Lo zecchino d’oro degli alunni delle terze classi con i brani tipici del periodo
Nel mezzo del cammin della scuola primaria c’è la terza elementare. Perciò, cari amici cuccioli dell’età di transito, tardivi passerotti almeno quanto improbabili seniores, impossessiamoci del microfono e fiato alle ugole....!
Lo zecchino d’oro del II Circolo “Don Bosco”, nel suo format natalizio, è andato in scena, martedì sera, 21 dicembre, alle 16.30, alla vigilia del più lungo periodo di vacanza garantito agli studenti italiani. Look in linea con il periodo, di rosso declinato in tutte le sue sfumature, con una nota trasgressiva nel fasciato biancorosso e nel fucsia, cappellino bardato di bianco con luci incorporate ed intermittenti, Babbi Natali sospesi sul capo, jeans per i bambini che non devono chiedere mai e l’aria un po' Benetton delle terze classi, et voilà: il Natale del Don Bosco è servito.
L’ondata dei buoni sentimenti natalizi trova nella musica la sua naturale interprete, ed otto canti otto, a metà tra la tradizione classica più classica e quella classica del pop dei nostri tempi vengono spalmati in mezz’ora di stretching musicale, vero toccasana per il cervello ed il cuore, mélange del più British degli idiomi, l’Inglese, ed il più conservativo dei discendenti del latino, l’Italiano.
Immortalati da telefonini, videocamere e macchine fotografiche, i pargoli cantano, si dimenano, accennano qualche passo di danza non sempre in sintonia con le basi, ma sempre capaci di spremere la tenerezza degli astanti adulti emozionati. Fiato alla trombe, scorrono tra i titoli di testa e quelli di coda il Christmas Alphabet, l’inno a Rudolph, la renna dal naso rosso, generale dell’esercito del babbone lappone, Rudolph the red-nosed reindeer, Away in a manger, ed il gettonato brano al vertice delle classifiche dei brani natalizi: “A Natale puoi”, ed altri canti in italiano, fissati sul pentagramma, oltre che dalle sette note incrociate all’infinito, anche dalla simpatia dei piccoli fan.
L’iniziativa, voluta dalle maestre delle classi terze della scuola primaria, ha inteso inserirsi non a caso nel clima festivaliero del Natale. Infatti, dichiarano le referenti coinvolte ed intervistate, «scopo del progetto è stato quello di intervenire sulla delicata psicologia dei bambini del percorso didattico di mezzo, fornendo loro ulteriori strumenti di linguaggio, insieme ad una pluralità di codici espressivi capaci di coinvolgere simultaneamente musica, danza e finanche le materie curriculari per mettere i bambini nella condizione di superare i limiti della comunicazione sia caratteriali che di relazione....».
Un ultimo invito rivolto ai genitori e parentado dalle maestre e dagli alunni, giunge allo stesso modo di quello rivolto dal direttore d’orchestra del sempreverde concerto di capodanno: «Please, attenzione al refrain Merry Merry Christmas da condividere insieme agli artisti, accompagnato con il battimani finale».
Ed è subito successo!!! C’è sicuramente da credere che, insieme alla carota per Rudolph, al latte ed ai biscotti per Papà Natale, sotto l’albero ci finiscano anche i sogni di questi piccoli cantori, perché in fondo in fondo Natale è sempre Natale ed alunni di terza elementare lo si è una volta sola.
Mimmo Palummieri