lunedì 23 settembre 2024


25/09/2017 06:40:20 - Manduria - Cultura

L’inesattezza del Movimento Città del Vino genera una nuova discussione sull’argomento

Con riferimento all’articolo apparso il 21 u. s. su Manduria oggi, in cui giustamente si contesta il Movimento turismo del vino (dove ha sede, da chi è rappresentato?), che colloca Manduria nella Magna Grecia, non posso fare a meno di osservare quanto segue.

Per la verità lo faccio con rincrescimento, stanco di dover scrivere per l’ennesima volta sull’argomento; ma tant’è, nella disperata condizione di abbandono in cui vive la città, l’unica cosa certa è che qui si esauriscono le energie di una vita lottando contro i disservizi continui ed i problemi a non finire, senza riuscire a risolverne uno che fosse uno, tanto crassa è la nostra ignavia.

Ora, per stare all’argomento, non me la prendo tanto con chi afferma che Manduria fu magno greca, giacché ognuno, non conoscitore della storia della città, farebbe esattamente come ha fatto il Movimento turismo del vino, cioè farebbe riferimento ai tanti mega tabelloni pagati a peso d’oro, che all’ingresso del territorio di Manduria la pubblicizzano come facente parte della Magna Grecia.

Il problema grave è che quei tabelloni furono commissionati dai nostri amministratori insieme a quelli di Taranto (qui a giusta ragione), non certo per motivi di promozione turistica, ma per interessi facilmente intuibili. Questo succede quando al Comune vengono delegate a governare la città persone incompetenti o in malafede; e quando mi sono rivolto a più di un sindaco, chiedendo di far rimuovere quello sconcio, la risposta più intelligente è stata: “quando si faranno vecchi verranno tolti“.

La questione è che finché l’ignoranza produce i suoi effetti sulla popolazione, mal per essa che all’occasione non ha saputo mettere da parte chi, sindaco o consigliere comunale ignorante o incapace, si proponeva all’Amministrazione della cosa pubblica. Ma la cosa diventa più grave quando, della nostra ignoranza, si fanno beffa con compassione quanti vengono a visitare il nostro territorio: tra questi, in particolare i Tedeschi, maestri in fatto di storia ed archeologia. Mosso da una di queste osservazioni, tra gli altri interventi sulla questione di Manduria magno greca, volli fare un ultimo tentativo pubblicando quattro versi dal sapore satirico, che qui allego.

Per concludere, Manduria non fu mai magno greca, ma messapica fin dalla immigrazione illirica del X sec. a. C., ben tre secoli prima che i Greci colonizzassero Taranto, la Lucania, la Calabria e parte della Campania. E se Manduria conserva ancora dopo venticinque secoli le monumentali mura, messapiche appunto, è perché preposta, insieme ad Oria e Ceglie messapica, a difendere tutta la Messapia, da S. Maria di Leuca ad Ostuni, dalle continue aggressioni della Magna Grecia e, in particolare, di Taranto.

Colgo l’occasione per ricordare che anche il territorio di Sava, Lizzano, Carosino, ecc, era area messapica. Taranto magno greca dominava fino all’attuale territorio di S. Giorgio e, stretta dal mare, fu sempre spinta a cercare di espandersi a danno dei confinanti Messapi, ma non ne ebbe mai la forza e la fortuna.

Resta fermo il fatto che, stante il magma vischioso e maleodorante in cui siamo immersi, prima di affermare quanto contestato, bisogna saper valutare; considerato anche che laddove non aiutano l’ignoranza e la malafede, aiutano le pietre, che da millenni si fanno chiamare “ mura messapiche “.

 

Pietro Brunetti

 

 

Manduria nell’itinerario della Magna Grecia

Risero i polli e le galline,

di tutta Manduria cani e gatti,

risero pure i sorci sulle prime,

risero tutti come tanti matti.

 

Motivo di risata generale

fu la dotta scoperta d’alti ingegni

che Manduria non fu di Taranto rivale,

ma magnogreca; per questo non disdegni,

 

anche se fu stirpe di Messapia,

di vedersi cambiati i connotati;

porti  pazienza, or si aggiorni e sappia

che da carne in pesce si può essere mutati.

 

Di fatto questo è scritto in tabelloni

che ti ritrovi entrando nel paese,

talchè i turisti, che sono un po' burloni,

ridono molto anch'essi a nostre spese.

 

Né si turbò il sindaco di Uggiano,

che da gravi affari ognor distratto,

ne rimandò al prossimo millennio

la rimozione, da farsi con appalto.

 

Molto più grave fu, invece, la vergogna

d'essere burlato dal Piccione,

che per aver tentato di metterlo alla gogna

si prese una denuncia da un …  lione.











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