Dati sbalorditivi: l’affluenza nella seconda metà di agosto e le prenotazioni di settembre
In quasi tutte le località italiane, la crisi economica anche in questo 2010 ha fatto registrare un calo delle presenze turistiche, sia nel mese di luglio che ad agosto. Si prevede una perdita complessiva a fine estate di 1,5 miliardi di euro. In termini percentuali si parla di un calo di circa il 2% rispetto al 2009, quando l’estate era stata ancora più nera con -4,5%.
A dispetto di queste cifre, c'è fortunatamente un'isola felice (meglio dire una penisola felice) che paradossalmente ha dato e sta dando dimostrazione di dati addirittura capovolti, con un incremento del 5,2% a luglio e nella prima metà di agosto e, dato ancora più sbalorditivo, del 9,3% nella seconda metà di agosto. Un incremento, quest’ultimo, assolutamente imprevisto che sta dando una carica di fiducia e di ottimismo agli operatori e alla popolazione tutta.
Parliamo del Salento, il famoso “tacco d’Italia” che negli ultimi anni, grazie anche alle continue, originali ed innovative campagne di promozione messe in atto dai giovani studenti di “Repubblica Salentina”, ha sviluppato un appeal unico ed è divenuto meta di scoperta e di valorizzazione da parte di un pubblico sempre più numeroso e variegato. Ne sa qualcosa il grande Roberto Benigni che proprio in questi giorni è qui, in terra salentina, insieme alla bella moglie Nicoletta Braschi. Il premio Oscar italiano è ospite dell’amico Giorgio Forni, il notaio bolognese che insieme alla moglie ha acquistato e ristrutturato un’antica masseria in agro di Specchia. E se, come il notaio Forni, anche l’attrice inglese premio Oscar Helen Mirren, il regista Francis Ford Coppola, l’oncologo Umberto Veronesi, il banchiere Roberto Vitale e tanti altri personaggi noti hanno scelto di acquistare immobili e terreni in questo estremo lembo di Italia, un motivo dovrà pure esserci.
Lo chiamano il Salento dei tre miracoli, anzi no, questa volta ce ne prendiamo la totale paternità, siamo noi di Repubblica Salentina a definirlo così. Il primo miracolo lo abbiamo appena descritto, riguarda l’afflusso turistico che, in assoluta controtendenza, ogni anno registra incrementi sempre più importanti negli arrivi, con ospiti che giungono sia dall’Italia che dall’estero. Il secondo miracolo è il fenomeno che va sotto il nome di “Notte della Taranta” e qui di seguito ve ne spieghiamo il motivo, il terzo miracolo è rappresentato dalla naturale ed innata “allergia” che il Salento ha per la vita frenetica, la cosiddetta “fast life”, tanto da meritarsi il titolo di capitale della “Slow Life”.
Il grande evento della “Notte della Taranta” non lo annoveriamo fra i “miracoli” in quanto richiama ogni anno più di 100mila spettatori (sono tantissimi gli eventi che riescono a fare numeri ben più importanti) e nemmeno perché ha avuto come Maestri concertatori grandi nomi come Daniele Sepe, Piero Milesi, Joe Zawinul, Vittorio Cosma, Stewart Copeland, Ambrogio Sparagna, Mauro Pagani e, quest’anno, Ludovico Einaudi, ma perché riteniamo che sia l’unico evento al mondo capace di richiamare 100mila GIOVANI ad un concerto di musica folk!
Per completezza d’informazione, riferiamo che l’edizione 2010 del concertone della Notte della Taranta ha avuto luogo sabato scorso 28 agosto, sempre nella storica location di Melpignano in provincia di Lecce. Il Maestro Ludovico Einaudi si è trovato di fronte ad un pubblico palpitante e danzante che riempiva il piazzale a vista d’occhio (questo se l’aspettava) e ad un entusiasmo, un calore ed una partecipazione rivolta sia alla sua persona che al “suo” concertone assolutamente scioccante (questo non se l’aspettava!). «Non mi sarei mai immaginato un successo così vistoso - ha dichiarato - me ne avevano parlato, ma non mi aspettavo di trovare un’atmosfera così intensa, palpitante, esserci, viverla, poi sulla propria pelle è davvero un’altra cosa, che non si può nemmeno immaginare. S’è respirato un clima bellissimo ed unico e questo me l’hanno confermato mio figlio e mia figlia Jessica, che non hanno voluto perdersi l’evento».
Come già anticipato, il terzo miracolo è la “Salento Slow Life”. Qui, nella penisola salentina, non ha attecchito per nulla il virus della “fast life”, della vita frenetica a tutti i costi, della vita mordi e fuggi, qui, il popolo salentino conserva una innata, particolarissima ed esclusiva propensione allo stile di vita “slow”, assolutamente tutto da riscoprire. E' l’elogio della lentezza nel compiere le cose, della delicatezza del cuore, dello sguardo rispettoso e meravigliato verso tutto e tutti, non come evasione, ma come apprezzamento umile e coraggioso del qui e ora. L'andamento slow non è il dolce far niente, bensì il festina lente, dell' "affrettarsi adagio", di cui parlavano i latini e prima ancora i greci. Nel Salento tutto è slow, è sufficiente svegliarsi al mattino presto e vedere i movimenti morbidi dei primi lavoratori, i pescatori, i contadini, gli operatori al mercato, gli edicolanti, per poi proseguire lungo tutta la giornata, la colazione, i rapporti umani, gli spostamenti, il lavoro, sì, anche il lavoro, e non confondiamo per favore l’efficienza con la frenesia! Tutte le attività autoctone del territorio, l’agricoltura, la pesca, l’artigianato, inducono inevitabilmente verso un atteggiamento lento e riflessivo. Tutto scorre secondo un orologio rallentato rispetto al resto del mondo, ed è probabilmente per questo motivo che chi non ne è abituato, nei primi giorni di permanenza prova quasi un disagio e tende a sollevare veloci e facili critiche a questa vita slow. Ma, magicamente, con lo scorrere del tempo, se è una persona sensibile ai valori veri e profondi, se è disposto a “vivere” ciò che ha intorno e non solo a “vedere” o a “visitare”, allora inizia a scoprirne la bellezza e l’intimo piacere, e arriva a provare una sana e buona invidia per questo popolo e per i suoi ritmi. La Salento Slow Life ha al suo fianco una mascotte, la tartaruga multicolore denominata “Bellu Bellu”, la quale dispensa i suoi utili consigli di vita slow. Per chi non conoscesse bene la lingua salentina, l’espressione dialettale “bellu bellu” si può tradurre con “piano piano”, e rappresenta proprio un incentivo, un invito a fare e a muoversi con calma. Ancora un ulteriore conferma, quindi, che in questa terra “lento” è legatissimo a “bello”.
Fonte: Repubblica Salentina