L’incontro curato da Archeoclub di Manduria, dall’assessorato ai Beni Culturali di Manduria e dall’agenzia libraria “Alfa-Libri” di Gianni Biasco
Lunedì prossimo, alle ore 18.30, presso la chiesa della S.S. Croce, nei pressi del Parco Archeologico di Manduria, sarà presentato, alla presenza dell’autore, l’ultimo romanzo di Raffaele Nigro “Fernanda e gli elefanti bianchi di Hemingway”, edito da Rizzoli. L’incontro è curato dalla locale sezione di Archeolclub, con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni Culturali del Comune di Manduria e la collaborazione dell’agenzia libraria “Alfa-libri “di Gianni Biasco.
Il programma prevede, oltre ai saluti delle autorità comunali presenti, la presentazione del libro e dell’autore da parte della prof.ssa Delia Semerano, cui potranno far seguito interventi da parte del pubblico, con domande all’autore.
Il nome di Raffaele Nigro è talmente noto che sembra inutile richiamarne la figura alla memoria dei lettori. Forse vale invece la pena ricordare che la Fernanda del titolo è Fernanda Pivano, la più grande traduttrice dall’inglese che l’Italia abbia avuto, colei che, nell’immediato dopoguerra, sotto la guida di Pavese e Vittorini, fece conoscere agli italiani, per i tipi della casa editrice Einaudi, la grande letteratura americana, anche contemporanea, fino a quel tempo bandita dal fascismo.
A lei, nella vita grande amica di Hemingway, l’autore affida la narrazione di un episodio, rievocato tra il sonno e la veglia di un lungo viaggio notturno in automobile, risalente agli ultimi sgoccioli della vita del grande romanziere americano, morto suicida nel 1961. Incuriosito dalla presenza di misteriosi elefanti bianchi, forse mammut, di cui si favoleggia tra i boschi e le forre della Lucania, egli intraprende, benché stanco e malato, quella che sarà la sua ultima battuta di caccia, alla ricerca forse non tanto dell’ultima incredibile preda, quanto del senso della sua vita. Per un momento crederà anche di averlo trovato tra le braccia di Assunta, una giovane e bella antropologa che lo accompagna, simbolo di una Lucania proiettata nel futuro, ma più che mai legata alle sue antichissime radici.
Archeoclub Manduria