lunedì 23 settembre 2024


29/01/2015 21:04:10 - Manduria - Cultura

«Elisa Springer sosteneva che “non si muore mai se non si è dimenticati”. Proprio per questo, oggi Elisa è qui con noi. Elisa è viva, non è morta. A noi ci ha affidato un compito: quello di non tacere, affinchè nessuno possa mai dimenticare cosa ha prodotto l’odio razziale nei campi di sterminio»

 
L’omaggio di don Luigi Ciotti a Elisa Springer ha emozionato l’auditorium del liceo scientifico “Galilei”, colmo di studenti che hanno imparato ad apprezzare la sopravvissuta ai campi di concentramento leggendo i suoi libri a scuola e riflettendo sulla preziosa opera di testimonianza, che ha caratterizzato gli ultimi anni della sua vita. Ma vi erano anche tanti adulti, che ebbero la fortuna di conoscere questa grande donna.
«Elisa è stata la mia maestra di vita» ha affermato don Luigi Ciotti. «Ricordo un suo intervento in un liceo di Biella. In quell’aula era presente anche la figlia della sua aguzzina dei campi di concentramento. Elisa non ha esitato ad abbracciarla, sostenendo che ai figli non vanno ascritte le responsabilità dei genitori. E’ stato un gesto immenso, che emozionò tutti noi».
Il presidente dell’associazione “Libera” si è anche soffermato sul calvario di Elisa.
«Non dimenticherò mai quel cerotto, che nascondeva un numero. Ad Elisa e ad altri milioni di internati fu tolta anche la dignità, insieme all’identità: furono trattati come bestie. Lo nascose per tanti anni con fatica, pudore e dolore, finchè, grazie anche all’aiuto del figlio Silvio, non decise di liberarsene per testimoniare quell’orrore. Quel numero è oggi inciso nei nostri cuori e nelle nostre coscienze. Ma non è però sufficiente commuoverci o indignarci. Tutti quanti siamo chiamati ad assumerci la nostra parte di responsabilità, che inizia con la voglia di conoscere e di sapere. Nella nostra splendida Costituzione manca solo una parola: verità. Tutti dobbiamo tendere verso la verità, che non bisogna mai dare per scontata».
Puntuale e lucidissima anche l’analisi dei nostri giorni.
«Papa Francesco ha parlato, nella sua visita a Re di Puglia, di Terza Guerra Mondiale. Un’esagerazione? Assolutamente no. Ogni minuto si spendono 3 milioni di euro per la costruzione di armamenti. Noi, invece, abbiamo bisogno di pace. Dobbiamo guardare al futuro facendo memoria del passato e lottando per la giustizia. In un momento in cui crescono povertà e disoccupazione, serve un impegno sociale e civile condiviso. Non venga meno la speranza, che ha però bisogno dell’impegno e della responsabilità delle istituzioni, della politica, ma anche di tutti noi».

 

 

 

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E’ in rete la seconda puntata del “Prudenzano News”
“Non un rito ma il culto della memoria
Tributo a Elisa Springer”










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