Ecco il suo intervento nei lavori dell’assemblea provinciale
Si è svolta nel salone di rappresentanza della provincia di Taranto l’assemblea provinciale dell’Anpi. Sono intervenute numerose personalità di spicco e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Presidente della Provincia Florido
Il congresso ha eletto il sen. Battafarano presidente provinciale ANPI, mentre la giovane torricellese Sarah Latorre è stata eletta nel direttivo provinciale. Alla fine dei lavori congressuali, i partecipanti si sono recati in piazza Castello per deporre una corona di alloro sotto la targa in onore dei partigiani tarantini.
Questo l’intervento di Sarah Latorre al congresso.
«Prima di tutto voglio esprimere la mia emozione per esser qui oggi, e nel poter parlare di fronte ad un assise congressuale così importante come è l’ANPI. E se il cerimoniale me lo consente, vorrei dire che anch’io: mi sento Partigiana!
Partigiana si, perchè sono di parte, dalla parte della democrazia e della costituzione, non è un caso che l’ANPI abbia aperto il tesseramento anche alle giovani generazioni, non è una questione di mera sopravvivenza dell’associazione stessa (come qualcuno blatera). I valori della resistenza, quei valori che hanno portato alla nascita della repubblica e della nostra carta costituzionale, carta costituzionale che ci è invidiata da gran parte del mondo proprio perchè nasce dal concorso di diverse forze sociali, questi valori messi oggi volutamente in discussione per mano di una destra revisionista e reazionaria, spinge chi come me ha fatto la scelta “partigiana” le giovani generazioni che hanno scelto la memoria e lo studio e no i reality, a difendere, diffondere e preservare la memoria storica di chi ha dato la propria vita per garantirci democrazia e pace.
L’ANPI nasce come “ente morale” nome impegnativo che fa intuire il grande lavoro che ci aspetta, in questa società dove la morale è distorta, dove i privilegi di pochi soffocano i diritti di molti; ci troviamo di fronte ad un periodo storico culturalmente e socialmente difficile, la contestualizzazione ha lasciato il posto ad una pericolosa provincialità, la maggior parte dei miei coetanei non legge più, non scrive più, non approfondisce i temi, siano essi di qualsiasi natura, si è quasi ipnotizzati da mamma televisione e dalle sue veline.
Questa situazione drammatica, per certi versi mi induce a pensare che compito dell’ANPI deve essere anche quello di rieducare di riaprire il dialogo nella maniera più ampia possibile rilanciando la dialettica e il confronto di cui anche se inconsciamente i miei coetanei hanno un disperato bisogno; lo noto ogni giorno grazie alle possibilità che offre la rete internet, anche se in maniera abbozzata e rabberciata, si intuisce quanto sia alto il desiderio di parlare.
Noi dell’ANPI abbiamo il dovere di portare al centro questi temi, organizzando confronti, iniziative capillari nei territori, piccoli seminari pomeridiani nelle scuole. C’è tanto da fare.
Quest’anno ricorre il 150° dall’Unità d’Italia, una ricorrenza che al di là delle polemiche strumentali, reazionarie e scissionistiche, è importantissimo festeggiare. Mai come oggi l’Unità è un tema centrale nella società, si vive in continua contrapposizione, il nord contro il sud ne è un esempio lampante di come oggi l’Italia necessiti di unità. L’unità nazionale non è meramente un valore retorico, vuol dire anche difendere il contratto nazionale di lavoro, vuol dire anche avere uguali diritti Belluno a santa Maria di Leuca, vuol dire anche e soprattutto difendere la costituzione per non rendere vano il sacrificio dei caduti del 1861 e dei Partigiani nella Resistenza
Non vi è dubbio che la situazione attuale è molto complessa, chi decide di iscriversi all’ANPI chi decide di impegnarsi per la crescita di questa associazione è una persona che sicuramente sa che la strada è tutta in salita e che non ci sono posti di potere da occupare, questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una tendenza presidenzialista, Leaderista, dove il “capo”, sia esso di un’associazione di un partito, a destra come a sinistra, detta legge in maniera indiscussa, siamo davvero di fronte alla personalizzazione della società in tutti i suoi aspetti che ci ha portati ad una deriva dove di democrazia c’è poco e niente. Dobbiamo cambiare rotta, l’ANPI non ha bisogno di leader ma di cervelli pronti a lavorare per la crescita dell’associazione».
Sarah Latorre