamento di una discarica come quella di un Comune, Manduria, che ha raggiunto il 70% di raccolta differenziata.
Da quando si è aperto il procedimento di valutazione regionale (PAUR) per autorizzare l’ampliamento della discarica, il comune di Manduria è sempre stato contrario, anche “forte” di una delibera di consiglio comunale, convocata con oggetto monotematico.
Gli enti Arpa e Asl, in un primo momento hanno dato parere negativo ma adesso, invece sono favorevoli.
Perché questo cambio di rotta?
Noi presumiamo che sia avvenuto grazie ad una legge nazionale, la cosiddetta “eco-reati”. Rispetto al passato alcuni parametri degli inquinanti sono rientrati, senza avere una visione più grande del rischio sanitario e cioè che i danni alla salute vengono fuori dopo anni.
Nell’ultima audizione della commissione regionale ambiente, che si sta occupando dell’ampliamento della discarica manduriana, convocata il 31 marzo 2025, i componenti hanno deciso di organizzare una visita nei luoghi della discarica stessa. In quell’occasione, il sindaco di Manduria, ribadendo la sua contrarietà all’ampliamento, ha annunciato la volontà di creare un comitato “Istituzionale” contro l’ampliamento della discarica.
Qualche giorno prima dell’audizione del 31 marzo, invece, si è costituito un comitato detto “civico”. Mettiamo “civico” tra virgolette, perché i componenti del comitato fanno riferimento, ad esclusione di Demos, a partiti di destra.
Da subito, come soluzione della gestione di chiusura del ciclo di rifiuti, il “comitato civico” ha paventato l’ipotesi degli inceneritori. Per noi, ipotesi scellerata. Questa mancanza di volontà del “comitato civico” a schierarsi apertamente anche contro qualsiasi ipotesi di termovalorizzazione del territorio, rende impossibile una nostra partecipazione.
È infatti accertato che gli inceneritori, oltre ad emettere fra le altre sostanze cancerogene, la diossina, necessitino di un’elevata quantità di rifiuti, superiore a quella prodotta nella sola provincia di Taranto, in condizioni di raccolta “tal quale”.
Riteniamo inoltre impercorribile la “soluzione transitoria” proposta dal “comitato civico” di impegnare il Sindaco a produrre una delibera di chiusura della discarica per rischio sanitario. La richiesta di delibera di chiusura della discarica è improponibile dal momento in cui, per essere “autorevole”, quest’ultima, deve essere correlata dalla “Valutazione di Rischio Sanitario”. E chi effettua questa Valutazione? L’Arpa, L’asl, la Regione Puglia e Manduriambiente.
Queste cose le abbiamo ribadite anche in sede di riunione del “comitato civico” alle quali eravamo presenti, purtroppo senza essere ascoltati. Temiamo che ci si muova solo in maniera strumentale per soli fini elettorali e propagandistici che perdono di vista l’obiettivo.
Per quanto riguarda la creazione del comitato “istituzionale” che dovrebbe dare forza al ricorso che il Comune di Manduria presenterà al Tar (ricorso si basa e si fonda su procedure amministrative sbagliate in merito all’autorizzazione da concedere alla società “Manduriambiente”), comitato voluto dal sindaco di Manduria Pecoraro, per noi, è tardiva.
Come è accaduto in passato, l’Amministrazione Pecoraro si è distinta negativamente soprattutto per la mancata condivisione delle scelte politiche e progettuali con i cittadini e con tutti i “portatori d’interesse comune”.
Riteniamo comunque doveroso partecipare alla lotta contro l’ampliamento della discarica e, per noi progressisti, antifascisti e libertari, l’unico posto in cui possiamo avere una voce, partecipando democraticamente alle visite della commissione regionale ambiente, è il comitato “Istituzionale”.
Siamo consapevoli del fatto che questa nostra scelta potrà dare adito a interessate speculazioni ma questa nostra partecipazione non può in alcun modo essere vista, come da qualcuno già ipotizzato, come un appoggio all’attuale amministrazione comunale. Siamo stati e siamo critici su diverse decisioni, dal citato taglio degli alberi di viale Mancini alla nuova gara sulla gestione delle spiagge, e, in generale, sulle modalità di intendere l’onere di amministrare una città.Siamo fiduciosi nell’intelligenza di chi, leggendo questo documento, saprà cogliere l’importanza che questo gruppo dà alla parola “discontinuità”, chiarezza che sarebbe importante facessero, piuttosto, altre formazioni politiche. Noi non ci fermeremo e saremo vigili su tutte le tematiche e tutte le criticità.
Concludiamo con l’invito a quante e quanti possano essere interessati, ad avvicinare e supportare questo movimento: “A Sinistra!” ha l’ambizione di poter essere attrattiva sia per chi, disilluso, da tempo ha smesso la passione politica, sia per le tante e i tanti giovani che sentono esploderla dentro quella passione ma non trovano chi creda nella loro voglia di un mondo migliore.
Per Manduria serve un cambiamento vero. Noi siamo pronti a costruirlo».
Movimento politico
A Sinistra!
Manduria-Avetrana