Salta la seduta del Consiglio Comunale. Il riequilibrio di Bilancio sarà approvato giovedì prossimo
Il “sacrificio” di un assessore per evitare la bocciatura del riequilibrio di bilancio e, quindi, un possibile scioglimento del Consiglio Comunale.
E’ quanto avvenuto nelle ultimissime ore a Sava. Il braccio di ferro interno al Partito Democratico è stato quindi vinto dall’area che si riconosce nelle posizioni di Bruno D’Oria, ovvero dai quattro consiglieri (Brigante, Buccoliero, Frioli e Spagnolo), che avevano chiesto, già dal giugno scorso, le dimissioni dell’assessore Ivano Decataldo, già segretario del Pd ed in quota a questo stesso partito.
Questi quattro consiglieri (su un totale di sei del gruppo del Pd) avevano più volte ribadito, anche pubblicamente, che non si sentivano più rappresentati dall’assessore Decataldo e, pertanto, avevano formalmente avanzato la richiesta di una sua sostituzione, senza peraltro neppure indicare alcuna alternativa. Facendo così intendere di non essere interessati alla “poltrona” che si sarebbe liberata.
Sulla richiesta il sindaco Aldo Maggi, che non ha mai fatto mistero di apprezzare l’impegno e i risultati raggiunti dall’assessore Ivano Decataldo, ha “nicchiato” sino all’inizio della settimana. Probabilmente anche perché dubbioso sulla reale determinazione dei quattro consiglieri del Pd a votare davvero contro il riequilibrio di bilancio, aprendo le porte verso una crisi senza via di uscita.
Lo stesso Ivano Decataldo, inoltre, sperando di poter contare sul sostegno del primo cittadino, ha dichiarato in più circostanze di non voler lasciare la carica, ma di essere disponibile ad un chiarimento.
In questa situazione di stand by si è giunti, quindi, sino alla vigilia del Consiglio Comunale, stabilito per giovedì pomeriggio. Nella serata di mercoledì, nel tentativo di venire a capo della contesa attraverso la mediazione fra le parti, sono giunti infatti a Sava sia il segretario provinciale del Pd, Santoro, sia l’assessore provinciale Mancarelli. Ma all’invito di prender parte alla riunione (a dir la verità formulato poche ore prima), non hanno risposto i quattro consiglieri che chiedevano la “testa” di Decataldo.
Un segnale, ben preciso, di non essere disposti a trattare sulla loro richiesta, che è stato evidentemente colto dal resto della maggioranza, ad iniziare dal sindaco Maggi e dall’assessore Decataldo. E, pertanto, nella mattinata di giovedì Ivano Decataldo ha rassegnato le dimissioni, salvando, di fatto (almeno per ora), la legislatura.
La seduta del Consiglio Comunale è saltata però ugualmente. La coalizione di maggioranza, prima di entrare in aula, ha preso atto di numerose assenze e, pertanto, ha preferito non rispondere all’appello del presidente del Consiglio Comunale, il quale, dopo aver registrato la presenza dei soli consiglieri di minoranza, ha dichiarato sciolta la seduta.
Gli argomenti (compreso il riequilibrio di bilancio) saranno ora discussi, in seconda convocazione, giovedì della prossima settimana. Occorre, sino ad allora, capire quante e quali assenze dell’altro ieri erano giustificate e quindi reali. E quante, invece, vanno interpretate come ulteriori segnali di malessere.
All’intero della coalizione di centrosinistra, le diatribe sono all’ordine del giorno sin da qualche settimana dopo l’insediamento. E non sono pochi coloro che credono che le sorti dell’Amministrazione Comunale siano comunque segnate. Al di là del “sacrificio” di Ivano Decataldo.