lunedì 23 settembre 2024


01/06/2016 07:05:47 - Manduria - Cultura

L’intervento di Gerard Delille: «Ho perso un amico. Te ne sei andato per un altro paese, un altro tempo. Fai buon viaggio caro Elio»

«I libri per lui non erano oggetti di carta ma memoria del passato e strumento in costruzione della vita. A scegliere, avrebbe apprezzato molto di più essere seduto su una montagna di libri piuttosto che su una montagna di diamanti».
Gerard Delille, studioso di origini francesi, ha ricordato così Elio Dimitri, profondo cultore di storia locale e figura di primissimo piano della storia politica e sociale della Manduria del XX secolo. A lui, scomparso qualche mese fa, è stata intitolata l’aula delle letture della biblioteca “Marco Gatti”, di cui era anche direttore onorario.
«Elio era un uomo appassionato di libri, soprattutto di natura storica e soprattutto del suo paese» ha ricordato il prof. Delille, cittadino onorario di Manduria, nel corso della cerimonia di intitolazione dell’aula delle letture della Gattiana. «Non posso dimenticare gli incontri degli ormai lontani anni ‘70 e anni ‘80. Ricordo il suo piccolo studio, in cui prendeva appunti e scriveva a mano. Ricordo l’ampio ambiente in cui raccoglieva libri e li classificava, dopo ovviamente averli letti con attenzione».
L’interesse in comune fu la ricerca sul Librone Magno, documento unico e di straordinario valore sociale, custodito nella biblioteca.
«Elio mi ascoltava lungamente e rifletteva sulle domande che gli ponevo sul libro Magno: sulle sue origini, sulle sue finalità, sul periodo preso in esame per ricostruire la genealogia delle famiglie manduriane, sul perché questo documento si trovasse qui a Manduria» ha proseguito Gerard Delille, rivolgendosi all’auditorio, nel quale erano presenti la vedova Luisa Stanca e i suoi figli. «Lui ben presto si appassionò a questo straordinario documento, prodigandosi nella ricerca e nel suo studio».
Lo studioso di origini francesi si è poi soffermato anche sul rapporto umano nato e consolidato con Elio.
«Poco a poco si creò una bella amicizia e io conobbi una bella persona. Un’amicizia fatta di rispetto reciproco e di scambio di idee, di problemi e di iniziative culturali, spesso difficili da portare a termine.
La sua passione per la storia non escludeva quella per la politica intesa come progetto e costruzione del futuro. Impegno instancabile, costante per l’insegnamento e sulla storia locale. Quello che importa ora è continuare questo lavoro che lui ha iniziato. Ancora una volta ho il cuore triste: con Elio se ne sono andati gli anni forse più impegnativi della mia vita di ricercatore. Con Elio ho perso una bella persona. Un gentiluomo nel senso più ampio della parola. Ho perso un amico. Te ne sei andato per un altro paese, un altro tempo. Fai buon viaggio caro Elio».










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