lunedì 23 settembre 2024


10/06/2015 12:49:16 - Manduria - Cultura

Ha relazionato Pietro Brunetti

La famiglia Arnò è una delle famiglie manduriane che ha contribuito a tessere la storia della città degli ultimi quattrocento anni. A questa famiglia, il cui capostipite fu Francesco Arnò, medico di Corigliano d’Otranto, la sezione di Manduria di Acheoclub ha dedicato un convegno. Ha relazionato l’operatore culturale Pietro Brunetti, che ha ricostruito, con meticolosità e con dovizia di particolari, la presenza degli Arnò a Manduria e le profonde tracce da questi lasciate.
«Gli Arnò giungono in Casalnuovo, passando da Nardò» ha ricordato Brunetti. «Uno dei primi personaggi della famiglia di cui è rimasta memoria è Oronzo Guglielmo Arnò, nato nel 1662, figlio del medico Francesco Antonio; fu medico egli stesso e pubblico lettore in medicina nell’archiginnasio romano e poeta arcade.
Gli Arnò si radicarono subito nel contesto cittadino, se consideriamo che il loro stemma di famiglia, rappresentato da un albero di pino, è presente nella chiesa del Rosario, la cui costruzione risale agli inizi del ‘600, insieme agli stemmi delle famiglie Quattrocchi, Tafuri e Primiceri che, facendosi carico della costruzione del luogo sacro, si assicuravano il sostegno della Chiesa. La posizione occupata dagli Arnò è dunque di tutto rilievo, ma non ancora così forte da poter aspirare al controllo della città».
La famiglia Arnò, quindi, inizia a tessere una tela attraverso la  combinazione dei matrimoni. Operazione che assicurerà alla famiglia l’apporto di nuovi beni.
«L’essere servitori degli Imperiale e della Chiesa conferisce notevole prestigio e questo spinge entrambi i rami di Giacomo e Filippo Arnò ad adottare il sistema della primogenitura, cui fa ricorso la classe dei nobili. Essi votano al celibato le proprie figlie, che spesso diventano suore di clausura nel convento di S. Benedetto, di recente costruzione, mentre col matrimonio dei primogeniti acquisiscono nuove donne e, con esse, nuovi patrimoni. Il Delille ha verificato che nel corso di due secoli (Sei e Settecento), gli Arnò danno in spose quattro loro donne, ma ne ricevono quindici, alcune delle quali figlie uniche, come Camilla Giustiniana, Susanna Bianca e Margarita Schiavone.
In tutto il Seicento gli Arnò sono molto impegnati non solo nell’accrescere i loro beni, ma anche a stringere e consolidare alleanze soprattutto con la famiglia Schiavoni, che nel Settecento è la più potente della città. Questa politica produrrà l'ascesa degli Arnò ai massimi livelli della vita di Casalnuovo, riuscendo ad occupare ripetutamente sia la carica di sindaco della città, sia quella di priore del Monte di pietà, le due cariche più ambite della città.
Il primo degli Arnò a diventare sindaco fu Nicolò (1698-99). Nel 1702-03 assunse la carica di sindaco Flaminio Arnò, rieletto nel 1717-18, nel 1730-31 e nel 1734-35. Nel 1742-43 fu sindaco di Casalnuovo Carlo Arnò; Tommaso Arnò nel 1747-48 e poi nel 1754-55, 1763-64, 1771-72 e 1780-81. Giambattista Arnò fu sindaco nel 1786-87; Carlo Arnò nel 1795- 96 e 96-97; Giuseppe Saverio Arnò lo fu nel 1800, Carlo Arnò di nuovo nel 1814; ultimo dei sindaci della famiglia fu un altro Gian Battista Arnò nel 1841-43».

 

 

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