lunedì 23 settembre 2024


05/01/2010 17:25:31 - Manduria - Cultura

Effetti collaterali di un mondo di fantasia

Se la necessità aguzza l’ingegno e la fortuna aiuta gli audaci, i bollenti spiriti premiano l’intraprendenza di tanti giovani alla ricerca di un lavoro, specie quando se lo inventano ex novo coniugando l’aspetto ludico del gioco
alla prevenzione sociale.
E’ proprio vero che la vita riserva sempre tante sorprese e non manca di darci lezioni di vita.... continuamente! Qual è la lezione di vita a cui faccio riferimento? Metti una sera d’inverno, in un gelido periodo di Natale, una tombolata come tante altre, in un paese di provincia senza grandi occasioni di svago, un bus colorato su cui campeggia a caratteri cubitali una grande scritta Ludobus, in contrasto con un’austera statua di san Pio, rinunciatario per obbligo alla serenità cui è abituato, si incontrano un gruppo di giovani dall’accento forestiero, come direbbero gli anziani, vestiti in modo eccentrico, che se non sono folli, o sono dei giovani stilisti d’avanguardia troppo avanti per tutti, sono giovani coraggiosi decisi a rivendicare la serietà di quella frangia di disoccupati che orgogliosamente grida: “ce l’ho fatta”, a dispetto degli scettici pronti a creare mura di pregiudizi contro ciò che tutto sembra tranne un lavoro.
Se si considera poi che sia un lavoro ad assicurare del sano svago ai ragazzi di oggi, è proprio il colmo. Questa la conclusione apparente di una serata senza colpi di scena, se non fosse per il fatto che un gruppo di giovani baresi venga chiamato dalla presidente di un’associazione per genitori ad animare una tombolata per famiglie, in cui possano divertirsi insieme grandi e piccini. Non è forse fenomenale? 
E fenomenale lo diviene ancora di più, togliendo a quel fenomenale qualsiasi riferimento a film di Dario Argento, quando lo scrivente, invitato da alcuni amici a partecipare a questo momento di aggregazione, prende
i classici due piccioni con una fava, fermandosi a parlare con Donatella, che intanto ha messo a posto i capelli, illusa che a chiamarla sia un aitante giornalista, dal fascino tenebroso, e che delusione invece essere intervistata, mentre si è all’apice del successo, si stanno dando i numeri della tombola tanto per intenderci, da una mezza calzetta tirocinante del giornalismo che ti chiede: “Parlami della tua attività”.
A quel punto tutto comincia ad essere ancora più straordinario leggendo l’entusiasmo di una giovane ragazza pugliese, con lo sguardo trasognato alla Candy Candy, che mi racconta di come ha potuto mettere su la sua attività insieme ad altri amici, grazie a Principi Attivi, costola di Bollenti Spiriti, il progetto regionale di finanziamento dei progetti imprenditoriali giovanili, disposta ad affermare che il suo più grande sogno nella vita sarebbe quello di portare allegria nei quartieri più degradati di Taranto, per dimostrare che tutti meritano un'occasione, anche chi non è figlio di papà e mammà e non rompe le attrezzature del suo lavoro come invece
hanno fatto questi ultimi.
Ora, al di là delle facili e scontate generalizzazioni, magari anche giuste, merita di essere sottolineato un progetto di lavoro nel quale ha creduto evidentemente la Regione. Tant’è che l’ha finanziato, appoggiando l’idea di portare il gioco all’interno delle piazze e dei posti più significatici di ogni dove, per rivalutarli e per consentire alle nuove generazioni di riappropriarsi dei propri spazi e per assimilare, attraverso il gioco, i principi solidi del vivere comune quali quelli della cittadinanza, del rispetto per l’ambiente, del confronto interculturale, delle pari opportunità, della socializzazione e della costruzione sociale, in ambienti all’aperto dove possano interagire grandi e piccini.
Una sorta di cilindro del prestigiatore a quattro ruote in cui prende forma il mondo della fantasia, popolato di esseri straordinari dotati del potere di far ridere le persone, di proporre anche all’estero la cultura mediterranea, con i suoi miti e racconti, leggende e fiabe, un melting pot di aggregazione culturale che bandisce la paura per il diverso, favorendo una cultura dell’incontro da proporre con l’ingenuità dell’infanzia anche a scuole, sagre e feste paesane.
Una vita On the road alla Jack kerouac, in cui l’allegria del ludobus raggiunge e congiunge trasversalmente non solo luoghi ma persone, costruendo figure da art attack non immaginarie ma autenticamente reali, per dimostrare che essere diversi si può, senza combattersi, utilizzando il gioco, disciplinato in laboratori organizzati ad hoc, per veicolare principi di solidarietà, di crescita e condivisione anche nelle periferie e negli spazi urbani più degradati considerati crogiolo di furfanti e reietti, per perdersi in “un mare in cui giocare e non in uno in cui affondare”.
Così la loro esperienza diventa essa stessa una storia continua da raccontare, che ogni giorno si arricchisce di nuovi personaggi da portare in giro per il mondo, fiaba senza fine o finale a sorpresa, che garantisce in reale vivere felici e contenti.
Un esempio la piccola Durata, una bambina che l’Associazione Luditerraneo, questo il nome di questa moderna carovana di artisti di strada, ha incontrato nel corso di una “retata” di divertimento a Tirana, che, insieme alla sua mamma, invitò questi ragazzi a casa sua per offrire il meglio della sua povertà. Ed insieme a tazze sbeccate e ad ambienti resi accoglienti come si poteva, si offrì di leggere i fondi del caffè per riconoscenza, a testimonianza dell’enorme gratitudine di un popolo ancora profondamente bisognoso dell’aiuto
della comunità internazionale.
Sono testimonianze come queste, frutto dell’impegno e della sensibilità di tanti giovani animati dal desiderio di
costruirsi un futuro, a dimostrare i limiti della politica pronta ad apporre tanti se e tanti ma, che com’è noto seppelliscono sotto cumuli di polvere progetti capaci di cambiare la vita e la vita di tutti concretamente.
A Donatella ed ai suoi amici, turisti un po per caso, un po per scelta, un po per necessità, l’augurio di una longevità professionale che possa regalare a noi, diventati burocrati di noi stessi, la gioia di scivolare ancora sull’arcobaleno della fantasia.

Mimmo Palummieri










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