Una delle tradizioni più antiche e sentite dalla gente di Avetrana è la “Tria di san Giuseppe” che il 19 marzo di ogni anno ripropone le vecchie, ma sempre attuali emozioni di nonni e padri
Si rinnova anche quest’anno una delle tradizioni più antiche e sentite dalla gente di Avetrana: la “Tria di san Giuseppe” che il 19 marzo ripropone le vecchie, ma sempre attuali emozioni di nonni e padri. La festa in onore del santo è molto sentita nel paese ed è accompagnata, oltre che dalle celebrazioni religiose, anche da una serie di allettanti tradizioni gastronomiche. La parola dialettale “Tria” è molto antica e deriva dal termine arabo “Itrya” che corrisponde al significato di pasta secca. Molti comuni del Salento hanno ospitato nel passato nuclei di colonie albanesi; di conseguenza, ad Avetrana, il rito della Tria ebbe origine come distribuzione di un pasto ai poveri e diseredati del paese. Nei tempi passati il pranzo era organizzato dai benestanti del luogo. Successivamente esso venne trasformato in dono alimentare per i viandanti e offerta sacra per ottenere la protezione di san Giuseppe. In seguito la tradizione fu accorpata alla festa religiosa diventandone parte integrante da vivere in comunione e allegria. Nel giorno della ricorrenza i riti hanno inizio nella piccola “Cappella di san Giuseppe” del XVIII secolo, di proprietà della famiglia Briganti, con la prima celebrazione eucaristica, la benedizione e la distribuzione dei pani, “Li pupi”. Nella cappella esistono una pregevole tela che raffigura la morte di san Giuseppe e una relativa scultura a busto. Nella seconda mattinata, dopo la celebrazione solenne nella Chiesa Madre, dove è custodita un’artistica statua in cartapesta di cui è l’ autore il cav. Giuseppe Manzo di Lecce che la realizzò nel 1944, ha luogo la processione che scorta l’immagine del santo attraverso le vie del centro storico. La statua ha subìto un primo restauro nel 1988 ad opera del maestro cartapestaio cav. Pietro Indino di Lecce e successivamente un altro, operato nel 2006 dall’artista leccese S. Merico. Essa fu realizzata in sostituzione di una preesistente, andata distrutta da un violento temporale nel corso di una delle processioni celebrative. Il corteo è di solito presieduto dalle autorità politiche e religiose locali e vi partecipa anche la Congrega dell’Immacolata. A mezzogiorno c’è la benedizione della Tria, presente sulle tavole imbandite in Piazza Vittorio Veneto che, subito dopo, viene distribuita ai presenti per la degustazione. Il piatto, elaborato secondo varie ricette, è costituito essenzialmente da una tagliatella fatta in casa condita con sugo di pesce, frittura mista e pastelle, sempre a base di pesce. Le varie portate vengono elaborate dai più rinomati ristoranti della zona oltre che da varie associazioni locali. Grazie a tutto ciò, coloro che partecipano all’evento riscoprono il piacere di incontrarsi, chiacchierare e sentirsi in quell’occasione una grande famiglia.
Tasto e immagini di Antonietta Trono
Festeggiamenti annuali: 19 marzo.
Ore 8 prima messa nella cappella Briganti.
Ore 10 messa solenne nella chiesa Madre in Piazzetta Chiesa.
Segue la processione con la statua del Santo attraverso le vie principali del paese.
Ore 12 arrivo in piazza Vittorio Veneto.
Segue la benedizione della tria e la degustazione.