Ora si spera in un “miracolo” a Vieste
Ha l’attacco meno prolifico del girone, ma può permettersi di lasciare in tribuna, in una gara delicata come quella di domenica scorsa contro il San Paolo, l’attaccante De Falco e la mezza punta Ferrari.
E’ questo uno dei misteri del Manduria. Pur senza voler entrare in valutazioni di ordine squisitamente tecnico, che competono all’allenatore Mosca (cui vanno attribuiti onori e oneri di ogni scelta: conosce tutti i calciatori, che vede durante la settimana, e può giudicare meglio di chiunque altro), è risultata a molti incomprensibile la scelta di mandare in tribuna questi due elementi, vista le difficoltà ad arrivare in zona-gol della squadra biancoverde.
Di Ferrari, che aveva giocato (senza demeritare) da prima punta prima che arrivasse De Falco (con Massaro in panchina), si sapeva che era stato inizialmente posto fuori rosa, forse per un diverbio che si sarebbe verificato con il tecnico Mosca. Ma si è anche appreso che il calciatore, che ha esperienze recenti in serie D, è stato poi reintegrato. Salvo ritrovarsi in tribuna.
Non si sa nulla di più preciso, invece, per De Falco, che aveva scontato la squalifica a Monopoli. Era nuovamente disponibile, salvo un eventuale infortunio dell’ultima ora, che ci può essere sfuggito.
Quando una squadra si trova con l’acqua alla gola, crediamo che non può che affidarsi a chi ha più mestiere. Se Ferrari e De Falco sono stati ingaggiati per innalzare il tasso tecnico della squadra, delle due l’una: o chi li ha scelti non capisce nulla di calcio, perché non sarebbero in grado di giocare in Eccellenza, oppure, in caso contrario, non possono non trovare spazio in una formazione estremamente “stitica” in fase offensiva (appena 2 reti in 9 incontri, una realizzata da Mingiano e l’altra da Comandatore).