«Si parla di contatti (diretti o indiretti?) con Di Giorgio: io ho contatti tutti i giorni con magistrati e procuratori»
«Sulle testate giornalistiche di oggi sono riportati brani, che mi chiamano in causa, dell’ordinanza del Gip di Potenza di custodia domiciliare a carico del dott. Matteo Di Giorgio. In essi si parla di contatti, diretti o indiretti (?), che il dott. Di Giorgio avrebbe avuto con me, e che sarebbero oggetto di investigazione e di accertamento. Se – per l’enfasi adoperata nell’ordinanza – questo appare un reato, o comunque un comportamento illecito, a tal punto da meritare rigorosa menzione, provo a rendere più facile il lavoro del P.m. e del Gip di Potenza: è vero, in qualche occasione ho avuto modo di parlare, per telefono o di persona, col dott. Di Giorgio. Cioè, con un magistrato che fino a tre giorni fa svolgeva indagini, proponeva l’emissione di provvedimenti cautelari, chiedeva sentenza di condanna. Quest’anno sarà accaduto due o tre volte; l’ultima, un mese fa, a margine di un convegno. Se questo è un reato, o comunque un comportamento illecito, provo a rendere confessione completa; informo il P.m. e il G.i.p di Potenza che negli ultimi mesi ho incontrato numerosi magistrati che svolgono attività inquirente: il Procuratore della Repubblica di Bari, quello di Foggia, quello di Reggio Calabria, quello di Locri, quello di Salerno, quello di Napoli, quello di Crotone, quello di Taranto, quello di Messina. Tale condotta è così incorreggibile che nella sola giornata di ieri, ho incontrato contestualmente i Procuratori della Repubblica di Lecce e di Brindisi, mentre sono arrivato a parlare perfino col Procuratore nazionale antimafia. Con ciascuno di costoro più volte, di persona e per telefono. Aggiungo di aver incontrato più d’uno dei Sostituti dei predetti procuratori.
Chiederò al Procuratore generale della Corte di Cassazione se il codice che si applica a Potenza è quello che trasforma in oggetto di indagini questo tipo di relazioni».
On. Alfredo Mantovano
Sottosegretario di Stato dell’Interno