lunedì 23 settembre 2024


12/04/2013 14:15:14 - Manduria - Cultura

Nei giorni scorsi la rappresentazione dei risultati del brillante lavoro

 
 “Ozziti, Sam Giovanni, e no durmiri, ca sta vesciu tre nunnuli viniri, una d’acqua, una di jentu, una di malitiempu. Do lu purtamu stu malitiempu? Sotto a na crotta scura, do no canta jaddu, do nu luci luna, cu no fazza mali a me e a nudda criatura”.
Con questa filastrocca popolare, i casalnovetani (oggi Manduria), si rivolgevano a San Giovanni, a metà del 1600, affinchè allontanasse le calamità atmosferiche, che mietevano in quel periodo numerose vittime.
Filastrocca che, evidentemente, non fu più sufficiente. Su iniziativa di don Andrea Durante, all’epoca dei fatti rettore della Confraternita dell’Immacolata, si decise di chiedere un aiuto soprannaturale.
«Il promotore della devozione alla Madonna Immacolata fu il sacerdote Andrea Durante, l’ispiratrice della pratica devozionale fu una suora domenicana, Maria Villani, residente a Napoli» hanno ricordato gli alunni della classe III B della scuola primaria “Don Bosco”, che, guidati dalla loro maestra Rosetta Fanulli e dagli esperti (in particolare i cultori di storia patria Michelino Fistetto ed Elio Dimitri), hanno effettuato uno studio sul digiuno dell’Immacolata. «Fu proprio suor Maria a suggerire di praticare il digiuno a pane e acqua, da effettuarsi da ciascun devoto in un determinato giorno dell’anno, estratto a sorte dal rettore della confraternita».
Digiuno che si estese rapidamente in tutta Italia e anche in diversi Paesi del mondo.
«Il numero di coloro che chiedevano di poter prendere parte alla pratica devozionale fu talmente alto che si rese necessario annotare, su un apposito registro, i nomi dei digiunanti, ai quali veniva consegnata una pagellina con l’immagine dell’Immacolata e l’indicazione del giorno in cui l’iscritto doveva praticare il digiuno. Inizialmente i registri su cui annotare i nomi dei digiunanti furono due: uno per le persone e le famiglie di Casalnuovo, e l’altro per tutti i forestieri. Successivamente i due libri furono fusi insieme e fu chiamato il Libro Magno del Digiuno».
E’ questo parte dello splendido lavoro degli alunni della “Don Bosco”, teso a valorizzare e rilanciare una tradizione che stava cadendo nell’oblio. Ottima l’intuizione della maestra Fanuli di indurre i propri allievi a conoscere una delle pagine più importanti della storia di Manduria della seconda parte dello scorso millennio.
Lavoro presentato nei giorni scorsi in una gremita chiesa dell’Immacolata, alla presenza anche dell’assessore provinciale Francesco Massaro, della dirigente scolastica Anna Calabrese, del priore della confraternita Leonardo De Maglie e dei due cultori di storia patria Michelino Fistetto ed Elio Dimitri.
Al termine della manifestazione, il coro “La bamba di bambù”, diretto dal maestro Salvatore Moscogiuri, ha eseguito tre brani.
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