«L’estate giunge al termine e con essa una delle esperienze più interessanti che la nostra città abbia conosciuto negli ultimi anni»
Una serie di soggetti attivi sul territorio ( CSOA Cloro Rosso, Alta Marea, Link, Amnesty Internationl, Emergency – Valle d’Itria, AssoArtisti, Iperuranio, Siderlandia, ArciNota, Radio Popolare, Cooperativa Robert Owen, Federazione della Sinistra, SeL, Cantiere Maggese) si sono riuniti per programmare un cartellone di eventi artistici e culturali e ravvivare così il panorama cittadino in un periodo solitamente piatto.
Ed ecco “EstaBoom!”: un ciclo di iniziative che durante tutta la stagione ha riempito le strade della nostra città, grazie alla collaborazione fattiva, spontanea e professionale di tanti ragazzi e ragazze che, gratuitamente, hanno messo a disposizione della collettività le proprie risorse, le proprie competenze e la propria passione.
Estaboom ha dimostrato che Taranto è una città con tanti problemi, ma che ha anche tante specificità partendo dalle quali è possibile immaginare una risalita. La collaborazione tra così tante realtà rappresenta un esempio. Chi ha speso le proprie energie in questa serie di riuscitissime iniziative ha dimostrato che non solo è possibile far coesistere diverse specificità e diversi linguaggi, ma questo è addirittura un fattore di crescita personale e comunitario imprescindibile quando guarda al miglioramento progressivo e radicale del proprio status di cittadino. Un vero e proprio esempio di autoformazione dal basso capace di migliorare la vita di chi in queste iniziative ha creduto e chi semplicemente ha avuto il piacere di attraversarle come spettatore.
La politica, quella purtroppo con la p minuscola, durante tutte le campagne elettorali spende risorse e parole importanti inducendo il cittadino a credere alla possibilità di un futuro diverso, fatto di turismo, di ecocompatibilità industriale, di università. Da oltre vent'anni le competizioni elettorali si giocano sempre sugli stessi temi. Ovviamente una città che ha sempre gli stessi problemi è una città che non cresce.
Taranto, a detta di tutti, deve esprimere prima o poi la propria vocazione turistica eppure è mancata, fino a metà agosto e quando l'estate ormai giungeva al termine, totalmente di un qualsiasi cartellone di intrattenimento promosso dall'amministrazione comunale, sia per i turisti in massa che aspettiamo da anni, che per gli stessi abitanti dei nostri quartieri. Per ripartire, oltre ad un pizzico di fantasia, bisognerebbe ripensare il concetto di qualità della vita, proprio questa città sarebbe un laboratorio ideale se chi l’amministra scendesse per un attimo dagli uffici.
Estaboom ha cerato di riempire questo vuoto in un momento in cui una struttura liberata come il Cloro Rosso, che ha promosso Estaboom, ha dovuto pagare il conto al pressapochismo della pubblica amministrazione cittadina. Con queste iniziative lo stesso Cloro Rosso, ancora una volta, ha voluto legittimare ulteriormente il diritto di esistere nelle sue forme e nei suoi contenuti, lo stesso diritto di esistere che hanno tutti i gruppi, le associazioni e i cittadini attivi che “affrontano” questa città. Le iniziative culturali, cinematografiche, musicali e di intrattenimento, sono state pensate e costruite con lo sforzo economico e le competenze di tutte quelle realtà che con grande caparbietà combattono per strada per rendere migliore la qualità della vita di questa città. Pensate che esempio per Taranto, dopo anni di ruberie e nefandezze.
Meritiamo riconoscimento ma ci hanno pagato con repressione e incompetenza.
Quello che è oggi il Cloro Rosso è sotto gli occhi di tutti. La burocrazia, fomentata dalla generale volontà politica di questa classe dirigente cittadina miope e invecchiata, ha cercato di togliere una casa ai nostri sogni, alle nostre esigenze, al nostro bisogno di spazio. Forze più o meno oscure credevano che senza l’ ex Martellotta i “ragazzi” sarebbero spariti, oppure ritornati da dove erano venuti, dalle strade, dai luoghi di lavoro, dalle università. A chi credeva e sperava nella nostra dissoluzione abbiamo risposto con “Estaboom”, la dimostrazione reale e concreta che il bisogno di spazi non si esaurisce con le quattro mura della ex scuola Martellota. Ce l’avete levata temporaneamente, ci siamo presi il resto della città!
Significa che certi notabili, vogliosi di confinare nel silenzio i nostri pensieri, hanno miseramente fallito. I fatti, le iniziative che hanno attraversato tutta l’estate grazie al lavoro di molte realtà politiche e culturali del territorio, che prima di questa stagione si esprimevano solitarie, hanno dimostrato che il Cloro Rosso supera i confini della Martellotta, è qualcosa di più grande rispetto all’idea che gli amministratori hanno di noi.
In poco tempo un gruppo di ragazzi ha fatto di un cumulo di macerie maleodoranti un luogo di aggregazione autonomo, costruito con intelligenza e abnegazione, un punto di incontro attraversabile realmente da tutti.
Quanto fatto in questi anni, dalla partecipazione costruttiva al dibattito sul dramma socio-ambientale di Taranto, da Altamarea fino al Clima forum di Cophenagen, dal servizio offerto dalla Palestra Popolare Mustakì, passando per i dibattiti sulla crisi che hanno visto la partecipazione attiva di esponenti politici e sindacali impegnati a livello nazionale, fino all’aggregazione non meno importante che solo la musica, la cultura e l’arte sono capaci di garantire, sono un patrimonio umano e sociale da non disperdere ma sul quale investire.
Il Cloro Rosso infatti è stato anche un grande palcoscenico attraversato da artisti di ottimo livello, un vero e proprio palcoscenico di cui ha ancora bisogno tutta la scena artistica locale che a Taranto non trova spazio e non si esprime. Come hanno fatto l’amministrazione e molti eredi bipartisan della banda Di Bello a far finta di non vedere?
Abbiamo cercato sempre il dialogo pur con pratiche radicali e apertamente di conflitto, perché pensavamo che in una situazione di totale abbandono e povertà morale dopo i fatti impuniti del dissesto economico cittadino, sarebbe giunto il momento della maturità e della risolutezza, dell’apertura e del buon senso di uomini e donne stanchi di vivere ai margini. Ogni nostra scelta è stata fatta in totale e fiera autonomia ma sempre con rispetto verso chi assume posizioni diverse dalle nostre.
Ma nessuno creda che abbiamo dimenticato perché siamo nati!
Abbiamo bisogno della ex-Martellotta che è la nostra casa, è la nostra casa perché, unici in questa città, l’abbiamo costruita e arricchita noi, con i nostri sacrifici, con il nostro sangue, con le nostre idee... sognando, immaginando e costruendo realmente un'altra Taranto possibile.
Aspettiamo l’appuntamento decisivo del riequilibrio di bilancio, previsto per fine settembre, per toccare con mano, una volta per tutte, le reali intenzioni dell’amministrazione comunale. O si investe nella ristrutturazione dello stabile di via scoglio del tonno, come dichiarato pubblicamente dal sindaco Stefàno nelle "tortuose" giornate di giugno 2010, o le chiacchiere e gli speculatori l’avranno finalmente vinta!
Vi aspettiamo, al varco.
La città siamo noi, meritiamo di piu’!»
Centro Sociale Cloro Rosso Taranto