lunedì 23 settembre 2024


12/01/2012 09:58:05 - Manduria - Cultura

Si parte dall’assassinio di Sarah per teorizzare una società diversa

 
L’assassinio di Sarah, giovane ragazza senza nessuna colpa, come spunto per pensieri e riflessioni su come la nostra società si sia evoluta e trasformata nel corso degli anni, al fine di riscoprire la propria umanità attraverso una nuova legge, che non vuole altri sacrifici, ma solo guidarci verso una nuova Italia.
L’operazione culturale è firmata da Pietro Brunetti, dirigente scolastico in pensione, che nei giorni scorsi ha pubblicato “Sarah …e la rivoluzione possibile”, un libello, di una ottantina di pagine, edito da “Altro Mondo Editore”.
«In questo mio lavoro collego il caso clamoroso dell’omicidio della povera Sarah al cambiamento possibile di una società ritenuta ingiusta e squilibrata» sostiene l’autore. «Quello che noi chiamiamo “male” (nel nostro caso l’assassinio di Sarah), può assumere un significato nella logica dell’Amore: è un male, insomma, che non viene per nuocere. Ora, la “passione” subita da Sarah Scazzi è l’emblema, la metafora, il simbolo del male nelle sue multiformi modalità di essere. Ma da qui può venire la spinta ad un cambiamento in positivo, solo che lo vogliamo. Alzando l’obiettivo al massimo, possiamo concepire un cambiamento delle condizioni ambientali, naturali e sociali, oggi non più favorevoli ad una civile e pacifica convivenza, e che anzi, sempre più spesso, producono disagi e presagiscono la morte.
L’idea che Sarah possa diventare l’emblema della voglia di riscatto è nata riflettendo sul provvedimento adottato dalla comunità ave tranese, che ha deciso di costituire l’associazione “Sarah per sempre”, che ha come obiettivo la costruzione di un canile. E’ come dire che la breve vita di Sarah non è stata inutile. E continueremo a farla vivere nella misura in cui, in suo nome, saremo impegnati a fare delle buone azioni.
Nel caso della “rivoluzione possibile”, di cui si discute nel mio libro, si tratta di un cambiamento radicale, perciò rivoluzionario, di una società che langue perché troppo ingiusta, a cominciare da quella del nostro Paese. Essa potrebbe trarre motivo da questo infausto evento, una goccia nell’oceano di misfatti che la funestano, per ribellarsi e dettare nuove regole, così come la natura si ribella alle costrizioni dell’uomo che le sottrae intere foreste, costringe i fiumi in alvei artificiali, finchè quella non gli si ritorce contro e si riprende i suoi spazi. Sarah, dunque, come simbolo delle mille morti sul lavoro, delle mille sparizioni, delle morti per droga, per malasanità, per i dissesti del territorio, dei mille assassini alimentati dall’ignoranza e dalla irrazionalità. Un obiettivo grande, commisurato alla passione e all’interesse che il caso ha suscitato nel popolo italiano».
Nel suo libro, Brunetti teorizza, quindi, una serie di interventi e di provvedimenti di ordine amministrativo e politico, ma anche l’economia, la finanza, la famiglia, il lavoro, la giustizia, la salute, l’energia, l’ambiente, la cultura e la pubblica istruzione.










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