lunedì 23 settembre 2024


26/01/2014 10:19:24 - Manduria - Cultura

Maria Elena Tripaldi dimostra, con questo romanzo, una straordinaria capacità di introspezione psicologica e una abilità, non comune alla sua “verde” età, nel raccontare gioie, dolori, derive e riconciliazioni

Si intitola “Tu lo chiamavi vizio, io necessità” ed è l’eccellente opera prima di una giovanissima scrittrice manduriana: Maria Elena Tripaldi, 18 anni compiuti nello scorso mese di ottobre, studentessa del liceo classico “De Sanctis” di Manduria.
Un debutto con i fiocchi per questa ragazza di Uggiano Montefusco, da sempre innamorata dell’arte, della musica e della letteratura, che, con “Tu lo chiamavi vizio, io necessità”, pubblicato da Filocalia Edizioni di Manduria, corona uno dei propri sogni: la stesura e la pubblicazione di un libro.
Maria Elena Tripaldi dimostra, con questo romanzo, una straordinaria capacità di introspezione psicologica e una abilità, non comune alla sua “verde” età, nel raccontare gioie, dolori, derive e riconciliazioni. Eccellente la sua proprietà di linguaggio, attraverso la quale offre intuizioni e riflessioni critiche sui tanti aspetti intimi della vita di ogni giorno, sostenute entrambe da una profonda capacità di introspezione.
Il suo romanzo, pieno di dettagli tipici di un animo fantasioso ma in fondo semplice, un animo molto ordinato, offre non pochi spunti di riflessione quando si sofferma sui tanti interrogativi che la vita di ogni giorno ti pone.
Si confronta spesso con i temi della fede.
«Forse Dio non potrebbe cominciare a capire che chiederci di non temere alcun male nel buio pesto della notte è una pretesa eccessiva per dei poveri uomini come noi, che nemmeno lontanamente possono pensare di essere vicini a ciò che meravigliosamente era il Figlio Suo?» si chiede e chiede l’autrice. «Lo sappiamo bene che la croce non è un gran trono; la scomodità non ci piace e una corona di spine non ci dona a sufficienza. Non saremmo capaci di sopportare la fame per 40 giorni e certamente cederemmo alle tentazioni del diavolo in mezzo al deserto. (…) Certamente non possiamo andare a guarire i lebbrosi, visto che abbiamo a malapena il tempo per far resuscitare i morti e farli camminare».
Nel suo romanzo Maria Elena Tripaldi parla di vita e di morte, di amore e di sofferenza, con una lucidità davvero inaspettata per la sua età.
Il romanzo sarà presentato questa sera, alle 18, nell’aula “Gabrella Fanuli” del Centro per l’Agricoltura di Uggiano Montefusco. Interverranno, oltre all’autrice, l’editore Vittorio Basile, il prof. Luigi Pinelli e l’avv. Dario Basile.










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