Anche in questa scuola, dopo le relazioni, i protagonisti sono stati gli studenti
Anche l’istituto comprensivo di Avetrana ha ricordato la Shoah nell’ambito delle manifestazioni promosse per onorare “La giornata della Memoria”. L’iniziativa è stata promossa dalla Pro Loco di Avetrana, rappresentata, durante la conferenza, dal presidente Emanuele Micelli, che, in apertura di serata, si è soffermato sulla valenza della cerimonia e sulla necessità di continuare a parlare dell’olocausto degli ebrei ai ragazzi, affinché si abbia sempre più coscienza di quanto l’uomo possa diventare feroce e ne maturi, di conseguenza, un’altra più pacifista e rispettosa dei diritti umani.
Dopo la relazione del presidente Micelli, ha preso la parola la dirigente dell’istituto comprensivo “Mario Morleo”, dott.ssa Rosanna Sportelli.
«Ho accolto la proposta della Pro Loco perché la nostra scuola è sempre stata aperta alla collaborazione con il territorio e per il territorio, sviluppando sinergie con soggetti istituzionali e non aventi titolo al fine di interloquire con l'istituzione scolastica al fine di elevare qualitativamente l’offerta formativa» ha dichiarato la prof.ssa Sportelli, ringraziando i docenti (il prof. Tommaso Nigro e le prof.esse Laura De Santis, Cristina Dilorenzo e Maria Domenica Duggento) che hanno collaborato per la piena realizzazione del progetto, che ha coinvolto gli alunni delle classi terminali. «Questa manifestazione, che ricorda le persecuzioni, le deportazioni, lo sterminio e la cosiddetta soluzione finale, rientra nel percorso di costruzione della democrazia. Con la lezione dell’olocausto, il mondo contemporaneo, travagliato da concitate trasformazioni e rinnovati problemi di convivenza tra cultura ed etnie diverse, non finirà mai di confrontarsi».
E’ stata poi la volta del sindaco di Avetrana, avv. Mario De Marco, che ha esposto una sua idea.
«La pagina dell’olocausto è stata drammatica: giusto ricordarla» ha affermato. «Ma a mio avviso non si dovrebbe fare una distinzione fra le vittime delle persecuzioni: oggi si sono ricordate quelle del nazismo, fra qualche settimana quelle delle foibe, a novembre i Caduti delle Guerre e via dicendo. Così si rischia di politicizzare gli eventi. Meglio promuovere un’unica grande giornata della memoria per ricordare tutte queste vittime delle persecuzioni e delle guerre».
La manifestazione è poi entrata nel vivo con la relazione della prof.ssa Rosa Soloperto, docente di Italiano e Storia presso l’istituto “Del Prete” di Sava.
«L’antisemitismo è un fenomeno che non è certamente iniziato con l’avvento di Hitler e non è purtroppo terminato con la fine della Seconda Guerra Mondiale» ha subito chiarito la prof.ssa Soloperto. «E’ iniziato molto prima ed è tuttora presente. Gli ebrei preferiscono utilizzare, per la brutale persecuzione dei nazisti, il termine Shoah. Non accettano invece il termine olocausto, perché indica, quasi, che si sia trattato di un sacrificio totale per un colpa che avrebbero dovuto espiare».
Poi la prof.ssa Soloperto si è soffermata sulla genesi dell’antisemitismo in Italia, a partire dall’aprile del 1037, quando, attraverso un decreto, il governo fascista vietò relazioni tra i cittadini italiani e quelli delle colonie africane: si iniziava, ovvero, a sancire l’esistenza di razze inferiori.
«Un passaggio importante fu la pubblicazione, su Il Giornale d’Italia, del Manifesto della razza, che poi diventerà la base della legge razziale: in buona sostanza i caratteri fisici degli italiani non dovevano essere alterati. Eppure, inizialmente, in Italia l’antisemitismo fu particolarmente blando. Tanto che molto ebrei della Germania o dell’Europa dell’Est cercarono rifugio in Italia, credendo di stare al sicuro in questo Paese. Un esempio è stata Elisa Sprinter, che dall’Austria scappò a Milano per cercare di sfuggire alle persecuzioni».
La prof.ssa Soloperto ha toccato un altro tema molto attuale: chi sapeva dell’olocausto in atto?
«Tutti lo sapevano, Chiesa compresa, ma pochi parlavano» è la tesi della docente del “Del Prete”, che ha poi ricordato come tanti ebrei abbiano partecipato alla Resistenza. Sino a giungere ad una triste conclusione.
«In tanti si chiedono: ma l’antisemitismo esiste ancora? Secondo me, si».
La relazione finale è stata tenuta dal docente di Storia e Filosofia del liceo classico “De Sanctis” di Manduria, prof. Enzo Caprino, che ha molto ricalcato quella già tenuta in mattinata nella propria scuola (per la quale rimandiamo al resoconto già in rete in questo portale).
Poi è stata la volta degli studenti del “Mario Morleo”, che, guidati dal maestro Maurizio Montesardo, hanno dapprima interpretato alcuni brani musicali. Quindi hanno proposto riflessioni e considerazioni sul tragico evento.
Nella galleria le foto dei relatori e degli studenti del “Morleo”.