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18/09/2010 09:39:43 - Provincia di Taranto - Politica

All’interno della maggioranza c’è chi storce il muso

 
Una maggioranza «striminzita » ha risposto alla chiamata alle armi del presidente Nichi Vendola , alle prese con i tagli del piano di rientro sanitario. Ben 13 consiglieri sui 37 che costituiscono la maggioranza in consiglio hanno disertato il vertice convocato ieri in Fiera.
 
Nulla di preoccupante, ha assicurato il governatore che giudica «fisiologiche» quelle assenze e coesa la coalizione, ma di certo non un bel segnale per il centrosinistra pugliese che nella seconda metà di ottobre (il 30 settembre è previsto l’ok del governo, il 15 ottobre la firma) dovrà affrontare le piazze per la chiusura dei reparti o la dismissione dell’ospedaletto «sotto casa».
 
Tra gli assenti, assicurano i colleghi di banco al termine del vertice, molti erano «giustificati». Ma almeno per tre di loro - i consiglieri socialisti di Sel Donato Pellegrino, Francesco Pastore e Pino Lonigro - vi sarebbe più di un mal di pancia a spiegarne la «diserzione».
 
Molte insofferenze, infatti, le avrebbe create nella componente socialista del partito di Vendola, Sel, la scelta del governatore di «sacrificarla» dopo averne incoronato - con l’elezione a presidente del consiglio regionale - l’esponente di punta Onofrio Introna. E le insofferenze già manifestate ad inizio legislatura ora starebbero per prendere corpo, con la costituzione - più volte osteggiata dallo stesso Vendola - di una fuoriuscita da Sel per costuituire un gruppo consiliare autonomo dei socialisti.
 
Di altra natura i mal di pancia per il piano: i tagli, com’è noto, partono dalla riduzione di 2.200 posti letto e dalla riclassificazione di 18 strutture, con una stretta alla spesa farmaceutica e a quella delle Asl. Al piano si accompagnano, poi, i tre articoli del ddl che sarà votato il 22 e 23 settembre in Consiglio richiesti dal governo: lo stop alle internalizzazioni dei precari nelle Asl, la stretta sui tetti di spesa delle cliniche private e il blocco del turn-over di tutto il personale sanitario.
 
L’assessore Tommaso Fiore avvierà il confronto con le conferenze dei sindaci nelle sei province interessate dai tagli e alcune contro-proposte avanzate dal Pd sono state già accolte, ma i saldi finali previsti dal piano sono intoccabili.
 
Qualche ritocco, dunque, alle previsioni iniziali è stato apportato (Rutigliano, nella «black list» delle strutture da rivedere, verrà potenziato e diventerà il centro di riferimento dell’Asl barese per la riabilitazione), ma l’assetto delle misure che riguardano la spesa, dal ticket di 1 euro sulle ricette alla riduzione dei costi nei ricoveri, non può che essere «blindato».
 
I consiglieri hanno rassicurato Vendola sull’impegno a fare quadrato, ma qualcuno ha anche affacciato il timore di possibili elezioni anticipate, con la corsa del governatore verso la premiership e il rischio di una sfida elettorale anche in Puglia, sfida che sarebbe ben più difficile con i tagli alla sanità in corso. Il vicepresidente del Consiglio Antonio Maniglio, ad esempio, ha sollevato dubbi sui tempi con cui affrontare la «buriana » sanitaria che spira sulla Regione: «siamo ad inizio legislatura - ha chiesto a Vendola - o siamo alla fine?».
 
Il governatore, dal canto suo, richiama tutti a due parole d’ordine: «Verità e responsabilità». Nel primo caso «va chiarito che non c’è una programmazione volontaria della Puglia ma un adeguamento dell’offerta al razionamento di 350 milioni che ci è imposto dal governo». Nel secondo, «va spiegato che non possiamo consentirci il lusso, per ragioni elettorali, di ribellarci a questa imposizione perché, altrimenti, nel 2011 la Puglia precipiterebbe in un burrone».
 
Le proteste delle comunità? «Con il cuore sono dalla parte delle proteste: i tagli tagliano diritti e servizi, non gli sprechi o la corruzione. Ma non possiamo fare altrimenti. Non ho radunato proteste contro il governo per questo: ho scelto la Puglia piuttosto che il vantaggio elettorale, la responsabilità di vivere anche giorni di impopolarità. La Puglia è più importante delle mie aspirazioni politiche».
 
 










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