Il PdL: «Il merito dei 33 milioni di euro è del nostro partito»
«Il Governo, pur in un momento di grave crisi economica, approva il Progetto definitivo e rifinanzia con ulteriori 33 milioni di euro la Piastra Logistica del Porto di Taranto, complessivamente per oltre 200 milioni di euro, così privilegiando Taranto e il suo porto e trascurando, mortificandoli, altri territori del Settentrione, come un progetto analogo del porto di Trieste, e dello stesso Meridione, la Campania per altri progetti.
Peraltro l’approvazione definitiva è giunta alla immediata vigilia dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del Piano per il Mezzogiorno, e con chi il Commissario dell’Autorità Portuale di Taranto “festeggia” un tale risultato?
Con Vendola e la sua corte!
Commettendo un grave sgarbo istituzionale, inoltre, il Commissario non partecipa un tale evento ai consiglieri regionali di minoranza eletti dalla Provincia di Taranto!
Ma non è solo uno sgarbo istituzionale, quanto piuttosto un comportamento insensibile e irrazionale, soprattutto se si pensa agli sforzi profusi proprio da coloro che hanno caldeggiato, con grande insistenza, sia presso il Ministro Fitto, che presso il ministro Matteoli e il sottosegretario Miccichè e tutto il Governo di centrodestra, il completamento, nel più breve tempo possibile, dell’iter istruttorio e quindi di approvazione del finanziamento della Piastra Logistica, come è poi stato.
Il Commissario Giuffrè, invece, brinda con chi – nell’ultimo Bilancio della Regione Puglia - ha destinato le risorse regionali all’interporto di Bari disconoscendo totalmente i progetti del Distripark e dell’ Agromed di Taranto.
Chiarezza: il Progetto della Piastra Logistica è nato nel 2003 con la determinante azione amministrativa e politica dell’allora presidente della Regione Fitto e dell’assessore ai trasporti Franzoso, e si completa oggi con l’atto conclusivo del CIPE del Governo di Centrodestra.
Peraltro lo stesso Giuffré si è pubblicamente ascritto il merito di aver evitato che dall’OdG della riunione del CIPE fosse “sfilato” il provvedimento pro porto di Taranto: ciò è assolutamente falso, e d’altronde è fin troppo facile immaginare il “peso politico” che ha Salvatore Giuffré a Roma presso il CIPE; lo stesso ha poco peso persino nella portualità internazionale, se è vero che i dirigenti del porto di Rotterdam preferiscono incontrare in Puglia quelli dell’interporto di Bari ignorando i tarantini…
Abbiamo parlato di sgarbo, quella stessa mancanza di sensibilità che il Commissario Giuffrè continua ad avere rispetto al principio di correttezza e di par conditio, non essendosi dimesso ancora dalla carica di Commissario, cosa che avrebbe dovuto fare all’atto della sua indicazione, unitamene ad altri cinque soggetti prescelti dagli Enti locali, per la carica di Presidente della stessa Autorità Portuale.
Il caso di conflitto d’interessi si sostanzia proprio nel momento in cui il Commissario si attribuisce i meriti del successo di un progetto nato nel 2003, perfezionato tecnicamente nel 2007 e che vede finalmente la luce per la caparbia azione di un Governo di centrodestra da sempre attento alle problematiche del Porto di Taranto.
Per una situazione di minor conflitto il presidente Vendola, non più di sei mesi addietro, ha sfiduciato il Commissario della Camera di Commercio di Taranto perché lo stesso era stato indicato quale componente del Consiglio Camerale e, conseguentemente, era diventato candidato alla presidenza dell’ente camerale. E Vendola rimosse Falcone specificatamente per conflitto d’interesse. Siamo sempre a Taranto, e per ambedue le cariche la Regione svolge il suo ruolo determinante nella procedura di nomina.
Il presidente Vendola, sensibile a queste problematiche, di sicuro non farà mancare il suo punto di vista, magari chiedendo al ministro Matteoli di sostituire il Commissario della Autorità Portuale di Taranto, conformemente e coerentemente alle scelte dal medesimo assunte in passato».
onorevole Pietro Franzoso
membro Commissione Bilancio Camera dei Deputati
I consiglieri regionali
avv. Pietro Lospinuso
avv. Arnaldo Sala