lunedě 23 settembre 2024


28/12/2015 14:28:09 - Manduria - Cultura

Con questo libro, edito da “Città del Vino”, si chiude la trilogia dedicata al Primitivo di Manduria e ad una delle “culle” di questo prodotto, sempre più apprezzato e ricercato nel mondo

Storia e storie dei “maestri in Primitivo” raccontate da Nino D’Antonio, docente di Letteratura Italiana, giornalista, scrittore napoletano in “Maestri in Primitivo”.
Con questo libro, edito da “Città del Vino”, si chiude la trilogia dedicata al Primitivo di Manduria e ad una delle “culle” di questo prodotto, sempre più apprezzato e ricercato nel mondo: il Consorzio Produttori Vini. Dopo i libri “Dal merum al Primitivo” e “Il rinascimento del Primitivo”, con i quali si è intrapreso un viaggio nella storia di questo vino, “dall’anarchia del vino sfuso alla sicura identità del Primitivo”, con “Maestri in Primitivo”, titolo mutuato dal felice e fortunato appellativo del Consorzio Produttori Vini, si è voluto concedere il giusto risalto a coloro che hanno materialmente contribuito, con il proprio amore e con il proprio sudore, sui campi, a rendere unico questo prodotto: i soci della cantina, i cui volti sono a più sconosciuti, ai quali, però, si deve la fortuna del Primitivo.
«E’ un viaggio attraverso il territorio e la sua gente, portata avanti con mano leggera e intrigante» è la calzante definizione scelta da Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, per questo lavoro.
Libro che è stato presentato, nei giorni scorsi, nella sede più naturale: la suggestiva struttura del Consorzio Produttori Vini. Con i lavori moderati da Giuseppe Mazzarino, sono intervenuti il presidente della cooperativa, Fulvio Filo Schiavoni, il direttore dell’associazione “Città del Vino”, Paolo Benvenuti, e l’autore Nino D’Antonio.
E’ stato quest’ultimo, con la simpatia travolgente tipica dei napoletani, a soffermarsi sulla genesi del libro e, poi, a svelare spigolature e aneddoti raccolte durante i suoi incontri con alcuni dei tantissimi soci, in parte estratti a sorte, in altra parte scelti.
Nino D’Antonio ha fatto invece emergere, scheda dopo scheda, il lato umano di ognuno di loro, privilegiando le storie personali, la vita affettiva, i valori di questa “tribù del Primitivo”.
«E’ stata una chiacchierata a ruota libera, dove tutti sono stati chiamati a esprimere il proprio pensiero» le parole di Nino D’Antonio. «Il materiale raccolto costituisce la base del libro, che in filigrana raccolta la storia di un’impresa, attraverso le testimonianze di chi ha avuto le mani in pasta. E non solo. Perché l’occasione è propizia per far uscire dall’anonimato quella pattuglia di soci, rimasta spesso nell’ombra. Il vero protagonista di questi incontri è stato il Primitivo. A partire da quello di un tempo, legato ai palmenti e alla memoria dei padri, fino al superamento di ogni empiria, grazie alle conquiste della moderna enologia».











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