Non si identificano nella sinistra del Pd o dell’I.d.V.. Ma resteranno in maggiorana a Sava?
Tutti gli iscritti alla sezione di Sava dei Comunisti Italiani non rinnoveranno la tessera. Hanno infatti deciso di aderire alla linea di Katia Belillo e di Umberto Guidoni, primi firmatari del documento “Unire la sinistra” all’ultimo congresso. Ad annunciarlo sono, in una nota che vi proponiamo integralmente, Cosimo Sileno, Angelo D’Ambrogio, Marcello Saracino, Piero Pagano, Gaetano Micelli.
«Gli iscritti alla sezione del partito dei Comunisti Italiani di Sava comunicano la propria decisione di non rinnovare la tessera al partito, e quindi di fuoriuscire da esso.
Decisione questa che non scaturisce all’improvviso, ma frutto invece di un lungo periodo di discussioni politiche che hanno sempre più sancito un nostro modo diverso di intendere e di fare politica, rispetto alla maggioranza del partito provinciale e nazionale.
Diversità emersa anche nell’ultimo congresso nazionale, dove ha visto la sezione di Sava schierarsi all’unanimità, con il documento “UNIRE LA SINISTRA”, con primi firmatari i compagni Katia Belillo e Umberto Guidoni.
Riteniamo che il partito, in seguito soprattutto alla scelta congressuale compiuta, abbia subito una vera e propria mutazione genetica, rispetto al suo atto di nascita del 1998. La visione laica e non dottrinaria del partito, il senso di responsabilità nazionale e non puramente di classe, che erano i tratti essenziali e originali dei comunisti italiani, si sono sempre più affievoliti fino ad abbracciare una visione identitaria e minoritaria.
Dall’ultimo congresso, pur rimanendo nel partito, abbiamo aderito all’associazione nazionale UNIRE LA SINISTRA con l’obbiettivo di continuare il percorso dell’unità , bruscamente interrotto in seguito alla sconfitta elettorale della lista ARCOBALENO, sconfitta dovuta a nostro avviso non alla bocciatura da parte dell’elettorato di sinistra del progetto unitario, ma bensì dai tempi e dai modi in cui è stato presentato.
L’unità bisognava farla partire dai territori e nell’agire della politica e non invece solo ed esclusivamente, nella sommatoria degli apparati e dei gruppi dirigenti.
L’uscita dal partito della Rifondazione Comunista di Nichi Vendola con l’obbiettivo di accelerare la costruzione di una casa comune della SINISTRA da un lato, e l’approvazione della legge elettorale che applica lo sbarramento del 4% alle elezioni europee dall’altro, ci impongono scelte coraggiose.
Riteniamo che la Sinistra nel nostro Paese, non potrà mai rappresentarla l’attuale Partito Democratico o l’I.d.V. di Di Pietro e che oggi si avverta più che mai il bisogno di essa. Bisogno questo che non può essere soddisfatto da una sinistra divisa e frantumata in tanti piccoli partiti spesso in competizione tra loro per la stessa rappresentanza sociale.
Con la consapevolezza che non bisogna più aspettare, usciamo dal partito, non per compiere una ennesima scissione per andare a costruire un nuovo ed ennesimo partito della Sinistra, ma per andare in un luogo ed iniziare a costruire le fondamenta di una casa più grande dove la SINISTRA unita e plurale potrà viverci e ritrovarsi. Noi con la nostra scelta, insieme a tanti altri compagni, cominciamo ad avviarci e a lavorare, con l’augurio che quanto prima ci si ritrovi nuovamente insieme.
Come sta avvenendo in tutta Italia, anche a Sava ci auguriamo che altri compagni, lavoratori, uomini e donne che vogliono continuare a portare avanti le istanze e gli ideali della SINISTRA si mettano in cammino insieme a noi, i tempi ci spingono a non attendere».
Si pone però un problema politico: ora gli ex Comunisti Italiani resteranno in giunta a Sava con il Pd?