lunedì 23 settembre 2024


16/07/2015 17:59:48 - Manduria - Cultura

La raccolta si intitola “Per gioco II”

 
“Per Gioco II” è il titolo del libro nel quale Nicola Morrone ha raccolto ben 36 suoi articoli pubblicati fra il 2012 ed il 2015 su giornali locali (Casalnuovo, Manduria Oggi, Fondazione Terra d’Otranto ed altri). Si tratta di scritti relativi alla storia, all’arte, alle tradizioni di Manduria e del suo territorio. Fra l’altro, a mio avviso, la loro principale caratteristica è data dal fatto che gran parte di essi si riferisce a particolari poco noti, se non del tutto sconosciuti che l’Autore ha individuato ed illustrato con competenza e precisione.
Premetto come Nicola Morrone è certamente fra i cultori di storia patria delle nuove generazioni uno dei più appassionati, competenti e preciso nelle sue ricerche, quasi sempre di notevole interesse. Mi basta ricordare come a lui si debba la più attendibile attribuzione (cfr. Per gioco (I), 2012, pp. 17-18) allo scultore gallipolino Vespasiano Genuino del seicentesco pulpito ligneo della Chiesa Madre, ritenuto nei testi di storia dell’arte una delle più pregevoli sculture lignee del XVII secolo, il cui autore era però sconosciuto. Gran parte degli articoli meriterebbe un cenno di commento; ciò che per ovvi motivi grafici non è possibile. Mi limito a segnalare alcune delle particolarità che più mi hanno interessato. Otto articoli sono dedicati a San Pietro in Bevagna, località particolarmente cara all’Autore: curiosità archivistiche, il fonte battesimale del Santuario, l’autore della tempera ottocentesca nella chiesa, la processione propiziatrice della pioggia.
Un articolo molto interessante è dedicato a Felline, antico villaggio ubicato fra Manduria e San Pietro in località “Li Castelli”, dove sorgeva un’antica città messapica, della quale conserva notevoli vestigia ed il cui vero nome è tuttora sconosciuto.
Non posso non segnalare l’importante contributo sul pittore Pietro Stano, fratello del bel più noto e rinomato Giovanni e forse anche per questo, poco valutato e come giustamente scrive Nicola Morrone “dimenticato”.
Altro notevole contributo è quello sui Templari a Manduria, una particolarità storica poco nota, dalla quale apprendiamo come una delle più antiche testimonianze era rappresentata dalla Chiesa della SS. Annunziata.
Un paio di articoli sono dedicati alla Settimana Santa, nei quali l’Autore pone in rilievo il mutato spirito devozionale con il quale viene vissuta.
Interessante è il contributo storico-artistico riservato a tre palazzi rinascimentali del centro storico, in stile catalano-durazzesco.
Cito qualche altro articolo: la devozione alla Madonna di Costantinopoli, le vicende della settecentesca statua in cartapesta di San Lorenzo (oggi conservata nella Chiesa di S. Antonio); la Chiesa dell’Assunta, un tempo Madonna della Grande, officiata dai Domenicani prima della edificazione del Convento e della Chiesa del Rosario; le tracce del culto anche in Manduria di San Nicola di Mira, protettore della frazione di Uggiano Montefusco, alla quale si collega il culto per Sant’Eligio, al quale l’Autore dedica un articolo segnalando le testimonianze presenti in Uggiano e le pochissime presenti in Manduria, dopo che in anni recenti la Chiesa di Sant’Eligio è stata demolita.
Concludo questo rapido excursus sui contenuti del libro e lascio al lettore patito di storia patria il compito di rilevare le non poche particolarità che, come detto in premessa, caratterizzano gli articoli compresi nel libro di Nicola Morrone, sottolineando il contributo appassionato che essi apportano alle ricerche della nostra storia patria che resta, a mio modesto avviso, il fondamento, anche se non ce ne rendiamo conto, per vivere il presente e proiettarsi nel futuro.
 
Elio Dimitri










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