Sarà ancora bagarre fra maggioranza e minoranza?
Altro duro banco di prova per la maggioranza del Comune di Manduria. Domani pomeriggio, alle 15,30, si riunisce, in prima convocazione, il Consiglio Comunale. E l’argomento posto in apertura di discussione è la seconda proposta di revoca del mandato al presidente del Consiglio Comunale, dott. Gianni Vico, formalizzata dai consiglieri di minoranza.
Nella prima circostanza, il presidente Vico decise di far preventivamente pronunciare il Consiglio Comunale sulla validità delle argomentazioni poste alla base della proposta. E, a voto palese, la maggioranza votò per il rigetto della proposta in quanto non motivata da argomentazioni rilevanti. In questo modo, si evitò, quindi, che il Consiglio si pronunciasse a scrutinio segreto sulla proposta della minoranza. Scongiurando i rischi, in tal modo, che qualche franco tiratore (i malumori ci sono…), appoggiando la richiesta della minoranza, determinasse la “caduta” del presidente Vico. E, forse, con essa anche il definitivo sgretolamento della maggioranza.
Da allora, però, altre novità hanno caratterizzato la disputa in atto. A partire dagli incontri che minoranza prima e maggioranza poi hanno tenuto con il Prefetto di Taranto. Proprio la missiva che il dott. Pironti ha inviato nei giorni scorsi al presidente del Consiglio Vico, al direttore generale dell’ente Spagnolo e al capogruppo di Forza Italia Briganti sarà probabilmente al centro della discussione in apertura di seduta. Maggioranza e minoranza (che stamani alle 12 terrà una conferenza stampa) offrono interpretazioni diametralmente opposte della missiva del Prefetto.
Sulla proposta di revoca della carica di Gianni Vico, il Prefetto di Taranto chiede al Consiglio di attenersi a tre punti.
Il primo: «Le valutazioni sulla adeguatezza dei motivi a giustificazione e fondamento della revoca del Presidente del Consiglio Comunale è rimessa esclusivamente al Consiglio stesso, con votazione a scrutinio segreto». Il secondo: «Ritenere inammissibile la proposta di revoca perché non sufficientemente o non adeguatamente motivata e ravvisare in tale giudizi una questione preliminare o pregiudiziale, potrebbe costituire una deroga al prescritto regime dello scrutinio segreto in quanto sostenere che la proposta è priva di motivazione equivale a ritenere che, nel merito, non vi siano motivi per procedere alla revoca». Il terzo: «Non appare superfluo aggiungere che i singoli consiglieri sono, nella fattispecie innanzi indicata, legittimati ad impugnare il cennato provvedimento (ovvero la messa ai voti a scrutinio palese della validità delle motivazioni della prima proposta di revoca, ndr), essendo stato, a loro dire, adottato in violazione di norme procedimentali».
Se si rispetterà quanto asserito dal Prefetto, insomma, domani si dovrebbe votare a scrutinio segreto.