lunedì 23 settembre 2024


18/08/2012 11:00:22 - Manduria - Cultura

Diplomata in pittura e decorazione artistica al “Lisippo”, si è diplomata in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Lecce

 
La rubrica in cui presentiamo al pubblico i giovani artisti manduriani, che abbiamo intitolato “Dietro le immagini”, giunge al secondo appuntamento. Sulle ragioni e l’opportunità di questo spazio di approfondimento su tematiche di creatività, ci siamo espressi nel primo intervento, pubblicato su queste stesse pagine il 26 luglio scorso.
Sembrerà paradossale, ma i creativi manduriani, a tutti i livelli, e alcuni anche con importanti esperienze professionali nazionali, hanno spesso bisogno di visibilità proprio nel loro contesto d’origine, in cui non di rado sono conosciuti pochissimo.
I motivi di tutto ciò sono da ricercare anche nello scarso spazio che le testate giornalistiche locali, cartacee e digitali, dedicano a tematiche d’arte. Si sa che la politica e soprattutto l’economia fagocitano ampi settori di informazione, oltre che ampi spazi dell’immaginario individuale e collettivo,generando nel lettore la convinzione che effettivamente queste tematiche debbano naturalmente prendere il sopravvento su tutto il resto. Noi siamo convinti, invece, che mai come in questo momento, in cui la politica (almeno quella istituzionale) mostra il volto meno nobile e l’economia soffoca con la sua onnipresenza, sia necessario rivendicare l’importanza fondamentale della creatività artistica, l’unica che, a vari livelli, restituisce all’individuo la sua dignità originaria di soggetto capace di riappropriarsi della propria libertà, sottraendolo alla sensazione di sentirsi schiacciato da forze inesorabili.
 
Ciao, Luana. Ci incontriamo in questo pomeriggio d’agosto per parlare della tua esperienza di creativa, molto particolare, soprattutto per gli esiti cui è approdata recentemente. Partiamo dall’inizio. A quando risalgono le tue prime esperienze artistiche?
“Ho 30 anni, e disegno praticamente da sempre. Ho mostrato una inclinazione per il disegno da subito. Ho frequentato il liceo artistico Lisippo di Manduria, diplomandomi in pittura e decorazione pittorica, e ci tengo a sottolineare che, anche se il mio percorso artistico si è di recente orientato verso l’illustrazione, l’elemento grafico mi è comunque rimasto dentro .Da sempre dipingo ad olio, ma ho riscoperto l’uso di penne, grafite, inchiostri e soprattutto dell’acquerello. Dopo il Liceo artistico, mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti di Lecce e mi sono diplomata in scenografia. Appena iscritta, ho subito avvertito il  “pericolo” insito nella frequentazione di qualsiasi accademia, che è quello di una sorta di omologazione della tua esperienza creativa , il rientrare in uno schema precostituito, scelto da altri, cioè dall’istituzione. Per evitare questo rischio, ho deciso di indirizzare il mio impegno verso la scenografia, perché  avrebbe dato sicuramente la possibilità di imparare qualcosa in più rispetto allo studio della grafica tradizionale. Gli anni dell’Accademia sono stati  piuttosto tranquilli, senza esperienze innovative o particolarmente significative”.
Quando matura la “svolta”, quando cioè capisci quale strada prendere dal punto di vista delle scelte tecniche e professionali?
“Un anno importante e’ il 2007/2008. Ho fatto un’esperienza di servizio civile presso la scuola paritaria Belisario Arnò di Manduria, venendo in contatto con bambini che hanno difficoltà di inserimento sociale, e ho  promosso un progetto autonomo, intitolato “Ama il tuo Habitat”, molto seguito dai ragazzi. E, soprattutto, ho capito  che tra i miei obiettivi, professionali e soprattutto umani, c’è quello di fare qualcosa di concreto proprio per i bambini. Dopo l’esperienza al Belisario Arnò, ho passato un breve periodo a cercare un metodo espressivo consono alle mie inclinazioni, capendo subito che la mia ricerca artistica non poteva andare nella direzione della classica pittura da cavalletto, quella altrimenti definita “accademica”. Mi imbatto per caso nell’opera della illustratrice Beatrix Potter e subito comprendo che l’illustrazione è ciò in cui realmente voglio specializzarmi. E il linguaggio dell’illustrazione è molto particolare: è strutturalmente diverso da quello pittorico tradizionale, nel senso che si lavora su supporti, per lo più cartacei, di dimensioni ridotte. All’inizio, per questo motivo ho incontrato qualche difficoltà. Inoltre, cosa più importante, mentre nella pittura da cavalletto sei solo di fronte alla tela. nell’illustrazione devi relazionarti con un testo, oltre che con il foglio, C’e’ quindi rispetto alla pittura tradizionale  un passaggio in più, che devi risolvere creativamente. Cioè, devi rispettare il testo dell’autore, e devi rispettare anche la tua personale ispirazione”.
Quali sono state le esperienze più importanti fatte recentemente?
“Ho fatto un corso di illustrazione a Martina Franca, presso la Fine Art Factory, con il maestro Gabriel Pacheco (estate 2011). Lì ho conosciuto illustratori e illustratrici di grande esperienza. E mi sono accorta della difficoltà di iniziare un cammino serio nell’ambito della illustrazione, in cui sono tuttora convinta di stare muovendo appena i primi passi. L’illustrazione mi attrae proprio per il fatto di rappresentare una commistione di parola e immagine. Nell’ambito di questo mio percorso, ho contattato recentemente una giovane artista manduriana, Antonella Musiello [da noi intervistata nel precedente numero della rubrica], per iniziare appunto un progetto relativo all’illustrazione. Lei dovrebbe, nella fattispecie, fornirmi il testo su cui lavorare”.
Parliamo delle tue opere. C’è un tema che preferisci sviluppare?
“Ultimamente, mi interessa lavorare sul tema della Vita, nei suoi vari aspetti (la nascita, la morte, gli aspetti della vita che possiamo cogliere con i sensi e quelli che ai sensi sfuggono, ecc.). Per quanto riguarda le modalità specifiche della mia professione, lavoro al cinquanta per cento su commissione. Ahimè, non si campa di sola ispirazione personale, soprattutto dalle nostre parti. La gente, in un contesto di provincia come il nostro, non è molto aperta alle novità figurative, per cui preferisce commissionare una copia di un’opera nota piuttosto che “rischiare” di avere in casa un quadro dal tema o dalla tecnica innovativi. Ho realizzato, tra le altre cose, una serie di opere che hanno per tema “Pinocchio”,con le quali ho partecipato ad un concorso per i 150 anni dalle nascita del personaggio. Tecnicamente, si tratta di acrilici, pastelli su carta. Nella mia esperienza figura anche un esperimento di Action Painting, per una mostra personale che ho fatto ad Avetrana nel 2006. Ho anche creato un  mio personaggio, una simpatica topina con una toppa cucita sul sedere, che ho chiamato Frida. E’ un personaggio senza una “storia”  e auspico che, prima io poi, la storia possa arrivare… Continuando con la rassegna dei miei lavori più significativi, ricordo l’opera “Topi giocolieri”, un acrilico su carta, in cui gioco molto sul bicolore (rosso-nero).Ma tra i motivi ispiratori della mia produzione ci sono anche i sogni: voglio menzionare un’opera, divisa in due parti distinte, cui non riesco tuttora a dare un titolo, che è in concreto il ricordo di un sogno, steso su carta a guazzo, acquerello e pastello (sono solita avere un taccuino vicino al letto, in modo da schizzare il sogno sulla pagina, appena apro gli occhi e mi sveglio). Ci sono poi gli esperimenti di poesia visiva, con cui ho partecipato al concorso ”I paesaggi dell’anima”, tenuta dalla galleria Artemisia di Sabrina Falzone. Uno dei miei lavori nell’ambito del corso che ho seguito a Martina Franca , diretto da Pacheco, è un polittico (cioè una serie di tavole legate tra loro), esercizio creativo fatto a partire da  una frase di un noto cantautore italiano, sul tema della Vita. E’ un opera polimaterica, composta di carta, foglia oro, smalti, stesi su un  supporto particolare (mdf). E’ stata esposta presso la mostra tenutasi alla chiesa di Santa Croce a Manduria. Tra l’altro, in quell’occasione trovai l’opportunità di valorizzarla realmente, poichè la esposi direttamente sull’altare delle seicentesca chiesetta”.
Quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro?
“Poter pagare le bollette attraverso il miolavoro! Scherzo… Sento però la necessità di poter davvero vivere attraverso il mio lavoro di illustratrice. A Manduria, questo è molto difficile, poichè non sembrano esserci editori locali interessati al discorso dell’illustrazione. Esiste però Internet, con cui conto di approfondire i miei contatti con gli autori su scala nazionale e, perchè no, internazionale”.
Mi accorgo che chiacchierare con te non è difficile, Luana, dal momento che parli di te e del tuo lavoro con molta scioltezza .Non devi essere una che lascia parlare solo le sue opere…
“La “chiacchiera” è una delle doti che mi avvantaggiano nel mondo del lavoro, dove sono richiesti inclinazione ai contatti interpersonali, coraggio e determinazione nel perseguire i propri obiettivi. Sono però dell’idea che, per realizzarsi professionalmente, tutto questo possa non bastare. E’ necessaria, a mio avviso, anche tanta, tanta fortuna!”.
Ti facciamo un grosso in bocca al lupo per il tuo mestiere di illustratrice. Lavorerai soprattutto nel tuo contesto territoriale, o pensi di maturare esperienze anche altrove?
“Come ogni creativa, mi piace “accumulare” immagine e sensazioni da ogni situazione, vicino e lontano dal mio ambiente. Tutto questo, poi, lo rielaboro creativamente nel mio studio. Fondamentale è quindi, per me, dopo aver fatto un “giro”, sempre tornare a casa…”.
Grazie del tempo che ci hai dedicato, Luana.
“Grazie a te, e a risentirci, magari con la possibilità di parlarti di qualche esperienza in più…”.
 
Nicola Morrone
 
[Una parte dei lavori di Luana Leone si può visionare liberamente sulla relativa pagina Facebook, oltre che sul blog (blogspot.luanaleone.com)]
 
(Immagine allegata: “Un sogno”( guazzo, acquerello e pastelli su carta, 2012)










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