lunedì 23 settembre 2024


19/11/2009 10:03:36 - Manduria - Cultura

Scuola vecchia o scuola nuova?: questo è il problema

“Crisi della scuola in tempi di incertezze... la prospettiva Etnografica dell’Educazione”, è stato questo il tema dibattuto nel seminario organizzato dal liceo classico e scientifico “F. De Sanctis-G. Galilei”, in collaborazione con il Comune di Manduria, il CSA di Taranto e la Société Européenne d’Etnographie de l’Education, svoltosi presso il Circolo Cittadino di Manduria.

Hanno rivolto all’assemblea intervenuta, per lo più costituita da docenti interni all’istituto e quelli
interessati esterni, nonché dai numerosissimi alunni dei due licei destinatari privilegiati delle riflessioni emerse nel corso del dibattito, il dirigente scolastico prof.ssa Ada Micelli, la dott.ssa Moscogiuri, operatrice sanitaria ed esperta in tecniche manageriali, intervenuta al posta del marito assente per motivi personali (presidente del circolo sign. Luigi Pasanisi), il prof. Enzo Caprino, docente del liceo De Sanctis, il dirigente scolastico e sindaco di Fragagnano dott.ssa Alfonso, il prof. Vito D’Armento docente dell’Università del Salento e vice presidente e sociologo della Società Europea di Etnografia dell’Educazione ed infine l’ospite d’onore, il chiarissimo ed illustrissimo prof. Patrick Boumard dell’università di Brest, etnografo di fama europea, docente presso le università di Parigi, Brest, Spagna e Portogallo, autore di numerosi testi sull’argomento e soprattutto sui consigli di classe pubblicati anche in Italia, nei quali lo studioso ha delineato i passaggi, le divergenze, i limiti delle diverse scuole di pensiero pedagogiche che hanno generato la moderna crisi vissuta attualmente dalla scuola.
La sua relazione, peraltro brevissima, è stata una magistrale prova di osservazione sul campo, quando, chiamato ad adoperare le sue riflessioni, ha spiegato come un etnografo conduca le sue osservazioni partecipanti, così le ha definite, prendendo a pretesto alcuni comportamenti dei ragazzi presenti, che, come si sa, hanno capacità di concentrazione molto ridotte, per dimostrare concretamente in che cosa consista l’impegno scientifico di uno studioso di questo calibro. Forti le riflessioni emerse dal suo intervento, dirette in particolare agli alunni che sono stati  stimolati a fare risonanza personale delle provocazioni loro indirizzate.
Particolarmente interessanti anche gli interventi dei genitori e dei docenti intervenuti, che hanno espresso forti perplessità verso forme pedagogiche ritenute improduttive, adottate da alcuni insegnanti, che facendo leva sul loro autorevole ruolo, si trincerano dietro la loro autorità invece, per apparire refrattari verso qualsiasi forma di dialogo pedagogico maggiormente adatto alla comprensione del dinamiche delle nuove generazioni.
Hanno completato tale pensiero le relazioni degli altri relatori interventi, che compatibilmente con il ruolo sociale ricoperto e gli studi condotti e dell’esperienza maturata nel loro campo,  hanno avuto l’opportunità di poter dire la propria sulla scuola, ritenuta da alcuni inadeguata, poco attenta alle reali esigenze dei giovani, vittima di comportamenti di alcuni docenti con la puzza sotto il naso, un po’ troppo stantia o vecchia prossima addirittura alla morte, ma sicuramente forte delle verità di cui è stata sempre storicamente custode che trasferisce di generazione in generazione deterrente contro la crisi totale delle istituzioni in genere. Da qui la necessità di questo seminario, che a detta dei relatori, 
doveva farsi espressione di verità scomode capaci di dispiacere a qualcuno, finanche ai ministri, ai quali evidentemente sfugge il reale stato di salute della scuola italiana. Sicuramente non è stata scelta a caso la location nella quale si è svolto il seminario, il Circolo Cittadino del nostro comune, a dimostrazione che l’obiettivo della scuola promotrice dell’iniziativa, fosse quella di indirizzarsi alla collettività tutta e non solo alla famiglia scolastica di riferimento.
Da ospiti, non possiamo che elogiare iniziative di questo tipo, mossi  dalla speranza che, oltre le belle parole, ci sia la concreta voglia di essere i protagonisti di cambiamenti che allineino la nostra scuola ai nostri concorrenti europei.

 
Mimmo Palummieri










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