Mesagne, Otranto e Casarano gli altri probabili siti pugliesi
Torna l’incubo sito nucleare in Puglia. La cartina del Sole 24 Ore, allegata alla documentazione consegnata dall’Agenzia Sogin al Governo, individua in Puglia e ai confini con Basilicata e Molise un elevato numero di siti per depositi di scorie. Due nel Salento (Casarano e Otranto) uno ad Avetrana e uno a Mesagne. Ma già il ministro delle Regioni, Raffaele Fitto, di recente alla Fiera del Levante di Bari, aveva ribadito la scelta filonucleare portata avanti dal governo Berlusconi. Immediato il coro di no. A cominciare dal presidente della Regione, Vendola.
La decisione, oramai è chiaro, è politica. Se si dovesse stare a quanto dichiarato a maggio dell’anno scorso dallo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, venuto a Bari in occasione della campagna elettorale per le amministrative, la Puglia non dovrebbe ospitare siti per centrali nucleari che il governo invece vuole assolutamente far entrare in funzione entro il 2020. Concetto ribadito in tutte le salse anche dai rappresentanti locali del centrodestra e dallo stesso ministro delle Regioni, Raffaele Fitto. Ma è probabile che il premier stesse sotto l’effetto della polemica D’Addario, la escort che poco prima aveva raccontato le sue notti bollenti passate con Berlusconi. Nucleare, però, tornato l’11 settembre scorso nel discorso di inaugurazione della Fiera del Levante di Bari dal ministro Fitto che ha ribadito essere una scelta irreversibile. E tutto ciò dopo che lui stesso aveva impugnato davanti all’Alta Corte la legge approvata all’unanimità dal Consiglio regionale che escludeva la Puglia da insediamenti nucleari.
Ieri, però, il Sole 24 Ore pubblica una cartina dell’Italia con 55 siti potenzialmente idonei ad accogliere depositi di scorie nucleari allegata alla documentazione che la Sogin, società pubblica del nucleare, doveva per legge consegnare al Governo entro la data del 23 settembre.
Le zone interessate? Puglia, Basilicata, Molise, Lazio, Toscana ma anche Piemonte, Emilia Romagna. Essì perché gira e rigira i criteri di scelta sono sempre gli stessi da cinquant’anni a questa parte. Escluse quindi le regioni Sicilia e Sardegna, le località di montagna, le aree troppo abitate e quelle a forte rischio sismico.
Nella mappa, ovviamente, c’è il Salento con Casarano e Otranto. Mesagne nel brindisino e Avetrana nel tarantino. Eppoi l’Alta Murgia e buona parte della Basilicata al confine con la Puglia e al confine tra Puglia e Molise. Ricordiamo che già a Rotondella vi è la Trisaia che in passato ha ospitato scorie nucleari tanto che il governo Berlusconi già nel 2003 aveva individuato Scanzano Jonico come sito utile ma che la protesta popolare fermò. “Sogin ha fatto un ottimo lavoro – ha commentato il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia - ma rappresenta una base di partenza per una decisione che intendiamo prendere ma non ora anche perché deve essere esaminato dall’Agenzia per il nucleare e che deve rispondere alla Vas, valutazione ambientale strategica”.
Ovviamente le reazioni in Puglia non si sono fatte attendere. “Siamo prontissimi ad accoglierli - ha dichiarato il presidente della Regione, Nichi Vendola - ma non specifico come. Mentre devono sapere che noi lotteremo in generale contro la follia del nucleare con la massima serenità: avranno la più civile, pacifica e partecipata reazione popolare della storia pugliese”.
Salvatore Negro, capogruppo regionale Udc promette: “Alzeremo barricate istituzionali e fisiche. La Puglia ha già pagato un tributo molto alto sia in termini ambientali e paesaggistici che di salute dei cittadini. Ora deve ribellarsi all’installazione di qualsiasi impianto nucleare sul suo territorio. Voglio ricordare l’impegno del presidente Berlusconi e dal Pdl in campagna elettorale quando ci fu assicurato che mai la Puglia sarebbe stata indicata come possibile sito. E’ il momento di dimostrare quanta convinzione ci fosse in quella posizione”. Losappio (SEl): “La Puglia riceve un orribile regalo che fa piazza pulita delle promesse a cui avevano creduto, in verità, solo quelli del Pdl”. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Maniglio, Pd, ,dice: Scorie nucleari in Puglia? Girate al largo. Né- aggiunge - i pugliesi cambieranno idea solo perché il ministro del Tesoro pensa di comprare il consenso dei cittadini erogando ingenti risorse finanziarie. Non è possibile scambiare la sicurezza per la salute dei pugliesi con la promessa di soldi per le infrastrutture locali. Al Sud vanno trasferite le risorse Fas già assegnate”. Più diretta l’on. Teresa Bellanova, Pd. “Scorie nucleari? Non in Puglia ma ad Arcore”.