mercoledì 27 novembre 2024


10/11/2010 12:09:08 - Salento - Attualità

Da anni l’azienda produceva farine destinate alle alimentazioni umana e animale

 
Nella fabbrica le condizioni igieniche sono precarie e ci sono persino i topi, e per questo, i carabinieri la chiudono. La fabbrica in questione si trova nella periferia est della città, e da anni produce - anzi produceva - farine destinate alle alimentazioni umana ed animale.
Nei suoi locali, nei giorni scorsi hanno messo piede i militari del Nas di Lecce, il Nucleo antisofisticazioni alimentari comandato dal luogotenente Antonio Murrone, e dopo l’ispezione e le scoperte di cui s’è detto, d’in - tesa con il magistrato di turno in Procura, hanno proceduto alla chiusura dell’opificio.
Oltre alle precarie condizioni igieniche, gli uomini dell’Arma dipendente dal Gruppo carabinieri per la tutela della salute di Napoli, ne hanno riscontrate anche di natura strutturale. In particolare, i vari ambienti, dal locale di accoglienza delle granaglie a quello per la lavorazione, passando per l’altro che funge da deposito, presentavano un generale stato di abbandono, per altro, con segni evidenti, che la manutenzione non veniva fatta da anni. I macchinari, poi, erano a dir poco obsoleti, tutti sporchi e qualcuno anche in disuso e la polvere ricopriva le poche suppellettili.
Il colpo di grazia, per così dire, riguardava infine la presenza dei roditori. Se gli investigatori ne abbiano visti anche di vivi, non è dato di sapere. Ciò che è certo, è che quattro, due dei quali ridotti a scheletri, giacevano in altrettanti angoli della fabbrica. Per finire, i carabinieri del Nas, hanno anche appurato, che l’azienda non aveva attuato il piano di autocontrollo alimentare, che è poi quello che proprio in termini di igiene, oltre che di qualità, riguarda il ciclo di produzione.
Nell’industria molitoria, gli uomini del luogotenente Antonio Murrone e del suo vice, il maresciallo Giuseppe Pezzuto, non sono giunti per caso. Nel senso, almeno, che il controllo conclusosi con la chiusura della fabbrica, il cui valore commerciale si aggira attorno al milione e mezzo di euro, era stato programmato, al pari di altri, sempre nei confronti di aziende dove vengono lavorati prodotti destinati al consumo umano. E si tratta di controlli che proseguiranno nel capoluogo come negli altri centri della provincia.










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