lunedì 23 dicembre 2024


04/02/2009 06:55:02 - Manduria - Cultura

L’oncologo salentino ha indicato l’unica via per battere il cancro: la ricerca

 
«Il cancro non si vince curandolo. Il cancro si può arginare solo con la ricerca: individuando le cause».
Nella Giornata Mondiale della Lotta contro il Cancro, il III Circolo Didattico di Manduria ha ospitato stamani, nell’ambito del laboratorio di Giornalismo, il prof. Giuseppe Serravezza, stimato oncologo salentino, presidente anche della sezione provinciale di Lecce della Lega Italiana della Lotta contro i Tumori. Professionista noto e apprezzato per le sue idee sempre poco “allineate” e per le sue battaglie in favore del rispetto dell’ambiente e, quindi, contro l’inquinamento, una delle fonti dei tumori.
Accolto dalla dirigente scolastica, prof.ssa Gerarda Elvira Marra, e dalla docente referente del progetto, la maestra Angela Sgura (oltre che dalle maestre delle quinte classi del Circolo: Annamaria Matera, Gabriella Messinese, Maria Grazia Mingolla, Dorella Montanari, Sabrina Speditati), il prof. Serravezza, con la sua classica franchezza, ha risposto alle tante domande degli alunni, andando subito al cuore del problema.
«Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oggi guarisce il 55% degli ammalati di cancro» ha ricordato alla folta platea presente il prof. Serravezza. «Si tratta di una percentuale che è nettamente aumentata rispetto a 20-30 anni fa, quando dal cancro guariva non più del 20-25% degli ammalati. Sembrerebbe che l’uomo abbia compiuto un grande passo in avanti nella lotta al cancro. Invece non è così: oggi si muore molto di più di cancro. No, non sono due dati contradditori come potrebbe sembrare. Oggi c’è una realtà amara: ci si ammala molto di più di cancro. E anche se la medicina riesce a guarire tanti casi di tumori, poiché il numero degli ammalati è enormemente aumentato, anche il numero dei morti, purtroppo, è in crescita».
Il prof. Serravezza ha quindi indicato la via per combattere il cancro.
«L’unica via è quella della ricerca» ha affermato. «Proprio come si fece, alla fine dell’800, per debellare altre epidemie: tubercolosi, colera, tifo, ecc.. Si studiarono le cause e quelle epidemie furono vinte. Grazie agli antibiotici, ma anche grazie alla costruzione di fogne e di acquedotti. Non basta, insomma, curare. Non è sufficiente. Bisogna individuare le cause e, quindi, combatterle, rimuoverle. Ma serve la ricerca».
Ricerca che, invece, viene sostenuta solo per scoprire sempre nuovi farmaci più efficaci.
«Purtroppo c’è una legge di mercato che impedisce un decollo efficace della ricerca sulle cause dei tumori: se il progetto non è remunerativo, se il piano finanziario, cioè, non prevede utili, nessuno fa niente. Oggi si fanno ricerche sui farmaci perché, poi, le case farmaceutiche devono guadagnarci. Non solo. Si studiano e si costruiscono macchinari sempre più sofisticati per la diagnostica (sicuramente molto utili), di cui però si abusa. Si ricorre alla Tac anche se c’è una sospetta scoliosi. Senza essere consapevoli che una Tac equivale, a livello di radiazioni, a migliaia di semplici radiografie. E che ci sono anche dei bambini che, da adulti, si ammalano di tumore per varie Tac eseguite senza che ve ne fosse bisogno. Ma c’è il business alla base di tutto. Ci sono farmaci, sicuramente efficaci, che costano migliaia di euro. Mi dite che interessi avrebbero le case farmaceutiche o chi costruisce gli ospedali a rimuovere le cause del cancro? C’è bisogno, invece, di sempre maggiori casi di ammalati di cancro, altrimenti si ferma la vendita delle medicine e non si riempiono più gli ospedali».
Il prof. Serravezza ha poi invitato gli alunni presenti ad una alimentazione più sana.
«Mettiamo da parte brioche e altri prodotti per la cui realizzazione serve la chimica. Evitiamo prodotti che arrivano dagli Usa, che fanno tanto presa sui giovani e che hanno rivoluzionato l’alimentazione italiana. Ritorniamo alla dieta mediterranea, che è più salutare».
Inevitabile, poi, il riferimento all’inquinamento ambientale. Il prof. Serravezza ha parlato della diossina e dell’Ilva di Taranto, dei riflessi della salute sulle persone (anche attraverso il ciclo alimentare), e di un tema molto attuale nella provincia di Lecce: il progetto per la costruzione di sei centrali di biomasse.
«Ma perché importare dal Brasile o da altre nazioni il prodotto per far funzionare le centrali, non essendo sufficienti le biomasse del Salento e della Puglia? Provocare tanto inquinamento, per poi realizzare energia che in Puglia non serve: gran parte dell’energia prodotta in Puglia viene già inviata alle altre regioni italiane. Qualunque combustione sprigiona delle sostanze che, in alcuni casi, sono altamente nocive. Questo progetto proprio non serve: meglio tutelare la salute».
Grande interesse ha infine generato il progetto che il prof. Serravezza e la LILT di Lecce stanno realizzando a Gallipoli: un grande complesso da circa 8 milioni di euro per la ricerca e per la riabilitazione degli ammalati di tumore. Polo che prevede anche un hospice per i malati terminali. Il primo lotto (2 milioni e mezzo di euro) è stato già appaltato. Tutti questi soldi stanno arrivando solo grazie alle offerte della gente. Un vero miracolo, insomma, alla cui base c’è la professionalità e la credibilità del prof. Serravezza.
«Proporrò al Consiglio di Circolo di devolvere alla Lilt di Lecce tutto il ricavato del mercatino di beneficenza di Natale» è stato l’annuncio finale della dirigente scolastica, la dott.ssa Marra. Un altro segno della grande credibilità del prof. Serravezza.
E' stato presente all'incontro, ed è anche intervenuto alla fine dell'intervista, il presidente dell'associazione Grande Salento, Rino Giangrande.
Nella galleria alcuni momenti dell’incontro.










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