Sono rimasti vittime di un'imboscata mentre tornavano da una missione. Si riapre la discussione: ma è giusto ancora morire in Afghanistan?
Quattro militari italiani hanno perso la vita e uno è rimastogravemente ferito in un attentato in Afghanistan. È quanto riferisce il Maggiore Mario Renna Portavoce del Comandante del Regional Command West di ISAF in una nota in cui si ricostruisce tutta la vicenda. I caduti sarebbero rimasti vittime di una imboscata al ritorno da una missione, mentre percorrevano la valle del Gulistan, a circa 200 km a est di Farah, al confine con l’Helmand.
Il veicolo su cui viaggiavano i cinque faceva parte del dispositivo di scorta a un convoglio di 70 camion civili che rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l’allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata «Ice».
Dalle prime ricostruzioni, l'esplosione di un rudimentale ma potentissimo «Ied», un ordigno esplosivo improvvisato, ha investito il «blindato Lince» che questa volta - a differenza di molte altre - non ha retto all’urto. La deflagrazione - avvenuta alle 9.45 ora locale (le 6.15 in Italia) - è stata anche seguita da uno scontro diretto con armi da fuoco tra gli italiani e un gruppo di talebani usciti allo scoperto e, successivamente, messi in fuga dal contingente che ha risposto all'attacco.
Il quinto militare rimasto coinvolto nello scoppio versa in gravissime condizioni a causa dei numerosi traumi di vario genere riportati, ma è cosciente ed è subito stato trasportato nell'ospedale militare di Delaran.