lunedì 23 settembre 2024


01/11/2014 12:36:58 - Manduria - Cultura

L’evento culturale promosso dal liceo classico e scientifico “De Sanctis-Galilei”

Si è svolto ieri, venerdì 31 ottobre, nella sede del liceo classico F. De Sanctis, in occasione delle giornate di lettura nelle scuole promosse dal Ministero dell’Istruzione, l’incontro con l’autore di “Bestia a chi?” (edizioni Esperidi), Matteo Leo.
Il diciannovenne affronta all’interno del suo libro riflessioni sulla natura umana, vista con gli occhi degli animali, che alla fine di ogni capitolo lasciano all’uomo un messaggio prezioso.
Le classi 1B e 2B Classico, guidate dalle prof.sse Ardito e Bascià, e la 1D del liceo scientifico, guidata dalla professoressa Biasi, hanno realizzato una splendida manifestazione organizzata in diverse fasi. Dopo i saluti della dirigente, prof.ssa Addolorata Micelli, è iniziata la recitatio di alcuni passi del libro a cura della classe 1B, con accompagnamento musicale. Gli alunni della 2B hanno invece espresso alcune riflessioni sul tema del sogno, dell’amore e della morte. Infine la 1D Scientifico si è esibita in una coreografia ispirata ad un particolare capitolo, il nono, intitolata “Eye of Tiger”.
E’ iniziato dunque il dibattito dove sono state rivolte al giovane autore alcune domande.
Cosa l’ha spinta a scrivere il suo libro?
«Sicuramente quello che mi ha spinto a scrivere questo libro è stato senza dubbio la passione per la scrittura, che ho coltivato fin da piccolissimo. Ho sempre utilizzato la scrittura come valvola di sfogo,alla fine del giorno ritagliavo circa un’ora per mettere giù le mie riflessioni, questo libro nasce così».
Perché nell’introduzione si definisce la penna della sua anima?
«Perché ho fatto tanti sport, ma nessuno mi ha mai emozionato quanto la scrittura o mi ha reso me stesso. Mi definisco così perché do voce a ciò che sento, come se la scrittura fosse un amplificatore delle mie sensazioni».
Nel libro cita molti animali,in quale si rispecchia maggiormente?
«Il mio animale preferito è la zebra che ho associato all’amicizia. Per me l’amicizia è un valore importantissimo, prima delle superiori ero un ragazzo abbastanza solitario, dopo ho avuto la fortuna di incontrare un gruppo di amici speciali».
Com’è stato possibile, vista la sua giovane età, dare questi insegnamenti?
«Questi consigli solitamente li do a me stesso, sono fedele a ciò che scrivo. Partono spesso da ricordi di persone che mi circondano, ad esempio il capitolo sull’amore è ispirato all’esperienza che ho vissuto tramite gli occhi dei miei genitori».
Progetti futuri?
«Ci sono delle idee, forse potrei anche cambiare genere, mai dire mai».
Matteo Leo, aspirante giornalista, ha già scritto nel 2012 “Nati sotto un canestro. La pallacanestro a Monteroni, una passione lunga 60 anni”.
Ha lasciato agli alunni del liceo al termine della giornata il messaggio che “chi sogna non è mai perduto”.
 
Chiara Brunetti











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