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02/03/2019 11:43:51 - Manduria - Cultura

«Vivo a Bologna da 16 anni, ma la mia casa è Manduria»

Bologna e il suo hinterland è una sorta di colonia di manduriani. Grazie al gruppo “Manduria sparpaiati ‘ntra lu munnu”, stiamo scoprendo che tantissima gente di Manduria si è trasferita, per lavoro, proprio in quest’area dell’Emilia.

A Bologna vive, da 16 anni, anche Rossella Raho.

«Mio marito, Alessio, manduriano doc anch’egli (non avrei potuto scegliere diversamente) è un militare. Il suo lavoro ci ha portato a trasferirci a Bologna» spiega Rossella. «Ma nel mio cuore c’è solo Manduria. Questa terra, che mi ospita da tanti anni, non la vivo come la mia vera casa. Casa mia è sempre stata Manduria e quando ritorno per me è sempre una festa. Ogni volta la mia città mi riserva tante sorprese. Spesso sogno di rientrare nella mia città: sarebbe il massimo».

Rossella, che di professione è avvocato, ricorda perfettamente la propria infanzia.

«Abitavo nei pressi di piazza Archita, per cui ho frequentato la scuola elementare “Michele Greco”» racconta Rossella. «Ho trascorso tanti pomeriggi nell’area dell’oasi “Servi di Maria” ad ammirare le pattinatrici. E’ stato il periodo più bello della mia vita. Ho avuto dei genitori straordinari (papà Leonardo e mamma Nella), che mi hanno educato con principi e valori sani, e sempre nel rispetto del prossimo. Non mi hanno fatto mai mancare niente».

Poi il viaggio a Bologna.

«Con mio marito utilizziamo sempre il dialetto manduriano, anche quando siamo per strada: speriamo che qualcuno della nostra zona ci ascolti e ci fermi. Parlando il dialetto, peraltro, sentiamo meno la lontananza della città».

Quello di Rossella è uno straordinario atto d’amore verso Manduria.

«Concordo con ciò che ha affermato Cinzia nell’altra intervista: Manduria la si apprezza tantissimo quando si è lontani. E’ vero, ci sono delle cose che non vanno, ma bisogna lottare per ottenere ogni diritto. Noto che c’è tanta gente che inizia a ribellarsi, compresi gli anziani, dai quali ora si ascolta una voce di cambiamento. Occorre voltare pagina, perché le potenzialità sono tante ed è giusto che Manduria ritorni a risplendere».

Probabilmente, uno degli handicap di Manduria e di tante altre cittadine del Sud è il fatto che i giovani, non trovando lavoro, decidono di andare via. La città perde così risorse e menti, che potrebbero contribuire al cambiamento.

«Questo è vero, ma è una situazione generale nel sud, da sempre svantaggiato rispetto al centro e al nord dell’Italia. Credo che ai giovani bisognerebbe far capire quanto importante sia la loro presenza a Manduria, ma, nello stesso tempo, la classe politica dovrebbe porre le condizioni affinchè i giovani possano convincersi a rimanere, intravedendo un futuro radioso».

Ai manduriani Rossella lancia un appello.

«Rispettate Manduria. Non sopporto, ad esempio, coloro che, quando si recano al nord, gettano le carte nei cestini, mentre poi a Manduria deturpano l’ambiente. Rispettiamo questa nostra bella città».

Da Bologna, poi, Rossella invia un saluto alla sua famiglia.

«Un abbraccio a mia madre Nella e a mio padre Leonardo, oltre che a mio fratello Piero e a mia sorella Emanuela, e un bacione al nipotino Mattia, la luce dei nostri occhi».

A Manduria, Rossella ha dedicato un vero e proprio atto d’amore, che vi riproponiamo.

 

Chiedimi cos’è Manduria per me!

 

«Si dice che ogni mondo è paese, non credo.

Si dice che siamo cittadini del mondo, forse.

Il mio paese, che poi è il mio mondo, ha solo un nome: Manduria

Essere manduriani è uno status, un modus vivendi, un tatuaggio indelebile, che non necessita di ritocchi, ci si nasce con questa etichetta. Manduriani non ci si diventa.

Il vero manduriano è colui che non denigra mai il posto che lo ha visto crescere, la bella cittadina, che anche con i suoi mille difetti e mancanze, ti ha fatto diventare grande, i suoi meravigliosi vicoli, che diventati invisibili, molto spesso a causa dell'indifferenza generata dall'ignoranza, non possono urlare in tutto il loro splendore quanto di bello nascondono dietro a un lampione rotto, dietro ad una buca, che ha tutto il sapore di una ferita, che forse mai si rimarginerà.

Il vero manduriano ama calpestare, ma con garbato rispetto, le strade che ti portano in ogni dove tu voglia essere.

Il vero manduriano ama farsi avvolgere dal vento della sua cittadina che poi, più che vento, assomiglia al respiro di tua madre, che ti protegge e ti trasmette sicurezza dandoti la certezza che lei è li e ti aspetta e non ti abbandona neppure quando la critichi, quando urli, a quel vento, che vuoi andartene perchè niente più ti da.

Le sue lacrime nascoste dalla pioggia, dovrebbero far riflettere coloro che si vergognano di lei. Le mie lacrime per averti lasciata, mia cara Manduria, vorrei si confondessero con le tue, vorrei poterti respirare e darti l'altrettanta sicurezza che mai ti scorderò. Tu sei il mio tatuaggio che non è fatto di inchiostro, ma di tanti bei ricordi, che solo tu e pochi altri conoscono. Si dice che le cose belle durano poco, quasi il tempo di un caffè. Chi lo ha detto, forse, non ha avuto il piacere di conoscerti.

Ogni tanto penso che ti saresti meritata qualcosa in più, ma poi so che tu ti accontenti di noi e ci accogli tra le tue strade, che sembrano assomigliare a delle braccia. E come due innamorati si stringono forte fino a sentire il loro cuore che si sfiora e si ama, così ti vivo io ogni volta che ti rivedo. Avverto il tuo respiro che mi inebria e mi sussurra con dolcezza di non scordarmi di te. Non lo farò mai. Mi sono bagnata con le tue lacrime fatte di pioggia che tanto hanno detto e mi sono confusa nel tuo dolore, che in pochi purtroppo avvertiamo. Ho cercato di sanare le tue ferite battendomi e schierandomi sempre dalla tua parte, perchè tu sei il mio mondo e nessuno deve poterti giudicare.

La colpa delle tue mancanze non è tua, ma di chi ha voluto appropriarsi della tua anima e l'ha gettata come fosse carta straccia. Arrabbiarmi non è servito a cambiare nulla, ma è servito a me che ho capito di essere figlia di una terra che vive e respira dentro di me.

Adesso però mia bella e cara mamma Manduria devo lasciare spazio al silenzio, perchè tutto questo mi ha fatto, per l'ennesima volta al giorno, ricordare la tua assenza, fatta di vuoto.

Adesso è arrivato il tempo delle lacrime, di quelle che ti lasciano l'amaro in bocca e ti fanno avere l'assoluta certezza che manchi e tanto.

Il mio augurio è che questo sapore di tristezza accompagnato dal rumore del silenzio arrivi con un altro vento fino a te per farti sentire al sicuro, per farti sentire meno sola, esattamente come tu fai con me venendomi solo in mente e riempendo i mie pensieri del tuo essere.

Ti voglio Bene mia cara e lontana Manduria».











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